Tra pozzanghere di gavettoni e sogni di maturità

Le strade di Arezzo, stamattina, sembrano più silenziose. Il vociare allegro degli studenti, le grida scherzose, i cori, gli agguati e gli spruzzi d’acqua che ieri hanno animato l’ultimo giorno di scuola si sono spenti, lasciando sul selciato solo qualche pozzanghera e una sensazione sospesa tra leggerezza e nostalgia.
Come da tradizione, il saluto all’anno scolastico si è trasformato in una vera e propria festa collettiva. In centinaia si sono ritrovati nei luoghi simbolo della città – dal Prato a Piazza San Domenico, fino a Piazza Grande – per il classico “gavettone day”, un rito di passaggio che ad Arezzo non perde mai il suo fascino. Acqua ovunque, zaini fradici, vestiti appesi alle spalle e sorrisi larghi come il cielo estivo. Ragazzi e ragazze di ogni età si sono lasciati andare a un’allegria contagiosa, in un’esplosione di libertà che sa di giovinezza e di estate imminente.
Ma non per tutti, la giornata di ieri ha segnato la fine di un ciclo.
I maturandi, pur presenti tra i festeggianti, hanno vissuto il momento con un’emozione diversa. Per loro, l’ultimo giorno di scuola non è un traguardo, ma una linea di partenza. Tra una battuta e un abbraccio, c’era chi portava sottobraccio un manuale di filosofia o chi, tra uno spruzzo e l’altro, si interrogava sulle tracce di italiano. La Maturità 2025 li aspetta al varco: mercoledì 18 giugno si comincia con la prima prova scritta, seguita il giorno dopo dalla seconda, specifica per ogni indirizzo. E poi gli orali, in programma già dal 24 giugno.
L’aria di festa, insomma, si è mescolata a quella tipica delle vigilie importanti. Nessuna ansia urlata, piuttosto un’attenzione silenziosa, fatta di sguardi consapevoli e sorrisi più misurati. Perché sì, la scuola finisce per molti, ma per loro c’è ancora un piccolo pezzo di strada da percorrere – forse il più simbolico.
Eppure, anche per loro ieri è stato importante. Perché quei gavettoni, quell’acqua versata con amicizia, quelle foto scattate con i professori, restano. Restano nella memoria come un frammento dolce, come un ponte tra l’adolescenza e ciò che verrà.
Ad Arezzo, il giorno dopo l’ultimo giorno di scuola è fatto così: un po’ bagnato, un po’ malinconico, ma pieno di quella bella energia che solo chi ha appena chiuso un capitolo può davvero sentire. E adesso, per chi è già in vacanza, è tempo di sole e libertà. Per i maturandi, invece, inizia il conto alla rovescia. Ma anche per loro, molto presto, sarà davvero estate.