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Arezzo, il professor Santori contro le targhe “sbagliate”: «Così ridicolizziamo la Città della Musica»

AREZZO – È diventato virale in poche ore il post del professor Claudio Santori, noto musicologo e storico aretino, che sui social ha lanciato una dura critica contro alcune targhe stradali dedicate a musicisti della città, accusando errori storici e linguistici che – a suo dire – «ridicolizzano la cosiddetta Città della Musica».
Nel suo intervento, Santori parte da un caso che lo aveva visto impegnato da anni: la targa dedicata al compositore Antonio Cesti, noto come Marcantonio Cesti.
«Ma chi è che dà l’autorizzazione ultima alla stesura delle targhe stradali?» si chiede il professore, ricordando come avesse più volte chiesto la correzione del nome. «Da anni chiedevo, imploravo in tutti i modi e in tutte le sedi possibili che venisse eliminato lo sconcio della storpiatura del nome del compositore Cesti, che si chiamava Antonio, detto Marcantonio per dileggio».
La polemica si è riaccesa dopo la posa della nuova targa, che riporta la scritta “marcantonio” tra virgolette e con l’iniziale minuscola. «Alla fine hanno fatto la targa nuova scrivendo “marcantonio” fra virgolette (col malvezzo delle minuscole), sottolineando e rimarcando così definitivamente lo sconcio. Il “rimedio” blinda lo sconcio!» scrive Santori, con amarezza e ironia.
Il musicologo sottolinea come questa scelta, più che correggere un errore, lo renda definitivo: «Chi non conosce il Cesti non capisce il motivo, e chi lo conosce si farà quattro risate su una città che ostenta il titolo di “Città della Musica” e ridicoleggia consapevolmente e definitivamente l’unico suo musicista moderno di fama mondiale, noto in tutto il mondo col suo nome vero, come per esempio a Vienna e a Salisburgo dove ha lavorato».
Santori rincara poi la dose con un altro esempio: la targa dedicata a Giovanni Pierluigi da Palestrina, che in città sarebbe riportata come via p. da palestrina.
«Un genio ha autorizzato la targa per la via dedicata al Palestrina che recita (col suddetto malvezzo delle minuscole): via p. da palestrina! Il musicista si chiamava Giovanni Pierluigi, detto da Palestrina dalla città natale: Pierluigi è il cognome che il genio ha creduto fosse il nome».
E conclude con una stoccata: «Ma, dimenticavo, Arezzo è la “Città della Musica”».
Le parole del professore, molto noto in città, hanno raccolto numerosi commenti e condivisioni, riaprendo il dibattito sulla cura e l’attenzione alla toponomastica culturale, specie in una realtà che si fregia di un titolo legato alla tradizione musicale.