Le elezioni viste da un caleidoscopio

. Inserito in #madecheseragiona

Da oggi scatta il silenzio elettorale ma non temete, dopo il 25 settembre di parole ne udiremo fin troppe. Approfitto per rispondere a chi mi chiede pronostici. A tutti do la stessa risposta: non sono il mago Otelma e pertanto evito di fare vaticini. Anche perché, da qualche anno, non ne azzecco uno. Purtroppo ho il difetto di seguire la logica ed oggi di “Logico” in giro c’è solo l’album di Cesare Cremonini, il resto è squilibrio allo stato puro.

Però posso dire quello che penso.
L’annunciato risultato della destra mi ricorda la Marcia Trionfale dell’Aida che accompagna l’ingresso a Tebe di Radamès. Un gran tripudio, una gran folla di servi e ruffiani. Epperò attenzione, ogni trionfo è effimero e Radamès alla fine verrà sepolto vivo. Non auguro al mio peggior nemico questa fine, tuttavia i problemi che il futuro governo si troverà davanti sono di tal fatta da seppellire chiunque.

In quanto al PD mi fa venire in mente un vecchio libro “L'ultima carica del generale Custer” di Le Roj Martin. Un atto eroico (per modo di dire) che sicuramente rimarrà nei libri di storia ma che porterà probabilmente al massacro una stagione politica: quella del partito/istituzione. Conseguenza inevitabile se si va contro le leggi della fisica e si pretende di camminare sull’acqua. In questo caso l’acqua è una legge elettorale tra le peggiori ma che obbliga alle alleanze e se le alleanze non si fanno si affonda come pietre in uno stagno.

I Cinque Stelle mi rimandano a un film la TERRA DEI MORTI VIVENTI, lo dico senza offesa sia chiaro. La trama mi ricorda infatti il percorso del movimento. Tutti li davano per morti e invece, almeno dai sondaggi, risultano vivi e vegeti. Anzi di più, sono riusciti a trasformarsi da populisti incazzati a epigoni della resistenza popolare, approfittando, come bravi giocatori di calcio, degli spazi lasciati vuoti. Saranno una sorpresa?

Il terzo polo di Calenda e Renzi ha come colonna sonora il famoso motivetto di Battiato “Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente”. Ma di quale centro si parla? Difficile dirlo, perché in un mondo assai variabile mutano di continuo i punti di equilibrio. Di sicuro ancora cercano, visto che una parte di quel centro a cui ambiscono è rimasto appeso alla destra e un altro pezzetto sta col PD. Ma non è detto che queste elezioni li penalizzeranno, anzi tutto il contrario. Con’ incertezza che c’è in giro una minestra calda e un tetto sicuro assomigliano a una reggia.
La lista è finita e se uno ha orecchi per intendere, intenda!

Tags: Elezioni

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.