Industria in crescita, agricoltura in affanno. Moda, costruzioni, servizi: luci e ombre dell’economia aretina

L’economia della provincia di Arezzo, così come quella nazionale, si muove in un contesto di forte incertezza, segnato da tensioni geopolitiche, volatilità dei mercati e dinamiche internazionali in continua evoluzione. Tuttavia, le stime per il 2025 indicano una moderata crescita del valore aggiunto complessivo pari al +0,6%, trainata principalmente dall’industria e dai servizi, mentre preoccupano le performance dell’agricoltura e delle costruzioni. Un andamento complessivamente stabile, ma con forti differenziazioni settoriali. Se infatti l’industria regge l’urto e i servizi danno segnali di ripresa, restano aperte le criticità in agricoltura, costruzioni e comparto moda. In un contesto globale incerto, la resilienza del sistema locale si conferma, ma la prudenza resta d’obbligo.
Industria ancora protagonista
Il comparto industriale, che rappresenta il 30,5% del valore aggiunto provinciale, conferma la sua solidità. Dopo un buon 2024 (+2,5%), anche il 2025 si preannuncia positivo con un +1,6%, sostenuto in particolare dalle esportazioni, trainate dalla straordinaria performance dell’oreficeria e della lavorazione dei metalli preziosi.
Agricoltura in forte calo
Dopo un lieve aumento nel 2024 (+0,9%), il settore agricolo – che pesa per il 3,1% sul valore aggiunto – subirà nel 2025 una contrazione significativa del -3,6%. Si tratta del calo più marcato tra tutti i comparti, influenzato da fattori climatici, aumento dei costi e ridotta marginalità.
Costruzioni: fine della spinta fiscale
Anche le costruzioni frenano bruscamente: dopo il +2,3% del 2024 (grazie agli incentivi edilizi), il 2025 segnerà un’inversione di rotta con un calo del -1,5%. L’uscita progressiva dai bonus fiscali pesa sul settore, che rischia di perdere slancio occupazionale.
Servizi: una ripresa cauta
Il settore dei servizi, che rappresenta oltre il 60% dell’economia provinciale, si avvia verso una lieve ripresa: dopo un 2024 chiuso con una contrazione dello -0,2%, il 2025 dovrebbe segnare un +0,5%. La crescita resta prudente, ma comunque significativa in un contesto nazionale complesso.
Moda e oreficeria: segnali misti
Nel comparto moda, il primo trimestre 2025 ha registrato una flessione contenuta del -1,4%, decisamente più tenue rispetto al dato regionale. Spicca la pelletteria con un incremento del +10%, mentre l’abbigliamento è in calo. Nel settore della gioielleria, dopo l’eccezionale crescita del 2024 (+119,3%), il 2025 mostra segnali di rallentamento, soprattutto nei mercati chiave come la Turchia.