Diario di Bordo
Caprese Michelangelo, genitori senza avvocato: “Difendiamo i nostri figli da soli”. Muro contro muro Stato/famiglia: a rimetterci sono i due bambini
Ci sono vicende che stringono la gola perché raccontano qualcosa di profondamente fragile nel rapporto tra cittadini e istituzioni.
La storia dei due bambini allontanati dalla famiglia a Caprese Michelangelo, 49 giorni fa, è una di queste: un caso che non parla soltanto di una scelta di vita controcorrente, ma di un sistema che, quando si inceppa, rischia di trasformare ogni passo in un irrigidimento, ogni silenzio in sospetto, ogni intervento in trauma.
Una famiglia isolata, una scelta radicale, un allontanamento traumatico
Harald Leo Valentin, originario di Bolzano, e Nadzeya Paulovich, bielorussa, avevano scelto di vivere appartati nel casale di La Creta, a Caprese Michelangelo. Non una baracca nel bosco, come nel caso di Palmoli, ma un rustico ristrutturato, dotato di riscaldamenti, luce e servizi adeguati. Una scelta di vita alternativa, certamente non convenzionale, ma non per questo assimilabile a condizioni di degrado.
I genitori appartengono al gruppo “Noi è, io sono”, noto anche come “Uomo vivo donna viva”, comunità che predica il distacco dalle strutture statali. All’interno di questo quadro, avevano rifiutato percorsi scolastici tradizionali e non avevano adempiuto agli obblighi vaccinali.
Un vuoto educativo reale, che non può essere ignorato.
Ma questo spiega fino in fondo un intervento tanto drastico?
Il 16 ottobre: un’operazione militare per due bambini
Le immagini diffuse da Fuori dal Coro, riprese dalle telecamere installate nell’abitazione, mostrano l’intervento: carabinieri, assistenti sociali e personale civile, ingresso forzato, tecniche operative da gruppo d’intervento, un bambino portato via in pigiama e senza scarpe.
Secondo i genitori, non sarebbe stato mostrato un decreto con firma in originale di un magistrato. Quel foglio privo di sottoscrizione è ora al centro delle loro contestazioni.
Sono scene che lasciano una ferita nella narrazione pubblica, perché non si riesce a non vedere il terrore negli occhi dei piccoli e la sproporzione percepita tra contesto e modalità operative.
Uno Stato che interviene, una famiglia che rifiuta ogni autorità
Il cortocircuito emerge in tutta la sua evidenza:
lo Stato interviene con la forza, la famiglia risponde negando la legittimità stessa dello Stato.
I genitori rifiutano di nominare un avvocato, dichiarano di potersi difendere da soli, respingono ogni interlocuzione istituzionale. Una scelta che rischia di isolare ulteriormente i bambini proprio nel momento in cui avrebbero bisogno di adulti capaci di comprenderne la vulnerabilità.
Nel frattempo, raccontano di aver tentato di raggiungere la comunità protetta dove sarebbero ospitati i figli, senza essere ricevuti.
Ora hanno deciso di presentarsi al Tribunale dei Minori di Firenze senza appuntamento, senza avvocato, sperando di essere ascoltati e visionare le carte, “perchè – dice Harold a La Vita in diretta su Rai 1 – sono in grado di difendere da solo i miei figli“.
Il grande silenzio: nessuna notizia sui bambini da 49 giorni
È forse l’aspetto più lacerante.
Da quasi cinquanta giorni, i genitori denunciano di non avere più notizie dei figli: nessuna telefonata, nessuna comunicazione, nessun contatto.
Per chiunque abbia un figlio, è un pensiero insostenibile.
Di contro, l’istituzione mantiene il riserbo che la legge impone nei procedimenti minorili.
Un silenzio che tutela la privacy, certo, ma che rischia di trasformarsi in un muro invalicabile per chi, dall’altra parte, vive nel dolore e nell’incertezza.
Diversità significa automaticamente rischio?
La famiglia vive in un luogo isolato, pratica l’educazione parentale senza aver rispettato le procedure, rifiuta cure vaccinali.
Sono elementi che richiedono attenzione e intervento, ma questo porta alla domanda centrale:
L’allontanamento è stato l’extrema ratio motivata da un rischio reale, o il frutto di una difficoltà del sistema a dialogare con chi vive fuori da norme sociali condivise?
Una domanda che potrà trovare risposta solo nelle carte, che i genitori, a oggi, affermano di non avere ancora potuto visionare.
Gli unici davvero assenti: i bambini
In questo dibattito, ciò che colpisce è la totale assenza della voce dei piccoli, che diventano oggetto del contenzioso ma non soggetto di attenzione pubblica.
Proteggere i minori non significa nascondere tutto, significa garantire continuità affettiva, un percorso educativo chiaro e un contatto, se possibile, con i genitori.
L’assenza di comunicazione rischia di diventare un ulteriore trauma, inutile e ingiustificato.
Serve un cambio di passo: meno rigidità, più responsabilità
Questa vicenda insegna alcune verità che non possiamo ignorare:
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Lo Stato deve comunicare, non solo intervenire. Il silenzio non tutela, logora.
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Gli stili di vita alternativi vanno valutati senza pregiudizi, distinguendo ciò che è diverso da ciò che è davvero rischioso.
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Il supporto legale deve essere obbligatorio in procedimenti di questa portata: due genitori soli contro un sistema intero non sono una garanzia per nessuno.
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L’istruzione parentale non può restare in un limbo normativo, perché nel limbo finiscono i diritti dei bambini.
Un Paese che non sa più mediare
Forse la parte più drammatica è questa:
l’Italia sembra aver perso la capacità di costruire ponti, di trovare punti di incontro prima che le fratture diventino abissi.
Da una parte c’è lo Stato con le sue procedure e le sue forze dell’ordine.
Dall’altra una famiglia che si chiude nel rifiuto totale.
E in mezzo ci sono due bambini piccoli, invisibili nel rumore, schiacciati da un conflitto che non hanno scelto.
La verità che fa più male
Ogni giorno che passano lontano da casa, è un giorno che quei bambini non potranno più recuperare.
Ogni giorno senza una risposta chiara, è una sconfitta non solo per la famiglia o per le istituzioni, ma per tutta la comunità.
E questa sconfitta, oggi, pesa interamente sulle spalle di due creature di appena 4 e 8 anni.
Sono loro — e nessun altro — a pagare davvero il prezzo di questa frattura.








