Estate in Toscana: borghi e aree interne trainano il turismo, la costa rallenta. La ‘villeggiatura’ è un ricordo

Il sole del pomeriggio si riflette sull’acqua calma davanti a Marina di Grosseto. Sulla battigia, una famiglia piega gli asciugamani e riempie lo zaino: «Partiamo stasera, da lunedì si lavora» dice il padre, scuotendo la sabbia dalle ciabatte. Poco più in là, sotto un ombrellone, Marta, 62 anni, di Arezzo, osserva il mare: «Una volta ad agosto partivamo per un mese intero a San Vincenzo, tornavamo solo poco prima dell’inizio delle scuole. Ora, se va bene, facciamo tre giorni».
Anche Marco, albergatore della zona, conferma il cambio di passo: «Le prenotazioni ci sono, ma durano pochissimo. Il cliente arriva il venerdì e riparte la domenica. Il mare piace sempre, ma non c’è più il tempo né il budget per restare a lungo».
Borghi in festa, mare a metà
La Toscana resta una meta fortissima, ma la stagione è a due velocità.
-
Aree interne in crescita: la Val d’Orcia vola con +30% di presenze, Pitigliano, Sovana e Sorano registrano numeri simili. Borghi meno affollati, aria più fresca e tanto patrimonio culturale attirano chi cerca autenticità. «I borghi stanno diventando il simbolo di un nuovo modello turistico» spiega Roberto Capobianco di Conflavoro.
-
Litorale in affanno: a Marina di Grosseto, San Vincenzo e Follonica l’estate ha iniziato bene, ma a luglio e agosto il flusso si è accorciato. Fabio Cenni, presidente Assohotel Toscana, parla di «turismo mordi e fuggi» concentrato nei weekend e di calo della domanda italiana.
“Sono finite le vacanze dei Boomer”
Lo ha scritto Paolo Di Paolo su Repubblica e la Toscana ne è una cartina di tornasole. In Versilia gli stabilimenti di fascia alta resistono, ma altrove le spiagge a pagamento registrano ombrelloni vuoti per via dei prezzi. I giovani preferiscono la spiaggia libera di Baratti o due giorni in Casentino, piuttosto che una settimana intera a Forte dei Marmi.
La “mesata” non esiste più: due settimane sono rare, un weekend o un paio di giorni infrasettimanali sono la nuova norma. Con stipendi fermi da anni e offerte di lavoro che per i più giovani valgono 600 euro al mese, è difficile pensare a soggiorni lunghi.
Dal mare per tutti al mare per pochi
Sulle spiagge dell’Argentario o di San Vincenzo, i cali di presenze negli stabilimenti vanno dal 25% al 40%. Il mare toscano non perde fascino, ma perde tempo: le vacanze si comprimono, e con esse la spesa complessiva. È un segnale che non riguarda solo il turismo, ma l’economia nel suo insieme.
Città d’arte e stranieri salvano la stagione
Firenze, Siena, Pisa, Lucca, Arezzo crescono grazie agli stranieri (+1,4%) che compensano il calo degli italiani (-1,3%). Tedeschi, statunitensi e canadesi restano i più presenti. La permanenza media è di 4 notti, segno che anche qui i viaggi brevi stanno sostituendo la lunga permanenza.
Il nodo del futuro
La Toscana chiuderà l’estate con un saldo stabile (+0,3%), ma le differenze tra le varie aree sono evidenti. «Dobbiamo rafforzare il legame tra turismo e territorio» affermano il presidente Eugenio Giani e l’assessore Leonardo Marras.
Il compito sarà intercettare chi cerca esperienze autentiche nei borghi senza abbandonare il litorale, oggi più fragile di fronte al caro-vita e al cambiamento del modo di fare vacanza. Perché l’estate toscana non è finita, ma la villeggiatura come l’abbiamo conosciuta, quella sì.