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venerdì | 14-11-2025

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Cronaca

Opere prive di autorizzazioni edilizie e paesaggistiche, sequestrato complesso residenziale

L’attività, coordinata dal pm Laura Taddei, ha coinvolto una serie di lavori e opere realizzate all’interno di un’area di circa 176 mila metri quadrati risultati sprovvisti di autorizzazioni edilizie e in parte paesaggistiche.
L’indagine era iniziata nel marzo scorso, quando i militari avevano accertato che alcuni interventi, ampliamenti volumetrici, archi decorativi, allargamento di due strade di oltre 400 metri di lunghezza e chiusura di una via vicinale ad uso pubblico con un passo carraio in cemento, si stavano realizzando senza aver richiesto e quindi ottenuto le necessarie autorizzazioni.
Nonostante il sopralluogo dei Carabinieri e una successiva ordinanza di demolizione del Comune di Laterina Pergine – riferiscono gli inquirenti – la proprietà, invece di interrompere i lavori e avviare le demolizioni, proseguiva gli abusi e ne realizzava di nuovi (accertamenti eseguiti con l’impiego di droni) tanto che nel corso dell’ispezione disposta dalla Procura di Arezzo il sequestro è intervenuto non solo nei confronti di quanto già accertato, ma anche a una nuova strada con parcheggio e ad una pavimentazione in malta cementizia di recente realizzazione.
Il sequestro preventivo di parte del complesso è stato poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Arezzo Giulia Soldini che nell’ordinanza, proseguono i Forestali, osservava: “Gli archi e l’addizione sono inseriti in alcun progetto approvato peraltro quest’ultima oggetto di un provvedimento di diniego della sanatoria; la recinzione non rispettava i regolamenti comunali ed in parte risultava realizzata all’interno di area sottoposta a tutela paesaggistica senza la relativa autorizzazione; la strada vicina arbitrariamente interrotta risultava ad uso pubblico come accertato delle stesse amministrazioni comunali coinvolte negli accertamenti e segnatamente il Comune di Bucine e Laterina Pergine Valdarno”.
Evidenziate inoltre “testimonianze da parte di alcuni soggetti di alcuni ex direttori dei lavori che avevano interrotto il loro rapporto di lavoro con i committenti poiché questi ultimi pretendevano la realizzazione di opere che, secondo la normativa, non sarebbero state conformi”.
Quanto al pericolo di aggravamento o protrazione delle conseguenze dei reati ipotizzati, il Giudice ha ritenuto che “la libera disponibilità dell’area (in capo agli aventi diritto) possa procrastinare le conseguenze degli stessi poiché a ben vedere i lavori non si erano fermati neppure dopo il controllo del marzo 2021, anzi. Nonostante l’intervento dei Carabinieri e dell’ordinanza di demolizione – scrive il GIP – le opere abusive già rilevate erano state o ultimate o modificate, ma non solo; si era anche proseguito con la realizzazione di ulteriori nuove opere in assenza dei prescritti titoli; infine poiché il reato era sicuramente in corso al momento dell’intervento della P.G. deve ritenersi senz’altro sussistente la situazione di urgenza che ha condotto al sequestro d’iniziativa”.

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