La strada degli incidenti. Faralli: "Il Comitato Sr71 non fa cantieri, è la politica a doversi assumere responsabilità"

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Gian Carlo Faralli, presidente del Comitato Sr71 più sicura, interviene dopo l'ultimo incidente che ha visto coinvolto uno scuolabus. E' tempestato di sollecitazioni, ma "noi possiamo solo essere da stimolo alle amministrazioni". Il problema è che "qualcuno fa orecchie da mercante". Cambio di strategia: "da oggi renderemo pubbliche le nostre richieste e le risposte ricevute".

"Siamo stanchi di essere chiamati in ballo solo quando succedono le disgrazie". Così Gian Carlo Faralli, attivissimo promotore del Comitato Sr71 più sicura. "L’ultimo incidente che ha visto coinvolti uno scuolabus e un’auto privata, ha riproposto ancora una volta il tema della pericolosità della SR 71. Una strada che ormai non regge più i volumi di traffico e che, specie nei tratti urbani, è pericolosa per l’incolumità delle persone".

Il comitato da oltre due anni ha sollevato questi temi. "Alcune amministrazioni si sono mostrate sensibili, altre hanno fatto orecchie da mercante, salvo poi piangere lacrime di coccodrillo quando accadono gli incidenti", è la stoccata di Faralli. "Non vorremmo però che il nostro impegno volontario e disinteressato fosse mal interpretato. Non spetta a noi fare interventi sulla SR71 o realizzare cantieri, il nostro lavoro è stimolare le amministrazioni a prendersi a cuore la vita delle persone e la tutela dei beni".

Poi l'annuncio: "Da ora in avanti stileremo una classifica delle nostre richieste e delle risposte ufficiali che ci sono arrivate, perché a questo punto chi latita e non si cura della sicurezza della SR 71 deve prendersi le sue responsabilità".

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