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giovedì | 04-12-2025

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Cronaca

Caprese, figli allontanati. I genitori: “Non sappiamo più nulla dei nostri bambini”

Caprese Michelangelo – A 48 giorni dal provvedimento del Tribunale per i Minorenni di Firenze, i genitori denunciano: «Non sappiamo nulla dei nostri figli».

Dopo il caso della famiglia che viveva nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti, un’altra vicenda simile emerge da Caprese Michelangelo, in provincia di Arezzo. Due bambini di 8 e 4 anni sono stati allontanati dalla loro famiglia e trasferiti in una comunità protetta in seguito a un provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Firenze. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Verità e approfondita dalla trasmissione televisiva Fuori dal Coro.

La famiglia e la scelta di vita

I genitori – Harald, perito elettronico originario di Bolzano, e Nadia, di origine bielorussa – avevano scelto uno stile di vita appartato, vivendo in una casa immersa nel bosco. I figli seguivano un percorso di istruzione parentale e, secondo quanto riportato, non avrebbero completato tutti gli obblighi vaccinali.

Questi elementi avevano portato i servizi sociali a monitorare la situazione familiare, fino all’intervento dell’autorità giudiziaria.

L’allontanamento del 16 ottobre

Le immagini dell’allontanamento, un intervento congiunto di carabinieri, assistenti sociali e personale inviato dal Tribunale per i minorenni di Firenze, diffuse da Fuori dal Coro in onda su Rete 4, mostrano l’arrivo degli assistenti sociali e delle forze dell’ordine incaricate di eseguire il decreto. L’intervento, documentato dalle videocamere della famiglia, risalirebbe allo scorso 16 ottobre: i bambini vengono prelevati tra urla e momenti concitati; il più piccolo viene portato fuori in pigiama e senza scarpe.

Secondo La Verità, il decreto di allontanamento è stato firmato dalla giudice minorile del Tribunale di Firenze Nadia Todeschini. Le motivazioni riguarderebbero l’asserita irregolarità nelle procedure dell’istruzione parentale e la mancata collaborazione con i servizi sociali per i controlli sanitari.

La versione dei genitori

La madre, Nadia, racconta così quei momenti:
«Sono 47 giorni che non abbiamo loro notizie. Neppure una telefonata, nemmeno per i compleanni. Siamo distrutti. Che male abbiamo fatto?»

Il padre riferisce una dinamica che definisce «una trappola»:
«Ci hanno detto che dovevano notificarci un atto. Poi sono spuntati agenti in tenuta antisommossa che ci hanno impedito di tornare in casa. Ho urlato a mio figlio di non aprire, ma lui pensava fossi io. Appena ha aperto, sono entrati».

L’uomo sostiene inoltre di aver sporto denuncia, contestando la validità formale del decreto mostrato al momento dell’intervento:
«Non c’era la firma del giudice. Con quale diritto ci hanno portato via i nostri bambini?»

La famiglia spiega di essersi trasferita in Toscana dalla Val Badia dopo anni di lavoro nella gestione di un albergo:
«Cercavamo tranquillità. E invece ci hanno distrutto la vita», conclude il padre.

La situazione attuale

Al momento, i bambini sono affidati a una comunità protetta. I genitori dichiarano di non avere ancora ricevuto aggiornamenti ufficiali, né possibilità di contatti con i figli. Sulla vicenda permane il massimo riserbo istituzionale, trattandosi di un procedimento di competenza del Tribunale per i Minorenni, i cui atti non sono pubblici.