In politica va di moda il nuovo stil rozzo

. Inserito in #madecheseragiona

Mi pare di averlo detto più volte ma repetita iuvant: perché non si riesce quasi mai ad avere un dialogo “civile” quando si parla di politica? Lo schema è sempre quello: tu parli e io ti rifilo una battuta, tu argomenti ed io ti insulto. Ogni senso di civile continenza sembra smarrito e un ragionamento serio è più raro di un cane giallo.

Ezra Pound sosteneva che «l'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole», ebbene io credo che l’incompetenza si manifesti anche nel sostituire alle parole le ingiurie, nel non comprendere che chi la pensa in maniera diversa può possedere valide argomentazioni.
Purtroppo niente sembra poter fermare il dilagare di questo “nuovo stil rozzo”, esso trasvola dal parlamento fino al più piccolo comune. Fateci caso, se un consigliere comunale o un esponente di partito sollevano un argomento dall’altro lato partono subito strali e offese che, in taluni casi, arrivano a lambire l’aspetto fisico e professionale. Tutto è ridotto a poltiglia, a tifo sportivo, a lancio metaforico di pomodori e letame.
Un tempo forse si discuteva troppo, oggi però si ragiona troppo poco e chi ci rimette è l’intelligenza. Perché l’intelligenza se non si coltiva si atrofizza generando conseguenze bizzarre. Per esempio ci sono di personaggi che, per quanto acefali, continuano ad andare in giro tronfi e pasciuti come se niente fosse.

Tags: nuovo stil rozzo

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.