Cronaca
Crac Banca Etruria, colpo di spugna della Cassazione: annullati i sequestri ai big. Tutto al Riesame
I giudici della Corte di Cassazione hanno così accolto la richiesta della procura generale, che aveva chiesto l’annullamento con rinvio, non ravvisando il requisito del “periculum in mora”: toccherà quindi al tribunale del riesame pronunciarsi di nuovo sulla legittimità della misura.
Il periculum in mora (non ravvisato in questa circostanza) consiste nel possibile danno in cui potrebbe incorrere il diritto soggettivo, per il quale si richiede la misura cautelare, se rimanesse senza alcuna forma di tutela giuridica fino alla pronuncia di merito. Costituisce, insieme al fumus boni iuris (apparente sussistenza del diritto soggettivo vantato) condizione dell’azione cautelare. La sua esistenza è requisito di ammissibilità del ricorso che introduce il procedimento. Generalmente si distingue il periculum in mora in due categorie: il pericolo da infruttuosità e il pericolo da tardività. Il primo è quello per cui, durante il tempo occorrente per lo svolgimento del processo di cognizione, si possano verificare dei fatti tali da pregiudicare o rendere più difficoltosa la futura attuazione della decisione di merito. Il secondo, invece, consiste nella circostanza per cui il tempo occorrente per il giudizio di cognizione aumenti lo stato di insoddisfazione del diritto soggettivo, per cui si richiede la tutela cautelare fino al punto da pregiudicarlo.
La richiesta di sequestro, a garanzia di un potenziale risarcimento danni per complessivi 116 milioni di euro, era stata presentata dal commissario liquidatore dell’ex Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Giuseppe Santoni, dopo l’udienza preliminare che stabilì i rinvii a giudizio. Le richieste di Santoni riguardavano 16 dei 25 imputati, tra cui figurano l’ex presidente Lorenzo Rosi, l’ex vicepresidente Giorgio Guerrini e il consigliere Giovanni Inghirami. L’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, che avevano scelto la via del processo col rito abbreviato e condannati a cinque anni dal gup di Arezzo, non erano stati raggiunti dalla richiesta. Gli avvocati difensori avevano chiesto l’annullamento senza rinvio, l’avvocato del liquidatore Santoni, Satta, aveva invece chiesto la conferma del sequestro. Per la Cassazione, invece, sarà il tribunale del Riesame a doversi pronunciare.





