Fimer, «bad day». Gli operai occupano la fabbrica

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Fimer ha chiesto al tribunale la revoca del concordato rinunciando all’offerta di McLaren, un vero e proprio capovolgimento di fronte rispetto alla situazione d'inizio maggio, quando le parti sembrava avessero trovato un accordo

Evidentemente quel "con riserva" aveva un senso, se è vero che, nonostante gli annunci di un'iniezione di 10, poi 50 milioni con l'ingresso del fondo nel capitale per la nascita della nuova Fimer e l'ottimismo filtrato anche in sede regionale a metà maggio, ancora prima gli stipendi pagati all'indomani del via libera del Tribunale di Arezzo, ora tutto torna in alto mare per i 280 dipendenti dello stabilimento di Terranuova Bracciolini e le altre centinaia dell'indotto. Niente. Nelle ultime ore la crisi è precipitata. Mercoledì la rottura delle trattative tra Greybull/Mc Laren e il cda della Fimer, cui è seguita l'immediata convocazione delle parti dal giudice fallimentare Federico Pani, di fronte al quale Fimer ha chiesto la revoca del concordato, rinunciando all’offerta di McLaren. I lavoratori sono tornati immediatamente in stato di agitazione, col presidio davanti al Tribunale di Arezzo, mentre in aula si consumava la formalizzazione della rottura tra le parti. Luca Bertazzini del cda Fimer ha confermato all'uscita che "non ci sono le condizioni", annunciando "la rinuncia alla procedura di concordato". Parole che pesano come macigni e la cui traduzione potrebbe voler dire "fallimento", a meno che, come lasciato trapelare dalla proprietà, non vi siano "altre alternative". Quali, non è dato saperlo. Di "bad day", brutto giorno, ma anche di "gesto irresponsabile e immorale", ha invece parlato Marc Meyohas di Greybull, che ha voluto segnare le distanze tra «chi vuole salvare Fimer, vale a dire noi, i lavoratori, i sindacati e le istituzioni e la proprietà che vuole il fallimento della Fimer». Sconcertato il sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni, che insieme a Tracchi e Paoletti, rispettivamente Cgil e Cisl, ha chiamato tutti a raccolta: "Le organizzazioni sindacali hanno fissato un’assemblea pubblica davanti allo stabilimento a cui tutti coloro che possono sono invitati a partecipare, a sostegno dei lavoratori e della nostra gente".  La battaglia per salvare il lavoro continua, subito dopo l'assemblea i lavoratori hanno deciso di occupare la fabbrica. 

 

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