Venticinque anni fa ci lasciava Monsignor Angelo Tafi

Tra le tantissime immagini che ho di monsignor Angelo Tafi, la più bella e significativa è per me quella che faceva da sigla al programma di Teletruria “Terra di Arezzo”. Si vede lui con talare e basco mentre per una strada di campagna va verso un’antica Pieve della diocesi aretina; tiene al guinzaglio il suo cane e accanto lo accompagna il dottor Pierluigi Rossi, conduttore del fortunato programma. Ecco, in quell’immagine c’è don Angelo: il sacerdote, il suo amore per le “madri vegliarde” – come lui chiamava le antiche pievi – lo storico, il divulgatore, il suo affetto per il “fedelissimo Jolly”, la complicità con Pierluigi Rossi, che ci ha donato preziose perle di una televisione colta.
Monsignor Tafi ci ha lasciato venticinque anni fa, il 14 agosto 2000. Era l’anno del Giubileo, che lui aveva atteso con grande entusiasmo e qualche preoccupazione: accanito fumatore, al sentire Papa Giovanni Paolo II invitare i fedeli a qualche rinuncia nell’anno giubilare, come quella di fumare qualche sigaretta in meno, aveva sbuffato con rassegnazione “si farà anche questa …”.
Tafi è stato tante cose. È stato un illustre biblista, un attento storico della Chiesa Cattolica, un tenace ricercatore sulla storia della Chiesa aretina e della Terra di Arezzo, un fine divulgatore, un brillante conferenziere, uno stimato docente nelle scuole pubbliche e nei seminari di Arezzo e Siena. Conosceva il francese, il latino, il greco antico, l’ebraico, si interessava di aramaico e anche di russo. Ma don Angelo è stato soprattutto un grande sacerdote.
Angiolino Tafi detto Angelo era nato il 5 aprile 1921 a Sant’Agata in Arfoli, nel comune di Reggello (Firenze). Il padre Virgilio, di origini pisane, era dipendente della famiglia Budini Gattai e svolgeva il servizio di “guardia” presso la Fattoria di Montecchio Vesponi, dove aveva conosciuto Angiolina Forasassi, abitante al Toppo Frassinello (Castiglion Fiorentino). Dopo il matrimonio, Virgilio fu trasferito alla Fattoria di Bonsi, presso Reggello, appartenente ai medesimi proprietari.
Pochi anni dopo avvenne un altro trasferimento di Virgilio alla Fattoria di Cavaglioni, presso San Rocco a Pilli e fu lì che il piccolo Angelo frequentò le scuole elementari.
Qualche anno dopo Angelo entrò nel Seminario Arcivescovile di Siena, per passare poi nel Collegio dei Salesiani di Firenze e in seguito nel Seminario Vescovile di Arezzo.
Dopo il liceo, Angelo si iscrisse alla Pontificia Facoltà di Teologia di Posillipo (Napoli). Il 10 ottobre 1943 fu ordinato sacerdote e nel 1945 conseguì la laurea in Teologia presso l’Università Gregoriana di Roma. Negli anni seguenti conseguì la Licenza in Diritto Canonico presso il Pontificio Istituto Utriusque Juris e il diploma in Paleografia, Archivistica e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Roma.
Dal 1947 ha insegnato per 25 anni Esegesi Biblica, Lingua Ebraica e Lingua Greco-Biblica presso il Seminario aretino. Dal 1948 ha insegnato per 27 anni Religione nelle Scuole statali di Arezzo. Ha insegnato per un certo periodo anche nel Seminario di Siena. Chi lo ha avuto per insegnante, lo ricorda anche a distanza di molti anni per il suo particolare modo di spiegare. Pochi mesi fa ho incontrato sull’Amiata un anziano sacerdote e quando ha saputo che ero di Arezzo, ha rammentato gli anni di seminario nella nostra città, ricordando i migliori insegnanti, tra i quali non poteva mancare Monsignor Tafi.
Oltre all’insegnamento, Don Angelo è stato anche parroco di parrocchie di campagna. Prima ad Albiano, nella Valcerfone, in seguito al Bagnoro, poi per 19 anni a Pergognano nella Val di Chio e infine a Molin Nuovo.
Nel tempo libero che gli rimaneva tra l’insegnamento e la cura d’anime, ricercava negli archivi, leggeva, studiava e poi scriveva. Il frutto dei suoi lavori veniva pubblicato in riviste e libri o divulgato in brillanti conferenze, in giro per mezza Italia.
Sono ben 65 i volumi pubblicati da Monsignor Tafi e diversi superano le 400 pagine. Ha scritto anche centinaia di articoli in giornali, riviste, Atti di accademie, Bollettini di associazioni o istituzioni varie. Parecchi suoi libri si sono esauriti poco dopo la pubblicazione, a testimoniare l’interesse dei lettori per i suoi lavori. Ha scritto anche alcune voci su importanti enciclopedie.
Il suo primo lavoro di Storia Sacra è del 1948, mentre al 1969 risale il suo primo libro di storia della terra aretina “Una piccola chiesa di campagna”, dedicato alla sua chiesa di Pergognano (Castiglion Fiorentino). L’ho letto e riletto più volte e lo considero un piccolo gioiello di storia locale, pieno di affetto per i suoi parrocchiani ancora dediti ai lavori dei campi; in esso già si poteva apprezzare la vasta conoscenza che Mons. Tafi aveva della nostra storia e delle vicende del cristianesimo aretino.
Nei suoi lavori don Angelo univa la grande scrupolosità verso la verità storica alla facilità del linguaggio, semplice da comprendere per tutti. Questa sua capacità di rivolgersi a chiunque, lo aveva portato negli ultimi anni a divulgare la storia delle oltre 70 Pievi aretine nel sopracitato programma, “Terra di Arezzo”, condotto dal dottor Pierluigi Rossi. Don Angelo partecipò volentieri a quel programma perché diceva spesso che il divulgare è una forma di evangelizzazione, in sintonia quindi, con la missione del cristiano: “cerco di volgarizzare, che in fin dei conti è una maniera di evangelizzare; il mio scopo è far conoscere al popolo, col linguaggio più piano, affinché cresca. Divulgare, quindi, ma su basi scientifiche”.
Don Antonio Bacci, anche lui valente storico della terra di Arezzo, scrisse: “Mons. Angelo Tafi può davvero considerarsi un padre della Chiesa aretina moderna. Egli ci ha fatto conoscere ed amare la nostra terra, e ci ha dato un grande insegnamento di passione civile e cristiana”. E il celebre medievista francese, Prof. Jean Pierre Delumeau, scrive: “i miei anni sotto la benevolente guida di Don Tafi sono stati i più fecondi del mio percorso di storia aretina”.
Come ebbe a scrivere lui stesso, Don Angelo non è mai stato “uno di quelli che annusano il vento che tira prima di decidersi a prendere posizione”. Se era convinto della giustezza di una opinione o di una battaglia non si tirava indietro, ma combatteva, da solo o con eventuali alleati. Potrei fare parecchi esempi, ma bastino il suo intervento per la difesa dell’area sacra etrusca di Camucia oppure il suo impegno per riportare la Chimera ad Arezzo.
Sono passati venticinque anni dalla morte di Mons. Tafi, ma non è stato dimenticato. Anche le istituzioni gli hanno reso omaggio e se il Comune di Arezzo gli ha intitolato una strada, il Comune di Castiglion Fiorentino, oltre ad una strada gli ha dedicato un’ala della sua Biblioteca, arricchita dalle migliaia di libri donati dallo stesso Don Angelo.