Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

lunedì | 02-06-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

San Giovanni Valdarno, la Pieve si riempie di voci per la pace: una serata di testimonianze e impegno civile

Una Pieve gremita, quella di San Giovanni Valdarno, ha accolto ieri sera un evento toccante e intenso, organizzato dal comitato per la pace, che ha visto la partecipazione di numerose associazioni, cittadini, studenti e rappresentanti del mondo civile e religioso.

Protagonisti della serata, le parole forti e cariche di dolore di Padre Ibrahim Faltas, che ha portato alla comunità il grido della Palestina ferita, e quelle di Giacomo Gambassi, giornalista, che ha raccontato le drammatiche conseguenze della guerra in Ucraina. Accanto a loro, le voci di speranza e impegno di Marco Tarquinio, già direttore di “Avvenire” e oggi eurodeputato, che ha ribadito la necessità di contrastare la corsa al riarmo con la diplomazia come unica vera arma per la pace, e di Franco Vaccari, fondatore di Rondine Cittadella della Pace, che ha testimoniato l’importanza del riconoscere l’altro non come nemico, ma come persona da comprendere.

A completare il quadro della serata, l’intervento di Sergio Bassoli della CGIL, che ha offerto un’analisi lucida e preoccupata della situazione internazionale, sottolineando le minacce crescenti alla convivenza civile e alla democrazia.

Profonda attenzione è stata rivolta anche ai racconti degli studenti dell’ISIS Valdarno e dei Licei Giovanni da San Giovanni, coinvolti nei percorsi educativi promossi da Rondine. Le loro voci, sincere e appassionate, hanno restituito il senso autentico di un impegno che nasce dal basso e guarda al futuro con consapevolezza.

Per oltre due ore, la Pieve è stata teatro di un incontro corale di riflessione, denuncia e speranza. Si è parlato di un mondo attraversato da ingiustizie, conflitti, prepotenze che generano disuguaglianze e sofferenze, ma anche di una volontà collettiva di reagire, di non rassegnarsi, di costruire comunità fondate sulla dignità, sul dialogo, sul rispetto.

Il comitato per la pace ha rinnovato il proprio invito ad associazioni, gruppi e singoli cittadini che desiderano “muoversi” oltre la commozione, per diventare protagonisti attivi di un cambiamento necessario. Un appello rivolto anche alle istituzioni locali e ai sindaci del territorio, affinché sostengano questo cammino con convinzione e responsabilità.

«Siamo un movimento che nasce dal basso – è stato ribadito – e che chiede alla politica di tornare ad ascoltare, a mettere al centro i diritti sociali, la lotta alle disuguaglianze, la difesa della persona come fondamento della pace e della convivenza civile».

Il grazie finale è stato rivolto a tutti coloro che, con gesti piccoli o grandi, hanno reso possibile l’organizzazione dell’incontro. «Che bello – è stato detto – sentirsi parte di qualcosa di più grande di noi».

E mentre nella Pieve ancora riecheggiavano parole e applausi, qualcuno ha ricordato un titolo evocativo di Arturo Paoli: “Camminando s’apre cammino”. Un auspicio, un programma, forse già una realtà. Perché anche ieri sera, alla domanda “Chi vuole davvero la pace?”, in molti hanno alzato la mano.

Articoli correlati