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sabato | 03-05-2025

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Turismo, Arezzo cresce. Casentino trainante, Valtiberina in tenuta, Valdichiana in cerca d’identità, Valdarno in controtendenza

I dati del turismo 2024 confermano per la provincia di Arezzo un andamento positivo e strutturalmente solido, con arrivi e presenze in crescita, superiori non solo al 2023, ma anche ai livelli pre-pandemia del 2019. Un segnale chiaro: il territorio aretino sta guadagnando visibilità e attrattività, in particolare grazie alla crescita del turismo internazionale, che compensa il leggero calo del turismo domestico. Un trend, questo, che si riflette anche a livello regionale, ma dove Arezzo si distingue per una dinamica più vivace rispetto a Siena, storicamente più consolidata, ma oggi meno dinamica.

Sul piano territoriale, il Casentino emerge come la vallata trainante: +16,5% di arrivi e +14,7% di presenze rispetto al 2023. Una crescita netta, probabilmente sostenuta dall’efficace valorizzazione dell’identità ambientale e spirituale della valle, dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e da una crescente rete di strutture ricettive extralberghiere attente alla qualità dell’esperienza. Il Casentino conferma così la sua vocazione verso un turismo lento, naturalistico e culturale, in forte espansione.

La Valtiberina, seppur con numeri più contenuti, conferma una buona tenuta, mostrando segnali di ripresa in linea con la media provinciale. La valle ha margini significativi di crescita, specie se saprà puntare su turismo attivo, cammini, arte e borghi minori. La sua forza sta nell’autenticità e nel forte legame con l’identità toscana “di confine”, che oggi è un valore ricercato da molti visitatori.

La Valdichiana Aretina si mantiene su livelli stabili, con una crescita moderata. Il territorio continua a beneficiare della presenza di destinazioni consolidate come Cortona, ma si avverte la necessità di una diversificazione dell’offerta e di un riequilibrio tra turismo mordi-e-fuggi e turismo esperienziale. Le opportunità non mancano: dai percorsi agroalimentari al turismo termale, fino alle attività culturali collegate al patrimonio etrusco e rinascimentale.

Il Valdarno Aretino è l’unica area in controtendenza, con un calo degli arrivi (-4,4%) e presenze sostanzialmente ferme (+0,2%). Un dato che invita a riflettere sulla necessità di rilancio: pur essendo un’area strategica per posizione e infrastrutture, risente forse della mancanza di un’identità turistica ben definita. Le potenzialità sono alte – basti pensare al patrimonio artistico, ai percorsi cicloturistici, ai parchi naturali – ma occorre uno sforzo coordinato per renderle fruibili e attrattive.

Il confronto con la provincia di Siena è emblematico: sebbene Siena resti un gigante in termini assoluti, Arezzo cresce più rapidamente e si distingue per una maggiore vivacità nel ricambio dell’offerta ricettiva, soprattutto nel comparto extralberghiero. Gli investimenti in B&B, case vacanza e agriturismi – spesso a gestione familiare – stanno ridefinendo l’immagine dell’accoglienza aretina, rendendola più flessibile, diffusa e coerente con le nuove tendenze del turismo post-pandemico.

In sintesi, la provincia di Arezzo si sta ritagliando un ruolo importante nel panorama turistico toscano, dimostrando che l’equilibrio tra autenticità, sostenibilità e qualità dell’accoglienza può fare la differenza. Le sfide future saranno quelle di continuare a promuovere le aree meno note, rafforzare l’identità territoriale delle vallate e investire su innovazione digitale, formazione e reti tra operatori.
Un turismo più distribuito e più consapevole, che valorizzi l’intero mosaico del territorio aretino, è non solo possibile, ma già in atto. Sta ora alla politica e agli attori locali trasformare questa tendenza in una strategia duratura.

I dati dell’indagine ISTAT “Rilevazione statistica del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi” pubblicati dalla Regione Toscana relativamente all’anno 20241 evidenziano il positivo stato di salute del settore.

“I primi dati provvisori dei flussi turistici 2024 delle nostre province – spiega Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena e di Unioncamere Toscana – mostrano chiaramente la prosecuzione del percorso di recupero avviato nel post-pandemia. Gli arrivi nelle province di Arezzo e Siena crescono in confronto al 2023 rispettivamente del 2,2% e del 2,9%, mentre il risultato medio regionale si attesta a +1,8%. In ogni caso il numero dei turisti in entrambe le province si confermano al di sopra dei livelli pre-pandemia (+10,1% Arezzo e +4,5% Siena). Le presenze hanno un andamento similare, ma leggermente meno dinamico nel territorio senese: per la provincia di Arezzo si ha una crescita analoga agli arrivi (+2,2%), mentre in quella di Siena si attesta a +1,3%. In entrambe i territori il numero dei pernottamenti tornare abbondantemente al di sopra dei livelli pre-pandemia: in particolare nel territorio aretino nel 2024 le presenze sono superiori al 2019 del 14,8%, mentre nella provincia di Siena ci si è assestati a +4,2%. Al contrario, a livello regionale c’è ancora un gap del -5,6% da recuperare.”

“Nel 2024 il peso delle due province in ambito regionale – prosegue Massimo Guasconi – è leggermente cresciuto rispetto al 2023: la provincia di Arezzo, con circa 665 mila turisti, passa dal 4,4% del 2023 al 4,5% del 2024, mentre Siena, con circa 2,176 milioni di turisti, passa dal 14,4% al 14,6% del totale toscano. Complessivamente, quindi, nelle due province ha soggiornato il 19,1% dei turisti arrivati in regione. Anche in termini di presenze si ha un lieve miglioramento: Arezzo passa dal 3,9% al 4% e Siena dall’11,8% all’11,9% del totale regionale, che corrispondono rispettivamente a circa 1,81 milioni di pernottamenti nella provincia aretina e circa 5,5 milioni in quella senese. Per quanto concerne le prospettive per il 2025, ricordo che le previsioni che riguardano la Toscana indicano un significativo aumento di arrivi e presenze, anche se differenziato a seconda della tipologia dell’offerta e del territorio. Un risultato che premia una regione che, in Italia, ha la migliore reputazione turistica, davanti a Trentino Alto Adige e, a seguire, alla Sicilia come evidenzia la classifica del Regional Tourism Reputation Index ideato da Demoskopika.”

“Particolarmente interessanti- sottolinea Marco Randellini, Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena- sono i dati riferiti alla provenienza dei turisti. In provincia di Arezzo la componente estera dei flussi registra un +6,4% per gli arrivi e +4,5% per le presenze, in quella di Siena crescono del 7,8% gli arrivi e del 5% per le presenze. Meno dinamica la componente nazionale. In provincia di Arezzo diminuiscono infatti dello 0,7% gli arrivi e dello 0,5% le presenze, restando comunque abbondantemente al di sopra del livello pre-pandemia (+14% e +19,3% rispettivamente). In provincia di Siena l’andamento è simile ma con qualche difficoltà in più: gli arrivi diminuiscono del 3,4% rispetto al 2023 e del 9,2% rispetto al 2019, così come le presenze (-5,1% sul 2023 e -11,2% sul 2019). In linea con le tendenze che emergono chiaramente da questi dati , Camera di Commercio è impegnata a sostenere tutte le iniziative specificamente orientate all’attrazione e all’accoglienza del turismo domestico”.

Nella provincia di Arezzo si è verificata una crescita similare in termini di arrivi di turisti nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere (+2% e +2,4% rispettivamente), con le prime che ancora non hanno completamente recuperato i livelli pre-pandemia (-0,4%) mentre le extra-alberghiere sono abbondantemente al di sopra (+27,8%). Poco più della metà dei turisti arrivati in provincia (57%) hanno soggiornato in strutture alberghiere.

Si evidenzia, invece, una maggiore differenziazione per quanto riguarda i pernottamenti (presenze) che sono aumentati in modo più sensibile nelle strutture alberghiere (+11,7%) rispetto alle extra-alberghiere (+7,7). Il bilancio rispetto al 2019 è positivo per entrambe le tipologie di struttura, anche in questo caso con un vantaggio sensibile per l’extra-alberghiero che, fra l’altro, ha generato il 61% dei pernottamenti, grazie ad una permanenza media più alta (3,86 giorni contro 1,86 dell’alberghiero).

Nella provincia di Siena il numero dei turisti è cresciuto maggiormente nelle strutture extra-alberghiere rispetto alle alberghiere (+3,7% contro +2,2%). Queste ultime, fra l’altro, sono ancora lontane dal recuperare i livelli pre-pandemia (-4,3%) mentre le extra-alberghiere sono abbondantemente al di sopra (+17,9%). Poco più della metà dei turisti arrivati in provincia (55,4%) hanno soggiornato in strutture alberghiere.

L’andamento si inverte analizzando i pernottamenti (presenze) che sono aumentati in modo più sensibile nelle strutture alberghiere (+8,4%) rispetto alle extra-alberghiere (+4,7). Il bilancio rispetto al 2019 riflette grosso modo quanto evidenziato per gli arrivi, con le strutture alberghiere che ancora non hanno recuperato i livelli pre-pandemici (-6,2%) mentre l’extra-alberghiero conferma il recupero già avvenuto negli scorsi anni (+11,7%). Anche nel senese l’extra-alberghiero genera più della metà dei pernottamenti (55,1%), grazie ad una permanenza media più alta (3,1 giorni contro 2 dell’alberghiero).

In termini quantitativi, l’area che attrae la maggior parte dei flussi turistici della provincia di Arezzo è quella aretina (37% dei turisti e 27% dei pernottamenti), seguita dal Valdarno Aretino (21% dei turisti e 27% dei pernottamenti) e dalla Val di Chiana Aretina (21% dei turisti e 25% dei pernottamenti).

Analizzando l’andamento dell’ultimo anno, invece, l’area più dinamica risulta il Casentino, che mette a segno una crescita del 16,5% in termini di arrivi e del 14,7% per le presenze. Gli altri ambiti turistici hanno andamenti abbastanza allineati alla media provinciale, con l’eccezione del Valdarno Aretino che accusa una contrazione del 4,4% degli arrivi ed un minimo segno positivo per le presenze (+0,2%).

Passando alla provincia di Siena, in termini quantitativi, l’area che attrae la maggior parte dei flussi turistici è quella senese (32% sia per i turisti che per i pernottamenti), seguita dalla Val di Chiana Senese (23% dei turisti e 21% dei pernottamenti) e dalle Terre di Valdelsa e Etruria Volterrana (21% dei turisti e dei pernottamenti).

Analizzando l’andamento dell’ultimo anno, invece, l’area più dinamica risulta la Val d’Orcia, che mette a segno una crescita dell’8,6% in termini di arrivi e del 5% per le presenze, seguita dal Chianti (+5,4% gli arrivi e +2,9% le presenze). Da segnalare il segno negativo dell’Amiata sia in termini di turisti (-11,7%) che di pernottamenti (-5,6%). L’unica area a non aver ancora recuperato completamente i livelli pre-pandemia è quella della Val di Chiana Senese, che resta ancora al di sotto dei valori 2019 per l’1,1% negli arrivi e per il 5,7% nelle presenze.

In provincia di Arezzo, a fine 2024 si contano 1.721 strutture ricettive, 63 in più rispetto al 2023, con una crescita percentuale del 3,8%. In termini di posti letto, si è registrato un aumento di 781 unità e del +2,6% in percentuale. La quasi totalità dei nuovi esercizi si colloca nell’extra-alberghiero (+61 unità, +4%), mentre la componente alberghiera presenta 2 strutture in più ed una crescita dell’1,4%.

All’interno dell’alberghiero il progresso è guidato dalla crescita delle strutture di livello più economico (alberghi 1 e 2 stelle: +2,9%) e di quelle di livello medio-alto (alberghi 4 e 5 stelle: +2%). Sostanzialmente invariata la classe intermedia.

Nell’extra-alberghiero crescono gli agriturismi (+1,6%) e soprattutto le altre strutture extra-alberghiere (+6,2%) che comprendono gli affittacamere, i B&B, gli alloggi privati, case vacanza.

In provincia di Siena, invece, la crisi degli anni passati si attenua anche se continuano ad evidenziarsi ancora aree in difficoltà: complessivamente gli esercizi ricettivi crescono in media di 12 unità in valore assoluti e dello 0,4% in percentuale, attestandosi ad un totale di 2.921 strutture. Il dato complessivo è la risultante di una flessione dello 0,5% nell’alberghiero e di una crescita dello 0,6% nell’extra-alberghiero.

All’interno dell’alberghiero il segno negativo ha origine nelle strutture di livello economico (alberghi 1 e 2 stelle: -0,8%) ed in quelle di livello intermedio (alberghi 3 stelle e RTA: -1,9%). In crescita il numero delle strutture di livello medio-alto (alberghi 4 e 5 stelle: +3,1%).

Nell’extra-alberghiero crescono in particolare gli agriturismi (+1,6%) mentre sono in ridimensionamento le altre strutture extra-alberghiere (-0,5%).

I dati sono al netto delle locazioni turistiche e da considerarsi provvisori fino alla diffusione Istat.

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