Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

martedì | 19-08-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Cento anni fa nasceva don Duilio Sgrevi, per 63 anni parroco di Pieve a Quarto. La battaglia a suon di campane e il sostegno di Andreotti

Parlare di Don Duilio Sgrevi, per 63 anni parroco di Pieve a Quarto scomparso sei anni fa, a molti farà tornare alla mente quel sacerdote con la talare e il basco nero, che spesso percorreva a piedi la SR 71 per recarsi ad Olmo. Ad altri, dalla memoria più lunga, tornerà in mente la curiosa battaglia che combatté a suon di campane, contro i decibel sparati in piena notte da una discoteca posta subito sotto la Pieve: una battaglia che si risolse con la ritirata del locale di intrattenimento, ma che costò a don Duilio una denuncia per disturbo della quiete pubblica… Comunque, ebbe la soddisfazione di ottenere l’appoggio morale dell’onorevole Giulio Andreotti e l’altra, di svegliare alle due di notte, quando il frastuono della discoteca era al massimo livello, il sindaco pro tempore del Comune di Arezzo, che aveva firmato l’autorizzazione al chiasso.

Per i parrocchiani di Pieve a Quarto e per chi lo ha conosciuto bene, don Duilio è stato altro. Per questo è giusto ricordarlo a 100 anni dalla sua nascita, avvenuta il 16 agosto 1925 a Castelluccio di Capolona (Arezzo).

Don Duilio Sgrevi ritratto in un'opera di Dario Polvani

Don Duilio Sgrevi ritratto in un’opera di Dario Polvani

Figlio di Gino ed Elisabetta Baldini, Duilio entrò nel Seminario aretino il 14 ottobre 1935 e fu ordinato sacerdote il 4 aprile 1948 nella Cappella della Madonna del Conforto. Nominato parroco di San Clemente in Valle (Loro Ciuffenna), nel 1956 fu trasferito a Pieve a Quarto, dove è rimasto fino alla morte, avvenuta il 12 marzo 2019.

Nella Prefazione ad una mia breve biografia di don Duilio, il Cardinale Angelo Comastri – allora Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano – scrisse: “Quando per la prima volta incontrai Don Duilio Sgrevi ebbi l’impressione di trovarmi davanti ad una “quercia”: la sua parola era sicura, il suo comportamento deciso e il suo sguardo rivelava un’anima con le radici ben immerse nel mistero sconfinato della Misericordia di Dio.

Don Duilio è un uomo felice di essere prete: si avverte appena ci si incontra con il suo sguardo e la sua gioia trabocca nell’anima di coloro che lo avvicinano”.

Sua Eminenza il Cardinale Comastri aveva visto giusto e infatti, chiunque avvicinasse don Duilio constatava la sua felicità di essere Sacerdote di Cristo. “Quanto sono felice di essere prete!” ripeteva spesso, con lo sguardo sereno, fino agli ultimi giorni.

Fin da quando era chierichetto nel suo paese aveva ammirato la figura di don Scipione Cortellini, il coraggioso parroco di Castelluccio, rapito e picchiato selvaggiamente da squadracce fasciste. Don Duilio lo aveva preso come esempio a cui ispirare la sua vita sacerdotale. Un altro esempio, indicatogli proprio da don Scipione, fu Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d’Ars, del quale amava citare alcuni suoi scritti.

Seguendo questi due maestri, don Duilio ha dedicato oltre 70 anni della sua vita di Pastore di anime al suo Gregge, alla sua Pieve, alla Chiesa Aretina. Don Duilio ha riservato tanta amorevole attenzione ai suoi parrocchiani, dagli ammalati, agli anziani e fino ai più giovani; il suo lavoro ha dato i suoi frutti e due suoi ragazzi sono poi diventati anch’essi sacerdoti. Il Vescovo di Arezzo, Mons. Riccardo Fontana, il giorno del funerale disse all’omelia: “Don Duilio ha aiutato un mare di persone nella tribolazione spirituale” ed in effetti passava volentieri il suo tempo nel confessionale, con pazienza, con amore, per amministrare il Sacramento della Riconciliazione, per sostenere spiritualmente tanta gente.

Don Duilio ha vissuto una vita intensa, fatta di incontri con tutti i più grandi Mistici cristiani del suo tempo e di pellegrinaggi alle tombe di quelli del passato, come Santa Gemma Galgani o Santa Veronica Giuliani, delle quali era molto devoto. Ha intessuto lunghe relazioni epistolari con grandi personaggi della politica, come Giorgio La Pira o il sopracitato Andreotti. Molti importanti uomini di chiesa hanno voluto bene a don Duilio: da Padre Pio oggi Santo, al Servo di Dio Mons. Stanislao Battistelli, dal citato Cardinale Comastri al Cardinale Gianfranco Ravasi, solo per citarne alcuni.

Parroco di Pieve a Quarto, don Duilio era innamorato della sua Pieve. La curava con affetto, sempre linda, pulita, restaurata, più che decorosa, come deve essere la Casa del Signore. Negli Anni Ottanta commissionò una storia della sua Pieve al professor Alberto Fatucchi, suo coetaneo ed estimatore.

Don Duilio era rimasto affezionato anche alla Chiesa di San Clemente in Valle, dove ogni tanto tornava a visitare gli antichi parrocchiani.

Lo voglio ricordare anche per il suo affettuoso attaccamento a Baldassarre Audiberti, il “Santo delle croci”, che considerava un alto mistico cristiano. Su di lui scrisse bellissime parole.

Un grande uomo don Duilio e un grande prete. Lo ricordo con affetto e gratitudine.