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venerdì | 09-05-2025

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Aspettando il nuovo Papa, ricordiamo l’eredità di Francesco: 12 momenti in 12 anni d’un pontificato rivoluzionario

In occasione dell’apertura del Conclave per l’elezione del nuovo Papa, rivolgiamo lo sguardo a Papa Francesco, ricordandone la figura attraverso 12 momenti emblematici che più di altri raccontano la sua visione, il suo impatto e il suo essere stato, profondamente, il Papa del nostro tempo. Dalla disarmante e dirompente semplicità del primo saluto alla riforma della Chiesa, passando per viaggi storici e aperture pastorali. Con l’indizione d’un Giubileo Straordinario e l’avvio di quello Ordinario, tutt’ora in corso. Il lascito coraggioso di Jorge Mario Bergoglio, il Papa venuto “dalla fine del mondo”.

È morto il 21 aprile 2025, Papa Francesco. Il suo pontificato, iniziato il 13 marzo 2013, resterà uno dei più incisivi ed evolutivi della storia contemporanea della Chiesa. Per dodici anni, Jorge Mario Bergoglio ha cercato di trasformare il volto del cattolicesimo mondiale, con gesti forti, discontinuità dal passato, riforme radicali e una pastorale incentrata sulla misericordia, sull’inclusione e sull’attenzione agli ultimi.

Abbiamo individuato 12 momenti-evento che più di altri possano raccontare la visione e l’impatto di un Papa del suo tempo. Di questo nostro tempo.

1. La scelta del nome e i primi gesti distintivi

Quando, affacciandosi alla loggia di San Pietro, disse semplicemente “Fratelli e sorelle, buonasera!”, fu subito evidente trattarsi di uno di quei momenti-verità che non lasciano niente di quel che trovano com’era prima. Scelse il nome “Francesco” — mai usato in precedenza — ispirandosi al Santo di Assisi, al suo vivere essenziale, alla sua considerazione nei confronti dei poveri. Quasi in omaggio a quello che poi sarà ridefinito “il suo stile francescano”, Papa Francesco rifiutò l’appartamento pontificio, scelse una comune auto media al posto della berlina papale e, appena eletto, pagò personalmente il conto dell’albergo dove aveva soggiornato durante il Conclave. Gesti piccoli, di per sé; ma molto incisivi, specialmente sotto il profilo mediatico: a simboleggiare la forza d’una rivoluzione che partiva dal basso, dall’umiltà, rivolgendosi dritta al cuore delle persone. La stessa forza comunicativa con cui porterà alla luce gli ultimi, i diversi, gli invisibili.

2. La riforma della Curia: trasparenza e sinodalità

Con la Costituzione Praedicate Evangelium, entrata in vigore nel 2022, Papa Francesco ha compiuto la più ampia riforma della Curia romana dagli anni di Paolo VI. Ha accorpato dicasteri, valorizzato i laici (incluso l’accesso alle donne anche per ruoli dirigenziali) e voluto una struttura più missionaria e meno autoreferenziale. Il principio guida: una Chiesa in uscita, più sinodale e partecipata.

3. Laudato si’: l’ecologia come giustizia sociale

Nel 2015 pubblicò l’enciclica Laudato si’, un potente e coraggioso atto di denuncia contro lo sfruttamento del pianeta Terra e per combattere l’indifferenza verso i poveri. Papa Francesco ridefinì il nostro pianeta come “la nostra casa comune”, proponendo una “ecologia integrale” che unisce ambiente, economia e dignità umana. Non a caso è stata citata più e più volte nei vertici ONU e al centro di dialoghi interreligiosi.

4. L’istituzione della Giornata Mondiale dei Poveri

Nel 2016 volle istituire una giornata annuale per mettere al centro dell’agenda della Chiesa — non solo simbolicamente — i poveri in quanto persone escluse. La Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata ogni anno la penultima domenica di novembre, a partire dalla prima volta che fu il 19 novembre 2017, è divenuta una tappa fissa dell’impegno ecclesiale nella carità concreta. (E tutto ciò pur esistendo già la “Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà”, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 che ogni 17 ottobre sensibilizza sulla necessità di abbattere la povertà in tutto il mondo. Come a significare una maggior concretezza nel dedicarsi ai poveri in quanto esseri umani anziché nel celebrare un giorno di ricorrenza sul problema della povertà).

5. La lotta contro gli abusi: passi avanti tra ostacoli

La creazione della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, la rimozione di alti prelati coinvolti e la pubblicazione di nuove linee guida hanno rappresentato un cambio di passo concreto e importante. In ciò, il Santo Padre ha saputo affrontare critiche sia da chi lo riteneva troppo cauto sia da chi vedeva nel suo operato un’accelerazione rischiosa. Comunque il suo orientamento per un cammino verso una Chiesa più sicura non si è mai interrotto.

6. L’abbraccio ai migranti: il viaggio a Lampedusa

Il giorno 8 luglio 2013, a pochi mesi dall’elezione, Papa Francesco si recò a Lampedusa – suo primo viaggio istituzionale fuori dal Vaticano – per ricordare le vittime dei naufragi nel Mediterraneo. Denunciò la “globalizzazione dell’indifferenza” e lanciò un appello forte per una politica dell’accoglienza. Da allora il tema delle migrazioni è stato un cardine della sua azione pastorale e diplomatica.

7. L’incontro con il Patriarca Kirill a Cuba

Il 12 febbraio 2016, all’aeroporto dell’Avana, il Papa incontrò Kirill, Patriarca di Mosca. Fu il primo incontro tra i leader delle due Chiese – la Cattolica e l’Ortodossa – dopo lo scisma del 1054. Un gesto storico, anche se il successivo deterioramento dei rapporti a causa della più recente guerra in Ucraina ha poi complicato il cammino del dialogo.

8. I viaggi in terre di conflitto e speranza

Tra gli oltre 60 viaggi apostolici, molti sono stati particolarmente simbolici e coraggiosi. Per fare solo qualche esempio:

Iraq (2021): primo Papa a mettere piede nella terra di Abramo, tra rovine e speranze post-belliche.
Myanmar e Bangladesh (2017): toccante il suo incontro con i profughi Rohingya.
Cuba e Stati Uniti (2015): un ponte tra due mondi ideologicamente opposti. I suoi viaggi sono stati strumenti pastorali e diplomatici costantemente al servizio della pace.
Il 24 settembre 2015 fa registrare la prima volta in cui un Papa è presente di persona davanti al Congresso USA.

9. Il Documento sulla Fratellanza Umana

Ad Abu Dhabi, nel 2019, firmò con l’Imam di Al-Azhar una dichiarazione storica per promuovere la pace, la tolleranza e la convivenza tra religioni. Quel documento ha dato vita al Comitato per la Fratellanza Umana e al successivo riconoscimento dell’ONU con la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana che si celebra il 4 di febbraio.

10. Inclusione, famiglia e apertura: Amoris Laetitia

Attraverso due Sinodi e l’esortazione apostolica Amoris Laetitia (2016), Papa Francesco ha promosso una nuova attenzione alle “periferie esistenziali” della Chiesa. Ha aperto cammini di discernimento per divorziati risposati, invitato a un ascolto rispettoso delle persone LGBTQ+ e proposto una visione più umana della pastorale familiare, senza cambiare la dottrina ma trasformando radicalmente l’approccio.

11. Il Giubileo della Misericordia (2015-2016)

Nel marzo 2015, a sorpresa, Papa Francesco annunciò un Anno Santo Straordinario: il Giubileo della Misericordia, che si aprì ufficialmente l’8 dicembre 2015. L’evento, dedicato al tema centrale del suo pontificato — la misericordia come volto della Chiesa — si caratterizzò per l’apertura delle Porte Sante in ogni diocesi del mondo, non solo a Roma.

Ma ci riguarda da vicino perché fu anche un momento di particolare prossimità a una delle realtà più radicate nel tessuto sociale nazionale: il Movimento delle Misericordie. Il Papa più volte ne lodò l’opera silenziosa, misericordiosa, continua e concreta a favore dei malati, dei poveri, dei migranti, degli ultimi, riconoscendone il valore come espressione viva del Vangelo. In occasione del Giubileo ricevette delegazioni da tutta Italia, sottolineando che “la Misericordia non è un concetto astratto, ma un modo di vivere”.

Quel Giubileo fu uno dei momenti di maggiore partecipazione popolare del pontificato: milioni di pellegrini, volontari, confraternite, religiosi e laici riscoprirono la centralità della Misericordia come stile cristiano. Un’eredità che oggi più che mai risuona attuale, in grado di tracciare significativamente la contemporaneità dei valori del Movimento delle Misericordie, delle “7 Opere di Misericordia corporali” e delle “7 Opere di Misericordia spirituali”.

12. Il discorso sull’Intelligenza Artificiale al G7 del 16.06.2024

Prima volta di un Papa al G7, a Borgo Egnazia, in Puglia, il 16 giugno 2024. Alle ore 14.55, nella Sala Arena, Papa Francesco apre la Sessione comune dei lavori del G7 pronunciando il suo storico discorso sul tema dell’AI Intelligenza Artificiale, che definì “uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso (…) impone una riflessione all’altezza della situazione”. Un discorso articolato e completo, di straordinario e puntuale contenuto, letteralmente profetico. Mai la Chiesa si era occupata tanto approfonditamente e altrettanto tempestivamente di un fenomeno epocale così trasformativo sulle comunità e sul loro tessuto sociale, mostrando ogni più attenta considerazione per una simile espressione della contemporaneità e per la sua incisività sul futuro di tutti noi.

In un’immagine, la Storia: l’Urbi et Orbi del 27 marzo 2020 nella COVID19

Il 27 marzo 2020, nel pieno della pandemia da Coronavirus SARS-Cov-2, in regime di lock-down, Papa Francesco ha presieduto un momento straordinario di preghiera e impartito la benedizione “Urbi et Orbi” in una Piazza San Pietro deserta. Sotto una pioggia battente, il Pontefice ha pregato davanti all’icona della Salus Populi Romani e al Crocifisso di San Marcello, simboli di protezione e speranza per i fedeli. Nel suo discorso, ha sottolineato la necessità di affrontare insieme la tempesta, riconoscendo la fragilità umana e l’importanza cruciale della solidarietà. ​

Questa immagine, con l’incedere del Papa solitario nella pioggia della sera, è diventata un simbolo potente – quel che si dice “un’icona” – della resilienza e della fede durante la più grave ed estesa crisi sanitaria del nostro tempo. La scena è stata trasmessa in diretta ovunque e ha raggiunto miliardi di persone in tutto il mondo, offrendo conforto e un sentimento di unità che hanno ignorato distanze e abbattuto confini. Un antidoto spirituale al disorientamento dell’umanità intera.

Il massimo rappresentante della Chiesa cattolica ma al contempo anche soltanto un essere umano, a farsi carico da solo del peso di quei momenti cupi; a portarli con sé anche per tutte le genti del mondo.

Fino all’ultimo, con quella benedizione di Pasqua impartita a sorpresa e di persona dalla Papa-mobile girando per il bagno di folla delle 50mila presenze in piazza San Pietro.

Ancora un’ultima volta, proprio alla vigilia del suo decesso, “un Papa tra la gente, con la gente e per la gente”.

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