Medioetruria a Creti, il Comitato: "Compromette il futuro di Arezzo". E' mobilitazione: riapre la petizione
Il Comitato SAVA riapre la petizione: Matteo Galli invita gli aretini a fermare il progetto Medioetruria a Creti, che ieri a ricevuto la luce verde al Mit, all'esito di un tavolo tecnico, voluto dal vicepremier e ministro Matteo Salvini, a cui hanno partecipato, oltre a Mit e Rfi, le regioni interessate
Il Comitato SAVA ha ufficialmente riaperto la petizione contro la localizzazione della stazione Medioetruria a Creti, in seguito alle recenti dichiarazioni del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha richiesto lo studio di fattibilità del progetto. A pochi giorni dal suo ritorno da Bruxelles, il presidente del comitato, Matteo Galli, ha lanciato un accorato appello ai cittadini aretini, esortandoli a mobilitarsi per evitare quello che definisce “un danno irreversibile” per le vallate aretine e i territori circostanti.
«Interessi elettorali a scapito del territorio aretino» — si legge nella nota del comitato, che critica duramente l’intervento di Salvini. Secondo Galli e i rappresentanti del Comitato, le dichiarazioni del Vicepremier non rispecchiano un reale interesse per lo sviluppo del territorio, ma sono piuttosto parte di una strategia politica finalizzata a raccogliere consensi in vista delle elezioni regionali in Umbria.
«Non possiamo permettere che le decisioni sul futuro del nostro territorio vengano strumentalizzate per fini di partito» ha ribadito Galli, sottolineando come la stazione Medioetruria a Creti rappresenterebbe un grave danno per l’assetto economico e sociale delle vallate aretine.
Da qui l’invito alla mobilitazione: «Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questa minaccia. Invito tutti a firmare e a sostenere la nostra petizione per fermare il progetto». La petizione riparte dagli 8043 firmatari già raccolti e può essere sottoscritta online al seguente link: Petizione su Change.org.
Galli ha infine sottolineato l’importanza di un’azione unitaria e decisa: «Solo uniti possiamo difendere il nostro territorio e i diritti delle comunità locali. È il momento di far sentire la nostra voce e fermare un progetto che rischia di compromettere il futuro dell’intera provincia di Arezzo».
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