Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, a Camaldoli per celebrare la prima riserva integrale italiana, Sasso Fratino

Sasso Fratino è stato il primo luogo circoscritto a riserva naturale integrale in Italia. Archetipo delle foreste vetuste, stimola la nostra fantasia e ci parla degli equilibri della natura primigenia e delle ingenti risorse di biodiversità che rendono possibile e migliorano la vita degli uomini, anche negli sterminati campi operativi della ricerca scientifica. Dentro Sasso Fratino, la prima riserva naturale integrale italiana (1959), esistono faggi coevi alle personalità più eminenti del Rinascimento e rappresentano delle vere e proprie capsule del tempo immerse nelle antiche foreste del Granducato.
Fabio Clauser nel 1955 era amministratore delle Foreste Casentinesi e stava portando in esecuzione il piano di gestione della Foresta di Badia Prataglia, del quale era stato redattore nel 1952.
Per far accettare la proposta si rivelarono fondamentali anche gli sforzi congiunti del prof. Pavan, dell’università di Pavia, e del prof. Gosswald dell’università tedesca di Wurzbug.
Nel 1959 viene istituita la prima riserva naturale integrale d’Italia, a Sasso Fratino. E’ un atto interno dell’amministrazione. La ratifica ministeriale ci sarà solo nel 1971.
Il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità UNESCO di Sasso Fratino, core area nel Parco nazionale arriverà nel 2017, alla 41° sessione della Commissione per la World Heritage, riunita a Cracovia.
Sebbene l’Italia detenga il maggior numero di siti UNESCO, solo 4 di essi hanno ottenuto il riconoscimento per gli aspetti naturali (legati all’importanza geologica o all’eccezionale bellezza naturale). Quella alle faggete rappresenta per l’Italia la prima iscrizione di un patrimonio naturale espressamente per il suo valore ecologico di rilievo globale. La presidente, nel suo intervento, ha messo in rilievo il valore della qualità ambientale come risorsa di sostenibilità, benessere e leva di sviluppo economico.