Il treno dei desideri all'incontrario va

. Inserito in #madecheseragiona

Castiglion Fiorentino è uno dei pochissimi comuni che continuano a perpetuare il ricordo dell’11 settembre 2001. Qui da noi la memoria del tragico evento è rimasta viva grazie al forte legame che unisce gli studenti del S. Chiara Study Center ai castiglionesi.

Un vincolo stretto che subito dopo l’11 settembre di ventun anni fa, portò a realizzare un monumento per commemorare le vittime dell’attentato. Un’opera che, lo rammento bene, fu fortemente voluta dagli studenti della Texas A&M University e dal mai dimenticato direttore del S. Chiara Study Center Paolo Barucchieri.
Anche domenica, come ogni anno, ho partecipato alla breve cerimonia davanti al monumento.
Una volta finito mi sono incamminato verso casa ed ho incrociato un gruppo di ragazzi in sella alle loro moto.
Mi son chiesto, un ragazzo o una ragazza che oggi hanno venti, venticinque, trent’anni, non possono, e non per colpa loro, avere memoria di quei giorni. Per loro la distruzione delle torri gemelle, e prima ancora la caduta del muro di Berlino, le guerre in Iraq e in Afghanistan sono episodi lontani quanto la battaglia di Teutoburgo. In questo senso i giovani sono l’antidoto o meglio il contraltare alla retorica bolsa con cui ci riempiamo la bocca.
E visto che siamo per dircele tutte io mi domando quale interesse possano trovare un ragazzo o una ragazza in questa campagna elettorale tutta ripiegata su sé stessa. Una campagna elettorale fatta di slogan, di promesse non mantenibili, di proposte economiche che, se attuate, ipotecherebbero il futuro delle prossime dieci generazioni.
Una campagna per vecchi mi verrebbe da dire, e lo dice uno che ormai non è più un giovanetto.
Purtroppo in questo paese ogni cosa si trasforma alternativamente in puro esercizio verbale oppure in barzelletta.
Per cui può accadere che personaggi che appendono in camera il poster delle Waffen SS vadano poi a mettere corone di alloro ai monumenti alla resistenza. Tutto ormai è forma senza sostanza. È un teatro dove ognuno recita la parte che il caso, la fortuna, l’abilità gli hanno assegnato.
Sta qui la fine della storia non nel fatto che i nostri ragazzi sappiano poco delle Torri gemelle o di Gorbaciov. A loro serve ben altro che un’oratoria magniloquente o volgari battute alla Cetto la qualunque. A loro servono idee, progetti, speranze. Non possiamo permettere che il treno dei desideri, come scriveva Paolo Conte, vada al contrario.

Tags: Elezioni 11 settembre

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.