Festa della Repubblica delle belle parole

. Inserito in #madecheseragiona

Oggi, 2 giugno 2021, ho deciso di non solennizzare la Festa della Repubblica. A scanso di equivoci vorrei dire che io amo questa Repubblica nata dalla lotta di liberazione.

L’amo perché, nonostante il tempo passato, nei suoi fondamenti sarebbe la più moderna, la più attuale e la più bella Repubblica del mondo.
Non festeggio semplicemente perché sono stanco della pomposità dei discorsi ufficiali, sono infastidito dall’incoerenza dei rappresentanti istituzionali e soprattutto sono nauseato dai fiumi di belle parole che il giorno dopo sono già lettera morta. Non festeggio perché ho bisogno di una boccata d’aria per liberarmi dai miasmi che esalano dal sottobosco della politica.
Infatti se è sommamente giusto ricordare il fatto storico e cosa significò nel 1946 la nascita della Repubblica Italiana, ancor più giusto sarebbe il avere il coraggio di guardare con disincanto ai 75 anni di storia Repubblicana.
In pochi lo fanno e in pochi hanno il fegato di dire quanti dei principi della carta Costituzionale siano stati realmente applicati: Il diritto al lavoro? L’eguaglianza delle opportunità? La promozione della cultura? La tutela del paesaggio? Non lo fanno semplicemente perché il risultato spesso sarebbe a somma zero.
No, non c’è niente da festeggiare in un paese piegato dalla crisi, dove tante persone guardano incerte al futuro, un paese dove una classe politica inadeguata non trova di meglio che dimettersi dalle proprie responsabilità per affidare nelle mani dei tecnici le chiavi del governo.
No, non c’è niente da festeggiare, perché festeggiando si avalla quella tronfia magniloquenza che ha portato solo danni, nascondendo sotto concetti come unità nazionale e senso di responsabilità, la realtà di un paese diviso e incapace di guardare oltre il proprio naso. Che futuro potrà mai avere un paese dove la misura della libertà è data dal grado degli aperitivi serviti al bar?
Non è questa la Repubblica che sognavano nel 1946, questa è la Repubblica del 2021 e allora c’è ben poco da festeggiare.

Tags: Festa della Repubblica 2 giugno

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.