Informazione in Toscana, allarme rosso: generale stato di difficoltà, trionfa il precariato. Carta stampata in profonda crisi, cresce solo l’editoria online

In un momento in cui l’editoria locale vive un cambiamento profondo, complesso, problematico e spesso silenzioso, scegliere di accendere i riflettori sulla realtà del settore significa offrire uno strumento prezioso di consapevolezza e responsabilità. Per questo è d’obbligo un plauso all’iniziativa di Corecom Toscana di organizzare Gli stati generali dell’informazione, preceduti da tavoli di confronto tra gli operatori del settore tenutisi nelle scorse settimane, dai quali sono emersi vari aspetti di criticità. Mettere a disposizione dati, analisi e tendenze – come fatto con il rapporto Irpet – non è solo un atto di trasparenza, ma un vero e proprio invito all’azione, rivolto a istituzioni, imprese e cittadini. Solo conoscendo a fondo la crisi si può iniziare a costruire soluzioni concrete e sostenibili.
L’analisi Irpet sull’editoria e l’informazione in Toscana restituisce un’immagine sfaccettata di un settore che, pur mantenendo una certa tenuta numerica, sta attraversando una trasformazione profonda, dettata soprattutto dalla spinta digitale e dal mutamento dei modelli di consumo. La crisi della carta stampata e delle forme tradizionali di radio e tv è ormai un dato strutturale, ma accanto a questo declino si afferma una nuova vitalità: quella dell’editoria online, dei podcast, delle produzioni video per il web e dei nuovi formati informativi. Segno che l’informazione continua a essere una risorsa fondamentale, ma che cambia linguaggio, strumenti e protagonisti.
Uno degli aspetti più rilevanti è proprio il dinamismo degli operatori: aumenta il numero complessivo dei soggetti attivi, ma con un turnover elevato, una presenza crescente di microimprese e una polarizzazione tra realtà più strutturate e piccolissimi fornitori di servizi. Questo suggerisce una filiera dell’informazione in evoluzione, aperta all’innovazione ma ancora fragile nelle sue fondamenta economiche.
Particolarmente allarmante è il quadro occupazionale: dietro una vitalità apparente si cela infatti un tessuto contrattuale precario e instabile, con il 96,7% degli avviamenti al lavoro legati a contratti non stabili. Solo il 3,3% degli operatori entra nel settore con contratti a tempo indeterminato. Un dato che parla chiaro: l’informazione toscana produce valore culturale e sociale, ma non sempre riesce a trasformarlo in valore economico sostenibile per chi vi lavora.
Quello che emerge è un settore ricco di potenzialità ma che ha bisogno di essere accompagnato: dalle istituzioni, dalle politiche di sviluppo locale, ma anche da nuove strategie imprenditoriali capaci di integrare innovazione, sostenibilità e qualità del lavoro.
In un tempo in cui l’informazione è cruciale per la democrazia e la coesione sociale, non possiamo permetterci che chi la produce viva nell’incertezza. Il passaggio al digitale, se non viene sostenuto da politiche per la formazione, per l’accesso ai finanziamenti e per la stabilizzazione del lavoro, rischia di creare un sistema informativo diseguale, dove pochi grandi soggetti concentrano potere e valore e tanti piccoli restano ai margini, schiacciati da modelli economici insostenibili.
La Toscana dispone di competenze, idee, energie. Ma servono investimenti mirati, reti di collaborazione tra pubblico e privato, e un rinnovato patto sociale per garantire che l’editoria del futuro non sia solo innovativa e digitale, ma anche giusta, inclusiva e in grado di generare lavoro di qualità.
Gli stati generali dell’informazione in Toscana. Una giornata sotto l’egida del Corecom per fare il punto sul sistema dell’informazione in Toscana, con le istituzioni, i rappresentanti degli operatori e gli esperti di IRPET che hanno presentato l’analisi sull’evoluzione del comparto nella nostra regione, per approfondirne i meccanismi economici di creazione del valore e di sviluppo dell’occupazione .
Francesco Giorgino e Eugenio Giani
“Ringrazio il Corecom e ringrazio tutti i protagonisti di questa giornata che è davvero molto importante e che diventerà un appuntamento a cadenza annuale per vedere come si evolve il mondo dell’informazione nel suo complesso nella nostra regione – ha detto il presidente Eugenio Giani – Un’informazione plurale e capillare sul territorio rappresenta un valore pubblico ed è indice di vitalità in una comunità. I dati evidenziano tra luci e ombre una repentina evoluzione e delle potenzialità ancora non pienamente espresse da questo settore cruciale. In Toscana il rapporto del mondo dell’informazione con le istituzioni mi sembra sereno e costruttivo, da qui è necessario partire per progettare azioni di sostegno, in un panorama che cambia ogni giorno.
Il contributo pubblico dal punto di vista regionale è cresciuto significativamente in questi ultimi anni- ha detto sempre Giani, che si è detto favorevole all’ipotesi di lavorare per creare un sistema su base regionale dell’emittenza locale, con contratti di servizio sulla scorta di quanto già avviene nel rapporto che lega lo Stato centrale alla Rai- Sono orgoglioso del nostro sistema radiotelevisivo toscano formato da soggetti che a livello locale sono cresciuti in qualità e in investimenti. Nel momento in cui legiferassimo in questo senso sarei apertissimo a contratti di servizio, che gestiti in modo equilibrato senza favorire nessuno, potrebbero dare ancora più sostegno a tutto il settore”, ha concluso Giani.
Secondo il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo intervenuto in videoconferenza: “È un momento di confronto prezioso per l’intero ecosistema dell’informazione nella nostra regione. Il rapporto dell’Irpet si rivela strumento fondamentale per le scelte politiche che andremo a prendere nei prossimi mesi”, sottolinea il presidente Mazzeo. La fotografia consegnata dal rapporto mostra “un settore in profonda trasformazione, dall’editoria agli strumenti e gli spazi di comunicazione a disposizione dei cittadini. Avere un’informazione locale libera, ma anche in grado di garantire informazione di qualità è fondamentale. In questi anni abbiamo continuato a sostenere soprattutto le emittenti televisive locali, per assicurare. Siamo di fronte a cambiamenti epocali, a fronte dei quali dobbiamo porci domande profonde. Serve una visione condivisa per il futuro dell’informazione nella nostra regione. Ritengo fondamentale – ha concluso Mazzeo – continuare a garantire condizioni di lavoro dignitose, tutelare l’autonomia dei professionisti dell’informazione, sostenere l’innovazione tecnologica. Per fare tutto questo, servono ingenti finanziamenti pubblici, che hanno bisogno di regole chiare. Grazie al Corecom per la qualità del lavoro che svolge”.
Secondo il commissario Agcom Antonello Giacomelli anche lui in videoconferenza: “Dal rapporto Irpet emergono potenzialità ma anche debolezze del settore, che devono essere superate con strumenti attutati anche dal governo regionale, che non siano solo sussidi. Suggerisco che la Conferenza delle regioni, so quanto il presidente Giani e la sua giunta abbiano a cuore questo tema e quanti interventi abbiamo messo in cantiere, proponga allo Stato un accordo per una sorta di industria 4.0 rivolta al comparto dell’emittenza locale – ha detto ancora Giacomelli – Aiuterebbe tutte le emittenti, con un contributo attivo e trasparente dello Stato, a realizzare il necessario processo di innovazione tecnologica”.
Il presidente Corecom Meacci (al centro) con Francesco Giorgino e la platea di intervenuti agli Stati generali dell’informazione in Toscana
“La Toscana ha sempre giocato un ruolo centrale nella storia dell’informazione italiana, ma negli ultimi tempi, come il resto d’Italia, ha anche risentito della crisi dell’editoria, della precarizzazione del lavoro giornalistico, della profonda trasformazione che ha messo in discussione modelli consolidati, aprendo scenari nuovi, spesso incerti – ha detto il presidente del Corecom della Toscana Marco Meacci che ha organizzato la mattinata – Una delle tematiche in primo piano è il ruolo di servizio pubblico svolto dalle emittenti locali, capaci di raccontare e valorizzare le specificità territoriali come nessun attore nazionale o addirittura globale può fare, soprattutto in caso di emergenze o calamità naturali. Occorre favorire strategie orientate alla cooperazione fra soggetti economici locali per creare massa critica e agganciare alcune traiettorie di rilancio e di sviluppo del settore. In questo senso, le istituzioni locali, Regione in primis, possono svolgere un ruolo fondamentale di supporto e garanzia. Il Corecom è a disposizione a fornire informazioni e monitorare lo sviluppo del settore. L’incontro di oggi è un momento per cercare di mettere insieme le questioni principali del sistema dell’informazione, trasmetterle e trasferirle alle istituzioni. L’informazione non è un mondo qualsiasi, ma un bene comune. Credo che sia fondamentale creare un nuovo patto tra istituzioni, media e nuove generazioni, perché il tema della tenuta dell’informazione è fondamentale e vitale per la democrazia” ha concluso Meacci.
“Questo rapporto ci consegna una serie di considerazioni abbastanza pesanti, abbastanza allarmanti e non solo dal punto di vista occupazionale e produttivo, tema che riguarda in primo luogo il sindacato, ma anche dal punto di vista ordinistico, perché riguarda il possibile depauperamento del sistema pluralistico dell’informazione in Toscana – ha detto in videomessaggio il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli – Io credo che da questo punto di vista dobbiamo tutti sforzarci di lavorare per rafforzare il settore: l’Associazione, quindi il sindacato, l’Ordine, sia a livello regionale che nazionale e le istituzioni, perché un sostegno forte e mirato è indispensabile”.
Secondo Sandro Bennucci presidente dell’Associazione Stampa Toscana: “Emerge una situazione poco brillante dell’informazione in Toscana in linea con quanto purtroppo avviene nel panorama nazionale. Come sindacato siamo alle prese con difficoltà enormi per quanto riguarda la carta stampata, con diversi fronti di crisi aperti. Bisogna salvaguardare in tutte le sedi la figura del giornalista e premiare nei bandi pubblici quelle realtà che hanno giornalisti assunti con regolare contratto. Se non c’è informazione di qualità e capillare, fatta da professionisti che rispettano la deontologia è a rischio la tenuta democratica di questo Paese”.
Durante la mattinata con un’ampia panoramica sull’ecosistema comunicativo digitale è stata fornita nell’intervento di Francesco Giorgino, giornalista Rai e professore alla Luiss di Comunicazione e Marketing.
LA SCHEDA
Gli stati generali dell’informazione in Toscana. Un settore in rapido cambiamento secondo il rapporto IRPET
Come per le edizioni passate (2006, 2011 e 2018) la ricerca è stata commissionata a IRPET da Corecom Toscana. Ne emerge un quadro estremamente dinamico e in continua evoluzione. In generale la filiera di radio, tv ed editoria in Toscana tiene in termini di numero di operatori, ma attori e i protagonisti cambiano rapidamente fisionomia.
A fronte infatti di una crisi del comparto della carta stampata che perdura, cresce l’editoria online. Così come soffrono tv e radio tradizionali e di contro si assiste alla crescita di nuovi servizi, produzioni video e sonore che sono in espansione.
Dall’analisi dei dati dell’andamento del ROC (Registro degli Operatori della Comunicazione) della Toscana emerge una lieve crescita del numero dei soggetti operanti complessivamente nel comparto. Allo stesso tempo il ROC è lo specchio di intensi e profondi cambiamenti nel settore della comunicazione, dovuti, tra le varie cause, al progresso tecnologico e alla sempre più pervasiva espansione della digitalizzazione, del web e dell’online, che ha anche determinato la nascita e/o la diffusione di nuove attività.
L’analisi delle performance economiche del settore informazione-comunicazione evidenzia un generale stato di difficoltà, soprattutto con riferimento all’analisi dei dati economici in un’ottica di medio periodo. Alcuni dati suggeriscono che sia in atto una polarizzazione dal punto di vista dell’assetto delle imprese con una maggiore strutturazione societaria delle più grandi e un ampliamento della platea dei fornitori di servizi, essenzialmente microimprese legate alle nuove produzioni
Dal punto di vista occupazionale dall’analisi IRPET emerge una certa vitalità del settore, ma al contempo i dati generano preoccupazione per la precarietà delle forme contrattuali che vengono attivate. Nel complesso infatti la quasi totalità degli avviamenti al lavoro (96,7%) sono relativi a contratti a tempo determinato (57,4%) e a forme più o meno flessibili (atipiche) di lavoro (39,3%). Il contratto di lavoro a tempo indeterminato è appena pari al 3,3% del totale degli avviamenti al lavoro.
Dal rapporto emerge dunque un quadro con luci e ombre per un settore dell’informazione che in Toscana presenta certamente opportunità importanti, che è dotato al suo interno di professionalità di alto valore, ma che evidenzia punte di debolezza sui dati che essenzialmente afferiscono alla qualità dell’occupazione, come anche alla capacità di creare valore da parte di alcune imprese.
Un settore che comunque va accompagnato e sostenuto in questa fase di continuo quanto rapido cambiamento.