San Polo, per il perito “in 15 minuti la casa sarebbe crollata”. In aula il racconto della madre di Mugnai

Arezzo – «Tutto tremava, ho pensato al terremoto. Abbiamo sentito tonfi, il tetto veniva giù». Fortunata Sciadini, 75 anni, madre di Sandro Mugnai, ha ripercorso davanti alla Corte d’Assise i drammatici istanti del 5 gennaio 2023, quando Gezim Dodoli, 57 anni, operaio di origini albanesi, fu ucciso dopo aver assaltato con una ruspa l’abitazione del vicino a San Polo, alle porte di Arezzo.
La signora Fortunata ha raccontato che la famiglia era a tavola per cena quando tutto è iniziato. «Dalla finestra abbiamo visto la pala della ruspa», ha detto. Il figlio minore, Massimo, avrebbe tentato di uscire, ma si è trovato la benna di fronte. È tornato dentro. Poco dopo, secondo il suo racconto, Sandro avrebbe preso il fucile e sparato. «Il primo colpo a terra, poi altri quattro. Non so dove, non mi potevo muovere».
Durante l’udienza di venerdì 9 maggio in Corte d’Assise, presieduta dal giudice Anna Maria Loprete, è stata diffusa la lunga e concitata telefonata al 112 effettuata dalla famiglia Mugnai: più di sei minuti tra urla, richieste d’aiuto, rumori di colpi di fucile e il suono insistente del cicalino del mezzo pesante. «Fermo Sandro, fermo!», si sente gridare la donna prima di un agghiacciante silenzio seguito dalla frase: «È bell’e morto».
In aula sono intervenuti anche due consulenti tecnici. Il medico legale Mario Gabbrielli ha spiegato che a causare la morte di Dodoli fu un proiettile che, colpendolo al torace, frantumò il cuore. Altri tre proiettili lo raggiunsero all’addome e alla mano. La perizia tossicologica ha escluso l’uso di sostanze stupefacenti, rilevando solo un modesto tasso alcolemico.
Decisiva anche la testimonianza dell’ingegner Fabio Canè, che ha effettuato la perizia sull’abitazione. «Se Dodoli avesse continuato con l’assalto, in 15 minuti la casa sarebbe crollata», ha dichiarato, mostrando in aula video e immagini dei danni riportati.
Gli altri familiari di Mugnai si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, per il dolore ancora troppo vivo. La prossima udienza, fissata per il 20 maggio, sarà dedicata all’analisi delle perizie dei RIS.
Sandro Mugnai è imputato per omicidio volontario. La difesa, avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, punta sulla legittima difesa, sostenendo che l’uomo abbia agito per proteggere i suoi cari da un’aggressione distruttiva e potenzialmente letale.
I fatti di San Polo e il dramma della lite con Dodoli
L’episodio che ha portato al processo è avvenuto la sera del 5 gennaio 2023 a San Polo di Arezzo. Gezim Dodoli, secondo quanto ricostruito, avrebbe fatto irruzione nel piazzale di Sandro Mugnai a bordo di una ruspa, distruggendo alcune auto e dirigendosi poi verso l’abitazione dell’artigiano. La lite tra i due, aggravata da precedenti tensioni di vicinato, sarebbe degenerata in pochi istanti. Mugnai, armato di un fucile regolarmente detenuto, ha sparato, colpendo a morte Dodoli.
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