I mille talenti di Sgarbi

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Una delle più grandi mostre d'arte diffusa: "I Mille di Sgarbi. Lo Stato dell'Arte Contemporanea in Italia", la collettiva ideata da Sauro Moretti e Nino Ippolito, porterà a Castiglion Fiorentino le opere di artisti del panorama nazionale e internazionale selezionate da Vittorio Sgarbi

Come sapete non amo il politicamente corretto, però, stavolta, non credo sia giusto polemizzare per il gusto di farlo. Chi dice che Sgarbi non si intenda di arte, dice una castroneria. Ne ho avuta diretta esperienza quando, diversi anni orsono, lo accompagnai a visitare la Chiesa del Gesù a Castiglion Fiorentino. In quell’occasione fece una mirabile descrizione di un dipinto che, fino a quel momento, avevo pressoché ignorato, la Resurrezione di Francesco Vanni, opera che consiglio a tutti di vedere almeno una volta. Sullo Sgarbi politico e polemista sorvolo, perché nulla ha a che vedere con le cose di cui stiamo parlando. Benché, in qualche modo, la sua versatilità (è stato ed è tuttora Sindaco, parlamentare, assessore regionale, assessore comunale), abbia, per così dire una venatura artistica e rimandi al deplorevole stato della politica in questo paese, sempre più mondo di ciechi dove l’orbo è re.
Per questo non concordo con chi dice la mostra “non s’ha da fare”. Tuttavia non facciamola passare per quello che non è. Dobbiamo riconoscere, come dice qualcuno, che si tratta di una operazione puramente commerciale: si paga per iscriversi, si paga per esporre e veder pubblicati sul catalogo i propri lavori. Anche qui nulla di male, l’arte è sempre stata legata al commercio, senza denari e committenze non avremmo nessuna delle grandi opere del Rinascimento.
Detto questo, nessuno mi toglie dalla testa che progetti di questo tipo, e se ne potrebbero citare molti nella nostra provincia, proprio per la loro estemporaneità e decontestualizzazione, sembrano essere il paravento per mascherare l’incapacità di valorizzare le ricchezze storiche ed artistiche del territorio. Ad esempio, credo che il talento di Sgarbi e la benevolenza che mostra verso Castiglion Fiorentino, potrebbero essere utilizzati in maniera diversa. Ricordo che, nel 2018, non si volle prestare il “San Francesco riceve le stimmate” al museo brasiliano di Rio, perché era stata annunciata una grande mostra dedicata a Bartolomeo della Gatta, per altro caldeggiata anche dallo stesso Sgarbi. Da allora silenzio totale.
Forse sarebbe stato meglio impiegare energie e sforzi di sponsorizzazione in quella direzione. Perché una mostra su Bartolomeo della Gatta avrebbe davvero un significato per il rilancio delle bellezze e della storia castiglionesi, un richiamo al sacro (quello vero), una riaffermazione di identità e di legame con la nostra terra. La stessa cosa si può dire per molti altri comuni del nostro territorio, un esempio per tutti la valorizzazione piena e consapevole dei tesori del Museo nazionale d'arte medievale e moderna di Arezzo, che in pochi conoscono e che contiene invece immensi tesori.

Tags: Castiglion Fiorentino Vittorio Sgarbi Arte

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.