Cronaca
Campoluci e Matrignano, ancora un rinvio dello sgombero degli anziani: le famiglie resistono

La scena si è consumata stamani, nel silenzio rotto solo dall’arrivo delle auto dei Carabinieri, il Nucleo del Nas, della Polizia Municipale, dei sanitari della Asl Tse e dei volontari dell’Anpas e della Misericordia di Arezzo. Su ordine del Tribunale di Arezzo, gip Claudio Lara, doveva essere dato seguito allo sgombero della struttura di Campoluci, dove da anni vivono 10 anziani, altri 4 a Matrignano: da oggi dovevano essere trasferiti in altre residenze individuate dall’Asl. Ma alla fine, un nulla di fatto, anche se anziani e familiari restano in ansia: “Qui c’è condivisione e cura, non un abuso”.
AREZZO – Doveva essere il giorno dello sgombero per le strutture di Campoluci e Matrignano, considerate dalla procura Rsa abusive. Forze dell’ordine, carabinieri, polizia municipale e operatori sanitari si sono presentati questa mattina per eseguire il sequestro degli immobili disposto dal giudice. Ma l’opposizione ferma dei familiari affiancati dai legali e degli ospiti, ha portato a un nuovo rinvio, il terzo.
Gli anziani della struttura sono dieci, tutti ultraottantenni, alcuni non autosufficienti. «Qui non c’è abbandono – hanno spiegato i parenti – ma condivisione, compagnia e assistenza. Le badanti si prendono cura di loro, le famiglie li seguono e i medici li visitano. È una formula che funziona».
Le strutture sono nate come cohousing per anziani: regolari contratti di affitto con i proprietari degli appartamenti, assistenza quotidiana garantita dalle badanti, spazi comuni per stare insieme. Per molte famiglie questa soluzione ha rappresentato un’alternativa dignitosa in un contesto dove i posti nelle RSA risultano insufficienti.
Dal punto di vista della magistratura, però, la vicenda è diversa. Il pm Angela Masiello contesta ai gestori e ai proprietari degli immobili – quattro le persone indagate – la conduzione di vere e proprie case di riposo prive delle autorizzazioni necessarie, con ipotesi di esercizio abusivo di attività infermieristica e gestione impropria di farmaci. In passato, però, qualcuno degli indagati era già stato assolto da accuse simili. Lo sgombero, ordinato dal Gip di Arezzo il 31 luglio, doveva essere effettuato nel mese di agosto, rinviato su richiesta dei familiari, ora un altro rinvio.
Per le famiglie resta l’amarezza. All’esterno sono comparsi striscioni con messaggi chiari: “Lasciate vivere i nostri genitori a casa loro”, “Qui l’amore incondizionato delle loro badanti allevia la loro malattia”. La preoccupazione è forte: «I nostri cari, già fragili e abitudinari, potrebbero non reggere un trasferimento forzato».
Campoluci e Matrignano sono così diventati un caso simbolo, al confine tra legalità e bisogni reali. Da una parte la necessità di rispettare regole e autorizzazioni, dall’altra l’urgenza di trovare soluzioni concrete per gli anziani che restano fuori dai circuiti ufficiali.
Per ora, gli ospiti e le famiglie possono tirare un sospiro di sollievo: lo sgombero è stato di nuovo rinviato. Ma la domanda di fondo resta aperta: chi si prenderà cura, e come, delle persone che non trovano posto nelle RSA?