Sanità, stabilizzazione per chi ha maturato requisiti. Convergenza con sindacati

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Regione e sindacati, Funzione Pubblica Cgil, Cisl Funzione pubblica e Uil hanno condiviso di dare avvio immediato alla stabilizzazione dei lavoratori in sanità, anche di chi è stato reclutato ed ha lavorato durante l'emergenza sanitaria da Covid come previsto dalla finanziaria 2022.

E poi ci saranno bandi di mobilità interregionale, rinnovi dei contratti del personale assunto a termine oltre alla possibilità di acquisire tra il personale di ruolo lavoratori comandati o in mobilità, anche da altre regioni: azioni fortemente richieste dalle organizzazioni sindacali e che la Regione ha condiviso, chiaro segnale di valorizzazione del personale agevolando l’assunzione a tempo indeterminato ma anche con l’obiettivo di avvicinare il luogo di lavoro a quello di residenza. 

In Toscana l’intervento coinvolgerà centinaia di operatori, con vari profili, e per l’assessore alla salute, soddisfatto per il rilancio delle relazione sindacali che dà operatività positiva all’accordo firmato nei mesi scorsi, è la conferma dell’attenzione e determinazione nel sostenere la sanità pubblica, che si è tradotto tra il 2020 e il 2021 nello spostamento di risorse per 450 milioni dal bilancio regionale a quello della sanità. La Regione Toscana sta in questo momento conducendo una battaglia, a livello nazionale, per chiedere che il fondo sanitario sia aumentato ed adeguato alla spesa affrontata durante l’emergenza sanitaria da Covid, oltre che coerente allo sviluppo di una sanità, innovativa e diffusa a livello territoriale, quale quella prevista dagli investimenti del Pnrr, che non prevede però fondi per nuovo personale.   

Tra le richieste avanzate a Roma da parte della Toscana c’è la rimozione del tetto alla spesa per il personale, che non consente di dare adeguata riconoscimento ai dipendenti del sistema sanitario pubblico. L’obiettivo della Regione è una sanità pubblica che valorizzi il proprio personale. 

Le parti hanno anche condiviso la costituzione di apposite commissioni paritetiche di livello regionale per l’applicazione degli istituti economici previsto dal “decreto Calabria” e per la valutazione dell’opportunità della reinternalizzazione dei servizi sanitari alla persona.

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