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domenica | 05-10-2025

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Ambiente

PFAS, i comitati lanciano l’allarme: “Dati preoccupanti nel Valdarno, servono azioni concrete”

Nuovo allarme sul fronte dell’inquinamento da Pfas in Valdarno. I comitati “Acqua Bene Comune Valdarno (Forum Toscano Movimenti per l’Acqua)”, “Le Vittime Podere Rota” e l’associazione “I’Bercio” denunciano valori molto elevati di queste sostanze in alcuni corsi d’acqua del territorio, in particolare nel borro di Riofi, a ridosso della discarica di Podere Rota. A seguito delle indagini di Greenpeace, le associazioni hanno deciso di autofinanziarsi e commissionare ulteriori analisi indipendenti, effettuate da un laboratorio specializzato. “Le nostre verifiche non hanno valore statistico – spiegano – ma vogliono stimolare le istituzioni a prendere sul serio un problema che rischia di avere pesanti conseguenze sulla salute pubblica”. Dai campionamenti, effettuati nei torrenti Ciuffenna, San Cipriano, Riofi, Caposelvi, in Arno nei pressi del depuratore di San Giovanni Valdarno e in alcuni pozzi privati vicini alla discarica, sono emerse tracce di Pfas in tutte le acque analizzate. Tra le sostanze rilevate, il 6:2 FTS (utilizzato nelle galvaniche) con valori tra 3 e 18,7 ng/l, e il PFHxA (impiegato in diversi settori industriali) con concentrazioni tra 3,7 e 8,1 ng/l.
Il dato più allarmante riguarda però il borro di Riofi, dove la somma dei Pfas ha superato i 7300 nanogrammi/litro e, soprattutto, è stata registrata una concentrazione di PFOA pari a 2716 ng/l, oltre 27 volte il limite fissato dalla normativa italiana (100 ng/l). Il PFOA è una sostanza già vietata perché classificata come cancerogena. “Non possiamo restare indifferenti – sottolineano i comitati –. I Pfas hanno effetti gravi sulla salute: incidono sul sistema immunitario, aumentano il rischio di alcuni tipi di tumore, provocano alterazioni endocrine e disturbi dello sviluppo. Inoltre tendono ad accumularsi nell’organismo umano attraverso la catena alimentare”. Le associazioni criticano anche l’inerzia delle istituzioni locali: “Abbiamo presentato una mozione in tutti i consigli comunali della Toscana per chiedere monitoraggi e azioni concrete. Ma in Valdarno, ad oggi, solo Castelfranco Piandiscò l’ha approvata. A San Giovanni Valdarno ci sono commissioni infinite che non hanno ancora portato a risultati, e negli altri comuni la situazione non è diversa”. L’attenzione è puntata in particolare sulla discarica di Podere Rota, che in passato ha accolto rifiuti speciali provenienti da diverse province italiane. “Chiediamo – affermano i comitati – che la Regione, Arpat e l’Autorità di Bacino dispongano controlli sul percolato della discarica e sul borro di Riofi. I depuratori non hanno tecnologie in grado di trattenere i Pfas: se questi dati fossero confermati, servirebbero interventi urgenti per il ripristino degli standard ambientali”. La richiesta è chiara: verifiche puntuali sugli scarichi industriali, analisi dei pozzi privati vicini alla discarica e un monitoraggio costante del territorio. “Non ci bastano più le rassicurazioni – concludono i comitati –. Vogliamo dati certi e provvedimenti concreti”.