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mercoledì | 07-05-2025

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Piero e Filippo, l’autopsia conferma: asfissia da argon. I cinque indagati

L’autopsia

Arrivano le prime conferme dall’autopsia, effettuata questo pomeriggio sulle cause della morte dei due dipendenti dell’Archivio di Stato.

I riscontri autoptici su Filippo Bagni e Piero Bruni hanno confermato la dinamica precedentemente ipotizzata, quella del  confinamento in un ambiente saturo di un gas più pesante all’ossigeno, tecnicamente si parla di asfissìa esterna. 

Quindi la presenza del gas argon, fuoriuscito dall’impianto anti incendio, che ha saturato il vano, ha determinato la morte di Bagni e Bruni.

Sui tempi del decesso, sarebbero stati simili all’annegamento, con morte quasi immediata.

Intanto il prof. Pasquale Giuseppe Macrì è stato nominato consulente di parte delle famiglie delle due vittime.

Dopo l’esame autoptico il p.m. Laura Taddei ha dato il via libera per le esequie. Come deciso dalle famiglie, si terranno separatamente, per consentire ad amici, colleghi e partenti la massima partecipazione: l’ultimo saluto a Piero Bruni martedì alle 15,30 nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo in  zona Marchionna, di Piero Bruni, mercoledì alle 10,30 in cattedrale il funerale di di Filippo Bagni. In entrambe le cerimonie, sarà presente il Ministro Alberto Bonisoli.

Le indagini

Ci sono il direttore dell’Archivio di Stato di Arezzo Claudio Saviotti e il responsabile della ditta di manutenzione Remas Maurizio Morelli tra le 5 persone che hanno ricevuto dal sostituto procuratore di Arezzo Laura Taddei l’avviso di garanzia nell’ambito delle indagini sulla morte di Filippo Bagni e Piero Bruni i due dipendenti dell’Archivio di Stato di Arezzo rimasti uccisi da una fuga di gas argon il 20 settembre.

Indagati anche il legale rappresentante della ditta aretina cui era assegnata un’altra parte della manutenzione, Franco Conti e due tecnici di una società esterna di Roma che cura i piani di sicurezza degli edifici per il Ministero dei Beni culturali: Alessio Vannaroni e Monica Scirpa

Gli avvisi di garanzia sono atto dovuto che la procura, che ipotizza l’omicidio colposo plurimo, ha disposto prima dell’autopsia.

Il punto, ora, come ha fatto più volte fatto capire il procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi è scoprire “perché i due dipendenti siano scesi a verificare cosa stesse succedendo dopo aver sentito suonare l’allarme”.

 

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