Il riscaldamento che nasce dal legno: dato in crescita in Toscana. I risultati dal convegno di Arezzo

Più della metà del territorio della Toscana è coperto da boschi e foreste: un patrimonio da tutelare e valorizzare ai fini ambientali e produttivi, utilizzando la legna e i suoi derivati come energia rinnovabile alternativa alle fonti fossili, ma anche per incentivare l’economia e l’occupazione delle aree montane. Per questo è importante promuovere l’utilizzo di biomasse di origine forestale da destinare alla produzione di calore, con la conseguente valorizzazione della filiera del cippato, biocombustibile sostenibile di origine locale.
Per sensibilizzare su questi temi i Sindaci dei comuni toscani non metanizzati e situati in aree montuose, AIEL-Associazione Italiana Energie Agroforestali e UNCEM-Unione Nazionale Comuni Enti Montani hanno organizzato il convegno “La valorizzazione energetica dei biocombustibili legnosi per lo sviluppo sostenibile delle aree montane” presso la Sala Convegni della Fiera di Arezzo.
Molti pensano che l’uso del legno per il riscaldamento danneggi i boschi, mentre è vero il contrario: è fondamentale per la valorizzazione del patrimonio boschivo ed è un fattore determinante per combattere l’effetto serra e rispettare i parametri europei sulle fonti rinnovabili.
Inoltre, rispetto alle fonti fossili, consente un risparmio sulla bolletta del 75%. Di questo e altro si è parlato all’incontro promosso ad Arezzo nell’ambito di Italia Legno Energia, per presentare il nuovo programma di informazione nato per valorizzare una realtà che è la prima tra le energie rinnovabili (il 33% in Italia e il 40% nel mondo) e la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane.
In Toscana il dato è in crescita: il 7% della popolazione fa uso di legna e pellet per il riscaldamento residenziale.