Non si cura l'emicrania tagliando la testa

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Tra coloro che commentano la situazione del PD, alcuni somigliano ai dottori di Pinocchio. Avete presente quello che dicevano il corvo, la civetta e il grillo parlante?

«Se non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!” affermò il corvo. Replicò la civetta, «se non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero».

Al che il grillo sbottò, «io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, dovrebbe stare zitto».

Io penso che non bisogna tacere ma nemmeno straparlare.

Che un giudizio sulla Elly Schlein sia prematuro è vero. Tuttavia è altrettanto vero che dopo la folata di euforia sembra calato il silenzio. La segretaria che «nessuno aveva visto arrivare» stenta a partire. Si vede poco, parla poco e quando parla è difficile da capire.

Alcuni sostengono che agisca così perché prigioniera delle correnti, chiusa in una torre come la mitica Danae. Secondo me non sanno di cosa parlano!

Le correnti, quelle vere, quelle che costituivano il nerbo dei vecchi partiti erano una cosa seria, organizzavano il consenso, disquisivano di politica e cultura, contribuivano alla selezione della classe dirigente e servivano a costruire una traccia d’azione.

Oggi nel PD non esiste quel tipo di correnti.

Quelle che qualcuno si ostina a chiamare correnti sono flatus vocis, semplici nomi. Nel PD le correnti coincidono nel migliore dei casi con personalità riconosciute, con capi e capetti nel peggiore. Candidature e linee politiche vengono decise in luoghi che poco hanno a che vedere con il confronto e ancor meno col merito e l’opportunità.

È uno dei mali che il PD si trascina dietro da tempo. Non a caso Schlein ha parlato di cacicchi e capibastone, senza però rendersi conto di quanti piccoli cacicchi e cacicche gli si sono posati sulla spalla.

Personalmente non credo che il PD possa essere rinnovato a colpi d’ascia, come sta avvenendo con il governatore De Luca. Quella è la strada migliore per perdere anche la Campania.

Già una volta si è dato mano libera ai tagliatori di teste e il risultato è stato deludente giacché, come diceva Nenni «a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro... che ti epura».

Ma non c’è solo questo.

C’è anche il macigno pesante della linea politica. Si pensa davvero che con un radicalismo alla Ocasio-Cortez si possa governare l’Italia?

L’Italia è fatta di molte cose: campanili, macroregioni, mare, montagne, associazioni, culture, sentimento religioso ed edonismo sfrenato. Troppe cose per poterle tradurre in una sola lingua.

Per esempio vogliamo regalare i settori produttivi dalla agricoltura all’artigianato, dalle piccole e medie imprese alle partite Iva alla destra? Senza di loro non si governa il paese.

Forse ci vuole meno filosofia radicaleggiante e più proposte, idee e progetti. Ci vuole quella che Bacone, scusate la citazione dotta, chiamava la “Pars construens” e smetterla una buona volta di credere che i nostri desideri debbano per forza coincidere con la realtà.

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Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.