Stop alla pista da motocross a Ponte alla Chiassa: “Ora spazio a un’area verde per tutti”

Soddisfazione tra i residenti di Giovi e Ponte alla Chiassa, firmatari della petizione contro la realizzazione della pista da motocross, e tra le associazioni del territorio, dopo l’annuncio della bocciatura del progetto da parte del Comune di Arezzo. La notizia è stata ufficializzata attraverso una nota che conferma l’esito negativo della valutazione tecnica sulla procedura pubblica finalizzata a raccogliere manifestazioni di interesse per la riqualificazione e gestione dell’area sportiva comunale dell’ex crossodromo.
“Le nostre istanze sono state finalmente ascoltate,” scrivono i promotori della petizione, “è stata riconosciuta la fondatezza delle nostre preoccupazioni per l’impatto ambientale e sociale che la pista avrebbe causato.”
Il procedimento si è concluso dopo l’analisi delle due proposte pervenute: entrambe hanno evidenziato numerose criticità, come confermato dalla commissione tecnica incaricata dal Comune. “Le maggiori problematiche riguardano le pesanti modifiche strutturali al tracciato, i vincoli ambientali sull’area, l’uso intensivo di veicoli a motore che avrebbe determinato rumore e disturbo costante anche nei giorni feriali e, soprattutto, costi aggiuntivi per opere di mitigazione ambientale,” si legge nella relazione tecnica.
Criticità che hanno pesato anche sulla seconda proposta, giudicata solo marginalmente meno impattante. La bocciatura arriva dunque dopo mesi di mobilitazione dei residenti che avevano raccolto oltre 500 firme per difendere un’area che considerano fondamentale per la qualità della vita del quartiere.
“Ora ci aspettiamo che l’amministrazione guardi finalmente al futuro con una visione diversa,” dichiarano i residenti. “Ponte alla Chiassa ha bisogno di uno spazio pubblico accessibile a tutti, con percorsi ciclopedonali lungo il torrente Chiassa, aree gioco per bambini, spazi verdi per anziani, un parco a servizio del paese e di tutta la città, collegato ai percorsi sull’Arno e sul Casentino, in armonia con l’ambiente e nel rispetto dell’identità dei luoghi.”
La richiesta è chiara: destinare l’area non a impianti rumorosi e impattanti, ma a un progetto sostenibile e inclusivo, capace di rispondere alle vere esigenze della comunità locale e di valorizzare un ecosistema che rappresenta un prezioso polmone verde alle porte della città.