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sabato | 25-10-2025

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Attualità

Addio a Mauro Di Francesco, il “Maurino” delle commedie anni Ottanta: viveva a Lucignano con la moglie Antonella. Il decesso all’ospedale di Arezzo

È scomparso oggi all’ospedale San Donato di Arezzo, dove era ricoverato per una malattia, Mauro Di Francesco, per tutti “Maurino”, volto amatissimo della commedia italiana degli anni Ottanta e non solo. Aveva 74 anni. L’attore viveva da tempo a Lucignano, in provincia di Arezzo, dove si era ritirato con la moglie Antonella Palma di Fratianni, sposata nel 1997, conducendo una vita tranquilla tra arte, pittura e natura.

Nato a Milano il 17 maggio 1951, Di Francesco era cresciuto in un ambiente teatrale: la madre sarta di scena, il padre organizzatore e amico di Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. A soli 5 anni aveva esordito accanto al Mago Zurlì, e da allora non aveva più lasciato il mondo dello spettacolo. A 15 anni entrò nella compagnia di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano, e due anni dopo apparve nello sceneggiato “La freccia nera”.

In una delle sue ultime interviste ricordava con orgoglio:

“Sono stato il più giovane allievo di Strehler. Nel Gioco dei potenti mi faceva fare il principe di Galles. Tanta gente pensa che ho fatto solo ‘filmetti’: prima di parlare, sciacquatevi la bocca e informatevi.”

Negli anni Settanta fu protagonista della scena cabarettistica milanese, entrando nel Gruppo Repellente fondato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, insieme a Diego Abatantuono e Massimo Boldi. Ma il grande successo arrivò con il cinema degli anni Ottanta, che lo consacrò tra i volti simbolo della commedia balneare e leggera: Sapore di mare 2 – Un anno dopo, Yesterday – Vacanze al mare, Ferragosto OK, Abbronzatissimi e Abbronzatissimi 2.

Fu Carlo Vanzina a scritturarlo per I fichissimi, su consiglio dell’amico Abatantuono. Aveva invece rinunciato al primo Sapore di mare per interpretare Attila flagello di Dio di Castellano e Pipolo, nel ruolo del “barbaro di Segrate” in uno dei film più cult di quegli anni.

Negli ultimi tempi si era allontanato dai riflettori, preferendo la vita in Toscana, tra le colline di Lucignano, dove si era dedicato alla pittura. L’ultima apparizione sul grande schermo risale al 2019, in Odissea nell’ospizio, diretto e interpretato dall’amico di sempre Jerry Calà.

Proprio Calà, raggiunto dall’ANSA, ha ricordato l’amico con commozione:

“Sono costernato, non sapevo della sua malattia. Siamo cresciuti insieme a Milano, dal cabaret al Derby Club, e poi nei primi film come Sapore di sale. Si era ritirato in campagna con la moglie, dipingeva e viveva tranquillo. L’ho convinto a tornare per Odissea nell’ospizio: un mese bellissimo, con tutti i vecchi amici. È un ricordo che porterò sempre con me.”

Di Francesco amava ironizzare sulla propria carriera, ricordando con sarcasmo il flop del film Puro cashmere (1986):

“Dopo una montagna di film che hanno incassato un casino, non mi hanno perdonato di averne sbagliato uno.”

Oggi il mondo del cinema italiano saluta con affetto uno dei suoi interpreti più spontanei e autentici, capace di unire ironia e malinconia, leggerezza e mestiere.
A Lucignano, dove aveva trovato la sua serenità, resterà il ricordo di un artista gentile, che aveva scelto il silenzio e la bellezza della campagna toscana come suo ultimo palcoscenico.

La sindaca di Lucignano, Roberta Casini, lo ricorda via social pubblicando una foto di un momento di serenità:

“Un sorriso buono, una persona speciale. Ciao Mauro, resterai nel nostro cuore”.

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