Arezzo e il turismo di lusso: tra sogni, realtà e sfide concrete

Negli ultimi giorni si è acceso il dibattito sulla possibilità che Arezzo possa ospitare, in futuro, un hotel di lusso all’altezza degli standard internazionali. A sollevare il tema è stato Giuseppe “Sugar” Angiolini (nella foto) imprenditore e ambasciatore dello stile italiano, che ha sottolineato come la mancanza di una struttura ricettiva di alto profilo limiti fortemente l’attrattività della città per clienti e brand del lusso. Secondo Angiolini, Arezzo avrebbe tutte le carte in regola per proporsi come destinazione esclusiva, ma occorre colmare un gap infrastrutturale che oggi impedisce il salto di qualità.
A condividere questa visione è anche l’assessore al turismo Simone Chierici, che ha ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale e della Fondazione Arezzo Intour per potenziare l’offerta turistica complessiva. Chierici riconosce la mancanza di un albergo a cinque stelle come un nodo da affrontare, ma sottolinea come siano già in corso interlocuzioni con soggetti interessati a investire in tal senso. L’obiettivo, secondo l’assessore, è quello di accompagnare Arezzo in un percorso di crescita, puntando su qualità, cultura e accoglienza.
Più critico, ma non per questo meno costruttivo, l’intervento del Consigliere comunale di minoranza Michele Menchetti, che parla di “un binomio difficile, ma non impossibile”. Secondo Menchetti, Arezzo oggi non è nelle condizioni di attirare investitori del calibro richiesto da un hotel di lusso. Le ragioni? Una città che appare trascurata, con erba alta ai margini delle strade, parchi poco curati, strade dissestate, sporcizia diffusa e immobili pubblici abbandonati. “Non è certo la priorità di Arezzo – afferma – ma come si fa a parlare di hotel di lusso con queste premesse?”.
Menchetti sottolinea come i flussi turistici attuali non giustifichino ancora l’investimento richiesto da una struttura a cinque stelle: “Non ci sono i numeri. Le grandi catene del lusso cercano luoghi curati, accoglienti, vivi, con un’alta percezione di sicurezza. Arezzo, oggi, non offre questo”. Il suo appello è chiaro: prima di ambire a diventare una meta per il turismo di fascia alta, la città deve migliorare la propria vivibilità, offrire servizi adeguati, valorizzare il patrimonio culturale con eventi distribuiti lungo tutto l’anno, potenziare la presenza di locali serali e spazi pubblici attrezzati.
In conclusione, il confronto aperto tra istituzioni, imprenditoria e cittadini evidenzia una doppia prospettiva: da un lato la volontà di sognare in grande, dall’altro la necessità di partire dalla realtà e migliorare concretamente la qualità urbana. Solo così Arezzo potrà davvero aspirare a far parte del circuito del turismo di lusso senza perdere il contatto con le sue vere potenzialità.