Coronavirus: la resistenza gentile di Anna, lontana da casa per scelta Ar24Tv

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Anna Martini, originaria di Arezzo, lavora e vive a Milano. È una giornalista e si occupa di formazione per giornalisti e professionisti nell’ambito della comunicazione. Proprio per lavoro lascia Milano il 15 febbraio. Si dirige prima nelle Marche e poi ad Arezzo, dove è attesa anche dalla famiglia. Lavora da remoto, evita luoghi affollati e prende tutte le precauzioni del caso.
Un funerale la porta a ripartire per Forlì e, per l’occasione, usa come appoggio una casa di famiglia a Gabicce Mare. Il susseguirsi degli eventi è noto a tutti. Prima le restrizioni per alcune province – tra cui quella di Pesaro e Urbino -, poi la chiusura totale dell’Italia. La decisione non tarda ad arrivare: ha la possibilità di fare ritorno ad Arezzo ma decide di rimanere. A Gabicce non è sola, è con il suo fidanzato. In ogni caso, mi confida, si sarebbe trattenuta anche senza di lui.
“Mi sento molto fortunata. Ci tengo a dirlo. Sono molto fortunata perché in questo disagio ho un piccolo appoggio che permette a me e alle persone a cui voglio bene di stare in sicurezza“. Così Anna inizia un nuovo periodo di vita nella “terra di mezzo”, così la definisce. Lavoro agile e qualche uscita per i beni di necessità. “Il clima anche qua non è dei migliori. Ci sono tante persone anziane. Ieri sono passata dalla farmacia ed ho assistito alla scena di farmacisti trincerati che cercavano di comunicare a distanza mostrando le scatole dei medicinali. Io credo che si stiano diffondendo due virus al momento: il COVID-19 e la paura. Anche qui, dove d’inverno ci sono pochissime persone, si avverte la crescente preoccupazione“.
Lei però ha ben chiaro ciò che vorrebbe trasmettere con la sua storia:
“Stare isolati dai propri familiari, stare lontani dalla propria città di residenza si può fare. Si può fare e si deve fare. È fondamentale per tutelare noi e la comunità. È certamente difficile e per questo è necessario trovare una forma di equilibrio mentale per te stesso e per i tuoi cari. Le persone che mi sono care sono sparse un po’ ovunque: Arezzo, Milano, Romagna. Capisco la preoccupazione. Bisogna rimanere lucidi e bisogna sostenersi senza dare peso, anche se nell’animo rimane sempre un po’ di sana preoccupazione. Io avevo già scelto di non tornare prima che ci fosse il decreto, ho preso questa scelta nel momento in cui la provincia di Pesaro e Urbino è diventata zona rossa. Non avrei costretto solo me stessa alla quarantena, ma anche la mia famiglia. Mi sembrava giusto e responsabile fare così“.
Nell’isolamento, però, c’è anche la possibilità di acquisire nuove capacità e consapevolezze.
“Ho imparato una nuova gestione del tempo e l’importanza di prendersi del tempo per sé fuori dal panico diffuso. Ho appreso la rilevanza di mantenere la lucidità non solo per la propria tranquillità, ma anche per quella di tutti gli altri. Viviamola come un’occasione per disintossicarci da perdite di tempo ed energie inutili. Ora è il momento di resistere“.
Rimarrà a Gabicce fino al 3 aprile?
“È una data davvero lontana nel calendario, dirlo ad alta voce può fare effetto. Però ti dico di sì. Spero solo che il mio fidanzato non sia costretto a rientrare a Milano per motivi lavorativi. Ad ogni modo questa è un’oasi di tranquillità, io sto bene“.
Nel suo racconto c’è anche spazio per la storia di una donna incrociata casualmente per strada. La storia di un punto di vista cambiato, di una preoccupazione che non è più rivolta solo a noi stessi.
“Ho perfino incrociato una madre in strada che diceva al figlio di stare attento a come giocava. ‘Stai attento a come giochi perché se ti rompi un braccio non possiamo andare in ospedale dal dottore. I dottori devono fare altre cose adesso e non possono curare tutti’“.
Pillole di quotidianità che fanno capire come anche a Gabicce Mare si resista, in una città che vede scomparire anche le poche anime che accoglie d’inverno.
“Se bisogna fare uno sforzo si fa. Ognuno di noi ha le persone del cuore lontane ma va bene così. Forse questa è la maggiore dimostrazione di affetto che si possa fare. Io non sono qui in esilio. La nostra forza può essere anche nello stare fermi. In questo arresto forzato la scelta più forte è imparare come fermarsi“.
Video realizzato a Gabicce da Anna Martini