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domenica | 15-06-2025

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Dalla Terra Santa alla Giordania: il Vescovo Migliavacca e i pellegrini aretini in attesa del rientro dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Iran

L’attacco a Theran ha complicato la situazione e modificato il programma, stiamo bene, attendiamo e preghiamo“. Così il Vescovo Andrea rassicura da Amman, in Giordania. Un pellegrinaggio di fede e di riflessione, trasformatosi improvvisamente in un’esperienza carica di tensione e incertezza, “con finale a sorpresa“. Monsignor Andrea Migliavacca, vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, si trova attualmente ad Amman, in Giordania, insieme a un gruppo di sette pellegrini aretini, dopo aver lasciato in via precauzionale Gerusalemme a seguito dell’escalation del conflitto tra Israele e Iran.

Il viaggio in Terra Santa, iniziato con spirito di comunione e preghiera, è stato bruscamente interrotto nella notte tra venerdì e sabato, quando il gruppo è stato svegliato da numerosi alert di sicurezza sui telefoni cellulari. Una situazione di allerta che ha spinto la delegazione a riorganizzare rapidamente i propri spostamenti, attraversando il valico di Allenby e raggiungendo Amman nel pomeriggio di sabato 13 aprile. Attualmente, il gruppo è ospitato in una struttura vicina al Terra Sancta College, in attesa che i voli commerciali vengano ripristinati per poter rientrare in Italia.

Nel gruppo, oltre al vescovo Migliavacca, sono presenti don Luca Lazzeri (parroco di San Domenico), il seminarista Nicholas Spertilli, il giornalista Luca Primavera (TSD), e i laici Marco Rossi, Francesco Cioni e Donald Pooda. «Stiamo tutti bene – ha rassicurato il vescovo – e attendiamo con serenità di poter tornare a casa. Il nostro era un viaggio di pace, di preghiera e di vicinanza. Abbiamo incontrato il patriarca Pizzaballa, il custode di Terra Santa padre Patton, visitato luoghi simbolici come Betlemme, Gerico, il Santo Sepolcro. Siamo partiti con uno spirito profondo, e lo portiamo con noi anche adesso».

Il pellegrinaggio, promosso per una delegazione toscana di 37 persone, si è caricato di un valore ancora più simbolico in un momento in cui la pace nella regione appare fragile. Migliavacca ha ribadito come «queste esperienze servano a mantenere viva l’attenzione sulla realtà della Terra Santa, dove il dialogo e la presenza dei cristiani sono un ponte tra culture e popoli».

L’assistenza alle persone coinvolte è garantita anche dalla nunziatura apostolica in Giordania, mentre in Italia sono in corso i contatti con le autorità per favorire un rapido rientro. Resta il senso di una testimonianza vissuta con dignità e compostezza: «In questi giorni difficili – ha concluso il vescovo – non è mancata la preghiera, che continua ad accompagnarci, insieme alla speranza».

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