Ha eliminato l’Arezzo, ora l’inchiesta de Le Iene scuote il calcio. Vis Pesaro, Salvatore Bagni e i soldi per giocare

Vuoi giocare tra i professionisti? Nessun problema, ci pensa Salvatore (Bagni). Basta pagare. Il talento? Non conta. C’è anche il tariffario. Mentre la Vis Pesaro si gioca l’accesso al turno successivo dei playoff di Serie C, dopo aver eliminato l’Arezzo con un 1-0 al Comunale e aver pareggiato 1-1 all’andata contro il Rimini, sul club marchigiano si abbatte un vero e proprio terremoto mediatico. Il direttore sportivo Michele Menga è stato infatti coinvolto in un’inchiesta, per ora solo televisiva, de Le Iene, andata in onda martedì 13 maggio su Italia 1, che ha svelato un presunto sistema di “scouting a pagamento” nel mondo del calcio professionistico italiano.
Al centro dell’inchiesta Tv, a firma Luca Sgarbi e Claudio Bongiovanni, la Iena si finge fratello di un giovane calciatore per scoprire come può funzionare l’accesso alle squadre professionistiche. L’ex calciatore e oggi agente Salvatore Bagni – secondo quanto documentato – avrebbe richiesto 30.000 euro per sé e 20.000 euro per il ds della squadra interessata, nel caso specifico la Vis Pesaro, per garantire a un giovane calciatore l’ingresso nella formazione Primavera.
«Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti, tutte le società: io sono corretto, loro devono essere corretti con me».
Bagni, tra le altre ex Inter, Napoli, Perugia, nazionale azzurro, modesto ex commentatore tv, titolare col figlio dell’agenzia Be GR8 Sport, spiega la dinamica:
«Quando il direttore ha detto all’allenatore “gioca titolare”, gioca titolare. Alla Vis Pesaro sicuramente ti fanno giocar titolare. Noi di quelli che pagano ne abbiamo 13. Sono tutti nei settori giovanili professionisti. Quelli che non scegliamo noi, devono pagare, per forza».
Le telecamere della trasmissione hanno ripreso un incontro avvenuto nel parcheggio dello stadio Benelli di Pesaro, dove Menga avrebbe affermato:
“La mia società sa tutto, dalla cosa sbagliata alla cosa giusta”, lasciando intendere che la pratica fosse nota all’ambiente.
Secondo quanto emerso, Menga avrebbe anche dichiarato che accordi simili “non sono affatto rari” e riguarderebbero anche giocatori di Serie C, D, B e perfino Serie A.
La notizia ha fatto rapidamente il giro degli ambienti sportivi, suscitando sgomento e interrogativi sull’etica dei meccanismi di selezione e sulla trasparenza nella gestione delle carriere dei giovani talenti. Al momento né la Vis Pesaro né Michele Menga hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.
Intanto, la squadra biancorossa è attesa dal match di ritorno contro il Rimini, decisivo per il proseguimento nel cammino playoff. Ma l’ombra dell’inchiesta potrebbe pesare sull’ambiente, proprio nel momento più caldo della stagione. La domanda è: quanto è esteso tale meccanismo? Gli organi del calcio e la magistratura avranno elementi (e voglia) per approfondire?
Nella foto: giocatori della Vis Pesaro esultano con i tifosi dopo la vittoria sull’Arezzo nella gara play off