Municipale aretina ipertecnologica, cliente senza Whatsapp. Wikipedro in città Video

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Ha avuto un risalto anche extra aretino la notizia di una discussione avvenuta giorni fa in un negozio store di telefonia ad Arezzo, dove una cliente, con le idee non proprio chiarissime in quel momento, aveva pesantemente accusato i commessi di avergli venduto un telefono senza Whatsapp, ignorando che sia appunto una APP da installarvi.
La cliente non ha inteso ragioni e ne è nata una focosa discussione con accuse, offese e minacce ai malcapitati e incolpevoli commessi, che se la sono cavata solo dopo l'arrivo della polizia nel negozio. Da questo episodio, data la comprensibile esasperazione, tutti i commessi degli store di telefonia aretina, per tutelarsi, hanno emesso un regolamento, in modo da chiarirsi con la clientela. Eccone alcune parti fondamentali:
le App le dovete scaricare... ma son leggere, anche se c'avete un ernia ce la fate. Whatsapp è quindi da scaricare; se pensate che sia già presente nello smartphone, la wattzappata ve la date nei piedi. Per le foto non avete bisogno del rullino. I selfie: ne potete fare in quanti violete, non vi aumenta la tariffa se siete in parecchi. Per il vivavoce non vi servono le pastiglie Valda. Alcuni modelli sopportano anche gli schizzi d'acqua, ma de che cazzo ve ne fate del cellulare quando fate il bagno o la doccia? Se mettete la sveglia, non sentirete nessun Tik Tok e se metterete Tik Tok, non vi farà da sveglia! Se a casa vostra non c'è campo, poco importa se c'avete l'orto. 
In solidarietà con le loro colleghe della telefonia, altri commessi di altri settori, prendono precauzioni per clienti "scomodi": al forno, a chi chiede un pane più duro, chi lo vende potrà rispondere: "lo mangi domani", mentre a chi lo vorrà ancora più duro, potrà rispondere: "Se non è il pane, allora bisogna che vada in farmacia". Ai baristi a cui viene chiesto un caffè arabica tiepido, alto al vetro, con schiuma e leggermente macchiato con latte scremato caldo, il barista darà anche le chiavi del bagno perché a quel punto farebbe bene a mandarlo a cacare. Ai negozi di abbigliamento, al sesto capo provato che al cliente non va bene, il/la commesso/a potrà rispondere: "Signora le consiglio un abito color mela, tanto dentro c'è un torsolo!"
E quindi, nonostante il cliente ha (quasi) sempre ragione, piena solidarietà alle commesse e commessi aretini, magari ci fanno uno sconto senza darsi la (what)zappa nei piedi!
È tornato in città in questa settimana Wikipedro, il popolare blogger fiorentino di Facebook, che con brillanti e interessanti post, sta descrivendo alla sua maniera angoli e monumenti della nostra città. Seppur fiorentino, ha anche ammesso che il posto giusto per la Chimera sarebbe sicuramente Arezzo, anche se da aretini va ammesso che, a parte quella sotto Porta San Lorentino, le altre due copie della Chimera in città sono circondate da vasche vuote d'acqua e piene di rifiuti, che se la Chimera potesse darebbe un morso a chi ce li butta. Wikipedro ha poi descritto bene anche la nostra Cattedrale, con spesso simpatici riferimenti alla nostra cadenza e dialetto. Mentre lo fa, guarda sempre la telecamera, senza guardare in terra, ignaro forse della presenza di tante buche. Se ne prende una, il moccolo sarebbe inevitabile e a quel punto l'integrazione aretina sarebbe al completo!
A proposito di buche, gran botta di culo in settimana a San Casciano dei Bagni, dove durante degli scavi sono emerse diverse statue in bronzo di epoca etrusca e romana, subito definite le sorelle minori dei bronzi di Riace. Ad Arezzo nessuno prova a scavare, ma è sicuro che si troverebbe qualcosa anche qua (la stessa Chimera fu trovata per caso). Complimenti quindi a San Casciano dei Bagni, mentre ad Arezzo, messo da parte San Casciano, i Bagni in città non c'è modo di trovarli neanche a scavare.
Prosegue il conto alla rovescia per l'inizio della Città del Natale e intanto sono cominciate le costruzioni delle case e delle baite del villaggio Tirolese. Molte le richieste per poter essere assunti come camerieri e venditori, a cui, oltre la presenza con abiti tipici tirolesi, sono richieste alcune traduzioni di tipiche espressioni aretine, da dire nel dialetto tirolese ai titolari delle baite. Ecco che quindi si dovrà saper dire in tirolese alcune frasi tipo: "bono da facce el tonfo"; "me raccomando la cudenna"; "caro inguastito", "o quanto burro c'aete messo?"; "me cavi la morolla"; "me ce metta altri due diti de birra"; "non sa d'una sega"; "da quante n'ho mangiati c'ho la bazza unta" ecc. Il Sindaco ha promesso le stesse atmosfere di sempre e senza sprechi e le prenotazioni sembrano già buone. La ruota è già illuminata e pronta a girare. Speriamo che oltre la ruota giri solo l'economia e non i coglioni.
Ma veniamo alla notizia che ha caratterizzato l'intera settimana aretina e cioè l'annuncio che da dicembre la Polizia Municipale disporrà a titolo sperimentale di speciali occhiali dotati di telecamere a infrarossi in grado di identificare e nel caso anche multare, leggendo le targhe dei veicoli, la loro regolarità e quella dei documenti dei guidatori! Con multe che sarebbero fatte e stampate all'istante, se dai dati sul visore degli occhiali, emergessero irregolarità. Questi occhiali speciali saranno talmente super che potranno vedere, oltre alla velocità, anche se uno telefona, se se scaccola, se ha le cinture o le bretelle, se fugge perché gli scappa da pisciare e se alita sul parabrezza, vedere cosa ha bevuto o mangiato a pranzo o a cena e se gli puzza il fiato. Questi super occhiali sono talmente speciali che, oltre a vedere se nelle strade ci sono anche i pokemon (utili per il PokemonGo), se un vigile li usasse in un negozio di alimentari, saprebbe vedere, senza tastarle, se le aringhe sono al latte o all'uovo, se una mozzarella è fiordilatte o di bufala, se un arancio è a buccia larga o no, o se è giusta la salatura dei sambudelli. In poche parole ad Arezzo non se sgarra più! Speriamo che questi super occhiali da robocop, sappiano anche saper individuare ladri, spacciatori o chi fa risse, visto che fino ad oggi, con o senza occhiali li hanno visti in pochi, facendo scendere di posizioni Arezzo nella categorie d livello nazionale sulla sicurezza. Pare che però su due cose questi super occhiali siano carenti: sul Sindaco, che a volte non è rintracciabile nemmeno con gli infrarossi e sugli autobus, dato che quando uno viene inquadrato sulle lenti appare la scritta: "Ma che cazzo di giro e che orari fanno ste corriere con le lettere?" Teniamoci quindi pronti ad un dicembre speciale, con la magia luccicante della città del Natale e la magia degli infrarossi della Polizia Municipale. Ne vedremo (e ne vedranno) delle belle!
Per una settimana sostituiamo il cruciverba con l'angolo del "Disse quello":
"El bello ha da venire... disse quello che mangiò una roncola e aveva rifatto solo il manico". "Tutto fa... disse quello che pisciava nel mare". "Non fa una piega...disse quello che gli s'arizzò". "El verso 'unn'è bello... disse il rospo, mentre il pescatore aguzzava il palo". "Come va? Potrebbe andare meglio... disse quello che lo portava via la piena". E per finire l'oroscopo: le stelle dicono che anche per vedere nel futuro son più adatti gli occhiali a infrarossi della Polizia Municipale.

Tags: Città del Natale WhatsApp WikiPedro San Casciano dei Bagni

Franco Gori

Franco Gori

Ho 52 anni, sono un operaio e vivo ad Arezzo. Mi è sempre piaciuto ascoltare e  leggere chi fa satira o ironia. Il notiziario è nato sul gruppo Facebook "Sei di Arezzo se" e finora non sono mancati gli spunti e la fantasia per pubblicarne uno ogni settimana. Con la speranza, nel gruppo e fuori, di non annoiare, offendere o provocare nessuno. Fa bene scherzare sui nostri difetti, secondo me ad Arezzo abbiamo sempre faticato a farlo. Ogni tanto meglio provarci, almeno!