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mercoledì | 30-04-2025

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“Piero ha lasciato la luce accesa…”, una mostra che illumina Sansepolcro

SANSEPOLCRO – “Piero ha lasciato la luce accesa…”. E’ il titolo della mostra che ha aperto ieri pomeriggio, con l’inaugurazione tenutasi al Museo Civico di Sansepolcro. Il progetto espositivo vuole rendere omaggio a tre importanti pittori del Borgo: Franco Alessandrini, Mario Baragli e Stefano Camaiti.

L’evento ha infatti come sottotitolo “Alessandrini, Baragli, Camaiti e le arti del Borgo illuminate da Piero della Francesca. Pittura Danza Musica”: si presenta come un percorso corale che offre ai visitatori la straordinaria possibilità di vedere insieme, nel Museo di Piero della Francesca, alcune opere significative di artisti tanto diversi ma accomunati dalla passione per la loro terra, da riflessioni sulle questioni dell’arte e da una grande sensibilità per il patrimonio culturale di Sansepolcro. Il filo conduttore delle circa 40 opere è proprio la luce di Piero della Francesca sugli artisti del Borgo.

La mostra è il frutto di una collaborazione tra il Comune di Sansepolcro, il Museo Civico, il Tedamis e Opera Laboratori ed è associata a performance di danza e musica di artisti locali, come la giovane violinista Caterina Ricci, il Maestro Ligi e le danzatrici del Tedamis. L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio, il cui obiettivo è la promozione della ripartenza di Sansepolcro e della sua cultura, che nel corso del 2022 vedrà protagonisti del Museo altri artisti nativi.

“Piero ha lasciato la luce accesa…” è la frase che ha detto lo stesso Alessandrini in occasione dell’istallazione dell’Uovo di Piero della Francesca, che si trova sul terrazzo del Museo. Lo ha donato alla città lo scorso dicembre e quella frase è sembrata perfetta per accompagnare e caratterizzare la mostra. 

“Si tratta della prima mostra organizzata da questa amministrazione e abbiamo volute legare alcuni nostri artisti contemporanei al grande Piero della Francesca, come valorizzazione del “genius loci” che caratterizza Sansepolcro – ha commentato l’assessore Mercati – La cultura riparte e il programma per questo 2022 prevede già vari eventi. Iniziamo così”.

Alla conferenza stampa hanno presenziato anche alcuni familiari degli artisti e rappresentanti del Tedamis.

La mostra resterà aperta fino al 29 maggio con il seguente orario:

–          il 26 marzo dalle 18,30 alle 20 (su prenotazione);  

–          dal 27 marzo al 31 marzo: 10 – 13 e 14,30 – 18.

–          Dal 1 aprile:  9,30 – 13 e 14,30 – 19

Il biglietto di ingresso a Museo e mostra è unico: 10 euro (ridotto 8 euro, ridotto speciale 4 euro).

Per informazioni: www.museocivicosansepolcro.it  o tel 0575 732218.

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STEFANO CAMAITI:

Stefano Camaiti esordisce nel mondo dell’arte pittorica da giovanissimo, tanto che la sua passione per il disegno e la pittura lo portano ad incontrare nel suo trasferimento a Sansepolcro, nel 1971 il gallerista Gino Tarducci, che lo introdurrà alla conoscenza diretta delle opere di grandi artisti (De Chirico, Severini, Guttuso, Sughi etc.) e gli darà la possibilità di incontrarne alcuni che lo legheranno in modo indissolubile e fortemente appassionato all’esercizio delle arti figurative. Contemporaneamente, in quegli anni stringe una proficua amicizia, fondata anche su una comunanza di interessi professionali, con l’artista Franco Alessandrini che gli permette di approfondire tecniche pittoriche e grafiche. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Sansepolcro nella sezione metalli e frequenta corsi di grafica e pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino. A vent’anni realizza tramite la conoscenza e la frequentazione dello “Studio di Restauro La Badia” ad Anghiari del grande Agostino Galeotti, una straordinaria cartella di cinque grandi incisioni all’acquaforte che lo porteranno negli anni ad acquisire esperienza di modi e tecniche manuali nel campo della grafica d’arte. La stessa serie di incisioni, alla fine degli anni ’70, sarà presentata dal “Centro internazionale per la grafica di Venezia” in un’importante mostra itinerante a Forlì, insieme ad altri artisti famosi, con una presenza per l’occasione del Portogallo con i propri incisori maggiori. Lavora moltissimo pur rimanendo fuori dai circuiti artistici delle gallerie e della cultura ufficiale e alla moda. Tra gli anni ’80 e ’90 approfondisce non solo la pittura di cavalletto e il disegno classico, ma si specializza, in modo personale e raffinato, nella grande decorazione murale e d’interno, realizzando in maniera molto originale la decorazione dei soffitti della Casa di Rappresentanza “Buitoni” su incarico della Nestlé. Realizza mostre collettive e personali in varie parti d’Italia, pur restando fedele al suo operato raffinato, quasi da artista-artigiano di formazione rinascimentale. Nel 2010 realizza un’importante litografia per il gemellaggio straordinario della Città di Sansepolcro con Gerusalemme, su incarico della Diocesi. Nel 2012 per il Millenario della fondazione di Sansepolcro realizza su incarico dell’Arcivescovo Riccardo Fontana “Il quadro del Millenario” in una grande tela realizzata con la particolare tecnica del pastello. Questa tecnica pittorica lo porta ad approfondire l’iconografia paesaggistica del territorio in una variazione straordinaria ed unica per la sua difficoltà e delicatezza. Personali Dieci tele d’inverno, Palazzo Pretorio, Sansepolcro, 2015 Vere imitazioni. Luoghi della Rosa, Spazio Alessandrini, Sansepolcro, 2015 Galleria Tarducci, Sansepolcro, 1974 Opere grafiche su carta, Palazzo Pretorio, Sansepolcro, 1977 Presentazione alla stampa di una cartella con cinque acqueforti, 1978 Presentazione litografie inerenti al Palio della Balestra e Sbandieratori, 1976 Trenta olii su tela, Sala consiliare Comune di Pieve S.Stefano, 1980 Disegni e Pastelli, Galleria Michelangelo, Arezzo, 1980-81 Esposizione personale e presentazione “Antico sigillo medioevale”, Sala del teatro comunale Pieve S.Stefano Campane e Campanili, Palazzo Pretorio, Sansepolcro, 1996 Pubblicazione “L’araldica del libro d’oro dei nobili di Borgo Sansepolcro”, 1992. Emblema araldico della Città di Sansepolcro, commissionato dal Comune per la Sala consiliare Disegno per la medaglia di Luca Pacioli “4° centenario dalla pubblicazione della Summa”, 1994-95, commissionato dal Comune di Sansepolcro. Conio a cura della Zecca e Poligrafico dello Stato Il segno e il colore di un’anima, a cura dell’Università dell’Età libera, Palazzo Pretorio, 2000-2001 Fragili architetture, pastelli su carta, Caffè degli Appennini, Sansepolcro, 2004 Collettive Trenta artisti contemporanei, Galleria Tarducci, Sansepolcro, 1975 Mostra internazionale di pittura “Premio Brunelleschi”, Firenze, 1974 Quattro vallate, Premio di pittura dell’Istituto Industriale di Arezzo, 1973 (2° Premio) Concorso di pittura “Madonna del Parto”, Monterchi 1975 Mostra internazionale di “Pittura e grafica”, Manciano (GR) 3° premio nazionale “Piero della Francesca”, Sansepolcro, 1973 6° rassegna di grafica contemporanea del Comune di Forlì in collaborazione con il Centro internazionale della grafica di Venezia, 1979 Premio internazionale di cultura città di Anghiari, per la grafica, Anghiari, 1968 (2° premio) La bellezza, rassegna d’arte contemporanea, Cattedrale di S.Marco Terni, 1988 Artisti biturgensi a Neuchatel, Gallerie de Château de Motiers, 2003 Forma-Segno-Colore, Palazzo Inghirami, Sansepolcro, 2005 Volarono le bandiere sulle cime delle torri, e i nostri cuor con loro, mostra di immagini antiche e moderne, Palazzo Inghirami, Sansepolcro, 2003 Artisti in Sansepolcro, collettiva di pittura contemporanea Ass. Culturale F.Alessandrini, 2005 6 documenta, mostra di pittura e scultura, Palazzo Casali, Cortona, 2007 Inediti di Piero, Palazzo Collacchioni, 2007 edita da Aboca Museum Sansepolcro.

MARIO BARAGLI:

Mario Baragli nasce a Sansepolcro il 25 febbraio 1919. Consegue la maturità classica ad Arezzo e appena ventenne, nel 1939, si arruola e combatte nella seconda guerra mondiale in fanteria prima e, dal 1943, nel 183esimo Reggimento Paracadutisti “Nembo”, Gruppo Combattimento “Folgore”. Il 1939 è anche l’anno in cui allestisce la sua prima mostra di pittura, arte in cui si cimenta e si distingue sin da giovanissimo. Nel 1945 si congeda e consegue la laurea in Giurisprudenza, che gli permette di esercitare fin da subito la professione di avvocato. In quel periodo anche Sansepolcro, come molte città italiane, risente delle gravi conseguenze della guerra e, insieme ad altri giovani ex combattenti, anche lui partecipa attivamente alla vita politica e culturale della città: si iscrive al Partito Socialista e nel ’46, alle prime elezioni amministrative, Baragli è nominato primo Sindaco di Sansepolcro. Le gravi incombenze che come Amministratore deve affrontare per porre rimedio ai danni della guerra sono acuite dal tremendo terremoto che colpisce Sansepolcro nel 1948, causando un morto, il danneggiamento di molte abitazioni e molti senzatetto. Con il sostegno del Governo centrale, riesce molto rapidamente a rimuovere i guasti del terremoto. Dopo la parentesi da Sindaco, continua in politica come consigliere provinciale, per quattro legislature, passando dal Psi al Partito Socialista Democratico Italiano (Psdi). Assieme all’impegno politico porta avanti anche quello nell’associazionismo: è lui infatti il primo Presidente della Società Balestrieri di Sansepolcro e balestriere a sua volta. Mentre ancora riveste il ruolo di Sindaco, nel 1950 sposa Ofelia Gabrielli, insegnante di francese, a cui un solido e profondo legame lo terrà unito per 60 anni. Uno dei principali motivi di orgoglio per lui era quello di aver tenuto unita la sua grande famiglia, perché diceva che “questo era purtroppo diventato un fatto inusuale”. Il senso della bellezza e dell’estetica in lui sembra innato e si manifesta in tutta la sua ricchezza ed armonia soprattutto nella produzione pittorica, pur avendo realizzato anche alcuni pezzi scultorei. Definisce la pittura come “un modo per mettere a disposizione il suo spirito del momento”, dipinge a olio nature morte, e uno dei temi più volte sviluppato è quello della caccia, essendo lui stesso cacciatore. I suoi dipinti da un certo momento in poi, per intervenuti problemi fisici che gli impediscono di lavorare ad olio, sono realizzati solo con la tecnica dell’acquerello. Con questa tecnica, l’Artista si muove trovando ispirazione solo ed esclusivamente in se stesso e in quelle che sono le sue sensazioni: neve e nebbia sono elementi privilegiati che ritornano nei suoi quadri più significativi, espressione di esperienze reali vissute. Infatti, nel momento in cui una situazione, un paesaggio colpiscono il suo interesse “accosta l’automobile e si mette a dipingere dal vero”; quando poi si trova impossibilitato a uscire, dipinge con una fotografia di un soggetto da lui scelto . Nel 1993 partecipa, unico artista italiano, alla “Summer open exibition” di Londra, organizzata dalla “Royal Watercolours Society”, istituzione di acquerellisti, presieduta dalla Regina Elisabetta II. I quadri sono in totale 2000: ne vengono scelti solo 168, fra i quali anche quello di Mario Baragli, che si piazza all’80esimo posto. Da ricordare è la realizzazione del drappo del Palio della Balestra di Sansepolcro dell’anno 1997, da allora conservato nella sede della Società Balestrieri di Gubbio, in quanto ad aggiudicarsi quella edizione del Palio fu la Città umbra. Nel 2013, vince la mostra collettiva “Campane e campanili”, organizzata a Sansepolcro in onore degli ospiti del 53esimo Raduno Nazionale Campanari d’Italia. Numerose le mostre personali realizzate nella sua Città, presso la sede espositiva comunale di Palazzo Pretorio, nell’89, nel 94 e l’ultima nel 2007, a Palazzo Magi nel 2014, con una esposizione di disegni. Partecipa anche alle mostre collettive della locale Compagnia degli Artisti che animano tradizionalmente il periodo natalizio- Tra le sue esposizioni ricordiamo infine “Acquerellisti in viale Michelangelo”, tenutasi nel 2014 nella galleria dell’Associazione Franco Alessandrini, insieme ad opere degli amici “allievi” del suo Atelier di Viale Michelangelo a Sansepolcro. Nella mostra del Museo Civico “Piero della Francesca” sono presenti dodici produzioni di Mario Baragli, undici acquerelli e due olii, otto delle quali gentilmente concesse in prestito per l’occasione dalla famiglia Baragli, una da Donatella Zanchi, le altre di proprietà del Comune. Trattasi di opere che testimoniano in sintesi l’alto valore artistico e la profonda sensibilità di un uomo che ha amato profondamente e concretamente la sua Città, con viscerale passione.

FRANCO ALESSANDRINI:

Franco Alessandrini, classe 1944, “bambino prodigio” del Neobar di Sansepolcro, dopo un breve apprendistato nella bottega di Alfonso Besi, nel 1960 entra a far parte dell’Istituto d’Arte di Porta Romana di Firenze, sotto la guida del Prof. Renzo Grazini. E’ di questo periodo il grande dipinto su tavola a lungo esposto all’Hotel “La Balestra” di Sansepolcro, in cui già si intuiscono forti richiami a Piero della Francesca e all’arte rinascimentale, Nei primi anni ’60, con una modalità espressiva già personalissima, partecipa a varie collettive a Firenze e apre il suo studio d’arte a Porta Romana, presto trasferito in Piazza Signoria, dedicandosi prevalentemente alla ritrattistica. Nel ‘66 presenta a Sansepolcro una personale al Circolo delle Civiche Stanze, poi all’Accademia degli Sbalzati, con varie opere tra cui “Cena in Emmaus” e “Maternità”, che gli erano già valsi il terzo Premio alla Rassegna Nazionale d’Arte Sacra di Fiesole. Nel ‘67 si trasferisce a New Orleans, in Louisiana, dove, immerso in nuove atmosfere colorate e frizzanti tradizioni musicali e folcloristiche, continua a dipingere ottenendo importanti riconoscimenti, che anziché affievolire, rinsaldano il suo amore per il Borgo, a cui rimane tuttora profondamente legato. Da questo momento in poi, la sua presenza si alterna tra l’America e Sansepolcro, dove ha sempre mantenuto sedi espositive, attualmente nella Galleria di Via Aggiunti. Nel 1970 partecipa all’VIII Premio Annuale dell’Arte Benedettina, con un paesaggio dipinto ad olio successivamente esposto a New York. Nel 1972 è ancora a Sansepolcro dove, alla Galleria Tarducci, espone una personale di oli, acquerelli e grafica. La sua carriera assume ulteriore importanza con la personale “Exploring Motion Through Painting”, a New Orleans, nel novembre 1977. Per l’occasione, si esibisce il Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro e l’esposizione di Alessandrini include l’opera dedicata proprio agli sbandieratori, poi esposta anche al Museo Civico in mostra temporanea. Nel 1981, tiene una personale a New Orleans, “Erotica Surreale”, e lo stesso anno è invitato dal Consolato Italiano ad esporre una sua “Natività” all’International Trade Mart. Alcune sue opere di questo periodo sono dedicate ai cerimoniali dei Pellerossa, che l’artista ha frequentato in Louisiana. Nel 1982, per il tricentenario della Louisiana, crea il poster “Secolo Italiano” per il Festival della Cultura Italiana. Parallelamente, alla fine del 1982, il Comune e la Società Sbandieratori di Sansepolcro inaugurano la mostra “Omaggio all’Arte di Franco Alessandrini”, nei locali del Vescovado della Città. Tante delle sue produzioni a New Orleans coinvolgono la cultura italiana ed è per sottolineare il contributo apportato all’integrazione della comunità italiana che, nel 1983, gli viene conferito il Louis Prima d’America Award dall’American-Italian Renaissance Foundation del sud-est degli Stati Uniti, che riceverà una seconda volta nel 1988. La stessa Fondazione, nel 2002 gli assegnerà il Premio delle Arti e dello Spettacolo come “Uomo dell’Anno”. Nel 1984, è “Artista in Sede” nel Villaggio Italiano, in occasione dell’Esposizione Mondiale della Louisiana. All’interno della fiera vengono ricreati modelli di botteghe d’arte rinascimentali, con laboratori dedicati ad attività di pittura, scultura e stampa. Il tutto al fine di valorizzare le arti, la cultura e l’artigianato italiano. Nel 1984, il Governatore proclama il “Louisiana Alphabet” Poster Ufficiale dello Stato della Louisiana e, nello stesso anno, l’Artista riceve l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sandro Pertini. Per il Columbus Day del 1992 viene inaugurata a Baton Rouge la statua da lui creata, alta circa tre metri, che commemora Colombo nel quinto centenario della scoperta dell’America. Il 1992 ricorre anche il quinto centenario della morte di Piero della Francesca, e l’Artista, nell’ex chiesa di San Giovanni Battista a Sansepolcro, partecipa alle celebrazioni con la mostra “Omaggio a Piero della Francesca”. Nel 1994, per il cinquecentesimo anniversario della “Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni e Proportionalità” di Luca Pacioli, in Piazza San Francesco a Sansepolcro viene eretto il monumento da lui creato per omaggiare il Frate matematico del Borgo. Nel 1995 espone alcuni dipinti della serie dedicata al jazz al Festival delle Nazioni di Città di Castello e allestisce una personale a Palazzo Inghirami in Sansepolcro. Continua la produzione di opere molto grandi comprese statue a grandezza naturale, ed è del 1999 la “Crocifissione di Cristo”, donata alla chiesa di Santa Maria al Melello di Sansepolcro. Nel Giubileo del 2000, presso l’Eremo di Montecasale di Sansepolcro, viene inaugurata la statua dedicata a San Francesco, commissionatagli dalla famiglia Lorenzi. Per la festa dell’Immacolata del 2004 nella nuova chiesa di Santa Maria al Melello di Sansepolcro viene inaugurato il suo gruppo marmoreo “Madonna del Berrettino”, donato dalla famiglia Inghirami. Nel 2007 con disegni, incisioni e il dipinto su tela “La Resurrezione” (esposta nella presente mostra), partcipa ad un progetto espositivo su inediti storici su Piero, a Palazzo Collacchioni di Sansepolcro. Concomitante è l’esposizione del modello bronzeo degli scacchi di Luca Pacioli presso la sala espositiva del Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi di Firenze. E’ del 2008 il monumento in bronzo “Omaggio alla Merlettaia”, commissionatogli dalla famiglia Tizzi, collocato di fronte alla sede del Museo del Merletto di Sansepolcro Nella personale “La Battaglia di Anghiari: omaggio a Leonardo da Vinci”, allestita nel 2010 nella chiesa di Sant’Agostino ad Anghiari, espone un bozzetto tridimensionale del capolavoro vinciano poi trasposto in bronzo (presente in questa mostra). La sua produzione, poliedrica per materiali e tecniche, continua senza sosta, così come i numerosi riconoscimenti ricevuti nel corso degli anni. Insegnamento, partecipazione a eventi di rilievo e successo negli Stati Uniti come in Italia testimoniano di una carriera sempre ai vertici, in grado di gettare puntualmente nuovi sguardi sul mondo. Molti critici d’arte hanno tentato di etichettarlo come neo-futurista, neo-cubista, neo-surrealista, Barbara Nauer, famosa critica d’arte americana, ha creato per lui il termine “vibrasive” per la visione multipla dei suoi soggetti. Alessandrini non si è mai riconosciuto in precise appartenenze, e, pur attratto da varie sollecitazioni tecniche e artistiche, ha sempre espresso una propria poetica personale, mossa dalla sempre presente ispirazione pierfrancescana. Le tematiche delle sue opere sono varie per tipo e natura, ma i lavori dell’Artista in generale enfatizzano l’inarrestabile fluire del tempo, dove quella che è considerata la sua tipicità, la frantumazione, è la proposta di persone, oggetti e paesaggi da più angoli visivi, moltiplicati per una comprensione articolata e quanto più possibile completa. L’Artista, pur Americano d’adozione, continua ad essere uno del Borgo e a manifestare il suo legame con la Città concretamente, con le tante opere generosamente donate a Sansepolcro, ultima (dicembre 2021) il grande Uovo che sovrasta pendulo l’Arco della Pesa, nel terrazzo del Museo, affascinando i passanti.

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