Coldiretti Arezzo “Peste suina: subito stop ad import dal Belgio. Il punto con gli allevatori di Coldiretti Arezzo”

occorre uno stop immediato alla carne di maiale importata dal Belgio.
“E’ necessario – Spiega la Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – adottare misure urgenti per tutelare gli allevamenti nazionali e garantire al consumatore la fornitura di carni provenienti da animali sani.
Tra l’altro – sottolinea la Presidente – il nostro Paese importa dal Belgio suini vivi e carni fresche e lavorate per un valore di oltre 52 milioni, in crescita nel 2017 del 4% rispetto all’anno precedente”.
Dopo la scoperta l’Autorità per la sicurezza alimentare del Belgio (Afsca) si è subito attivata con i ministeri competenti per stabilire misure d’urgenza per evitare l’estendersi della malattia agli animali allevati. Francia e Lussemburgo hanno già chiesto misure di protezione allertando i propri servizi di sicurezza alimentare e i ministeri competenti anche in considerazione del fatto che il Belgio mantiene in questo momento lo status di “indenne da malattia” per quanto riguarda gli allevamenti suinicoli e non è dunque sottoposto ad alcun vincolo.
“Ma l’allarme scattato in Belgio conferma ancora una volta – dichiara il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – la necessità di introdurre subito l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti i salumi e i prodotti trasformati, che abbiamo più volte chiesto alle istituzioni, in una situazione che vede oggi due prosciutti su tre venduti in Italia provenienti dall’estero.
Ma occorre anche togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano prodotti per consentire interventi rapidi e mirati”.
La peste suina africana è una malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali, ma non gli esseri umani.
Questo virus può essere trasmesso facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo.
Considerata dunque la facilità di trasmissione, il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione.
“E’ importante che il virus non riesca ad entrare in Italia – dichiara Roberto Bemoccoli, allevatore di Arezzo dove conduce l’omonima azienda agricola – perché se così fosse dovremmo abbattere tutti gli animali presenti nelle aziende colpite, è fondamentale porre attenzione alle barriere sanitarie e non importare da questi paesi.
La nostra è un’azienda a conduzione familiare con l’obiettivo di portare sulle tavole dei consumatori un prodotto di alta qualità e adottiamo metodologie di allevamento all’avanguardia e in totale rispetto di tutte le normative vigenti”.
Da Arezzo, alla Valdichiana il messaggio degli imprenditori di Coldiretti arriva forte e chiaro “Stop all’importazione dal Belgio perché oltre al contagio e quindi alla malattia ci sarebbero abbattimenti obbligatori immediati in tutti i casi.
E’ fondamentale che il consumatore scelga cibo italiano e locale”.
A parlare è Angelo Polezzi dell’Azienda Agricola Borgonovo con sede a Cortona dove la famiglia alleva suini da oltre cento anni.
“Nell’ultimo ventennio ci siamo specializzata nell’allevamento di suini di razza cinta senese allevati secondo il disciplinare della D.O.P. che garantisce una tracciabilità di ogni singolo capo, dal giorno di nascita fino al momento della lavorazione ma notizie come questa ci fanno comprendere l’importanza di conoscere l’origine della carne e quindi la necessità dell’etichettatura di origine per tutelare il nostro lavoro e le scelte consapevoli dei consumatori”.