Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

mercoledì | 19-11-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Cronaca

Aggressione a un infermiere durante la medicazione: dopo il rifiuto iniziale, arrivano le scuse

Era maggio 2023 quando un intervento sanitario di routine a Tegoleto (Civitella, Arezzo) si trasformò in una scena di violenza inaspettata. Durante una medicazione, un uomo di 70 anni, residente nella frazione, aggredì improvvisamente l’infermiere del 118, Bruno Bruschi (nella foto): insulti, spintoni, una scarpa e una bottiglia d’acqua lanciate addosso, fino a un pugno alla spalla che gli valse cinque giorni di prognosi. I motivi di quell’esplosione di ira restano tuttora poco chiari, e la vicenda — dopo mesi e mesi— si è trascinata senza riconciliazione.

Bruschi, assistito dal proprio legale Stefano Buricchi, aveva sin dall’inizio tentato la via del dialogo, offrendo all’aggressore una possibilità di chiudere la questione in modo conciliatorio: una lettera di scuse pubbliche e un risarcimento. Un percorso che avrebbe portato al ritiro della querela — che comunque rimaneva reato perseguibile d’ufficio — e alla ricomposizione del conflitto. Il settantenne, però, scelse inizialmente di non aderire, avviando il procedimento giudiziario.

Davanti al giudice si sono così tenute le udienze; durante le udienze sono stati ascoltati anche i volontari e i carabinieri intervenuti quella sera, quando l’ambulanza dovette essere scortata perché l’uomo, fuori controllo, continuava a minacciare e aggredire l’infermiere chiamato ad aiutarlo.

Poi la svolta, nei giorni scorsi: l’aggressore ha inviato una lettera di scuse, ammessa agli atti nell’udienza di ieri. Nel testo riconosce l’errore commesso, chiede clemenza e racconta di aver vissuto un lungo periodo di prostrazione dopo quanto accaduto.

Bruschi, dopo un confronto con il suo avvocato, ha deciso di accogliere le scuse e accettare il risarcimento possibile: ha ritirato la querela e rinunciato alla costituzione di parte civile. Una parte del risarcimento sarà devoluta a un’associazione del territorio che si occupa di riabilitazione in acqua per ragazzi: «Mi sembra la scelta più giusta», ha dichiarato l’infermiere.

La procedura penale d’ufficio resta comunque in corso: la pronuncia è fissata per il 26 gennaio e il ravvedimento dell’imputato potrebbe essere valutato dalla Corte.

La posizione di OPI Arezzo

Sul caso interviene l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Arezzo.

«La lettera di scuse rappresenta un segnale importante e deve contribuire al rafforzamento di una cultura del rispetto verso gli operatori sanitari», afferma il presidente Giovanni Grasso.

OPI ribadisce come la decisione di non accettare l’archiviazione e sostenere Bruschi non fosse dettata da spirito punitivo:
«Non si trattava di accanirsi — precisa Grasso — ma di ribadire con forza che certi comportamenti nei confronti dei soccorritori non sono ammissibili. Il messaggio #rispettachitiaiuta, che ha guidato la nostra campagna, continua a essere uno dei cardini della nostra attività».

Bruschi, da parte sua, ha ringraziato l’Ordine e il sindacato Nursind per il sostegno ricevuto durante tutto il percorso.