Arezzo terra di ciclismo: Bicinfiera e L'Ardita celebrano le mitiche due ruote di tutti i tempi

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Prendo la bicicletta, quella del nonno. L’Ardita, la ciclostorica dell’Alpe di Poti, è il pezzo forte del festival del ciclismo Bicinfiera, che quest’anno taglia il traguardo della sua quarta edizione nel weekend.

Gli amanti di bici di ogni epoca avranno a disposizione tutta Piazza Grande e dintorni per sbizzarrirsi appagando la loro passione. Nei giorni di sabato e domenica la fiera metterà in vetrina passato, presente e futuro del settore: velocipedi storici con ricambi e accessori in vendita insieme a mezzi all’avanguardia come le gravel bike o quelle a pedalata assistita.

La Mostra Scambio però è solo uno dei perni di Bicinfiera, intorno a cui ruotano numerosi eventi collaterali. Per esempio una mostra dedicata alla bicicletta, celebrata con foto e cimeli del ciclismo (anche aretino) che fu, o la “cena degli arditi” per propiziare l’impresa in sella della domenica.

Per il gran finale, infatti, bisognerà aspettare il 24 mattina, quando appassionati della pedalata provenienti da tutta Italia si riuniranno nel centro storico di Arezzo per poi separarsi lungo tre diversi itinerari. Il più facile è il Gourmet, di 30 km. Per chi volesse osare di più, la scelta è tra i 50 km del Classico e gli 80 del percorso L’Ardita.

Massimiliano Refi è il presidente dell’associazione Gli Arditi del Ciclismo, organizzatrice della manifestazione.

Bianca: Arezzo città del ciclismo per tre giorni. Lo è diventata o lo è sempre stata?

Massimiliano Refi: Arezzo ha avuto per 9 anni la Del Tongo – prima Colnago, poi Pinarello – che ha vinto praticamente tutto nel ciclismo professionistico negli anni ‘80 e fino ai primi ‘90. Nel mondo delle ciclostoriche, un fenomeno recente legato al cicloturismo, è una città che ha una dimensione ottimale e si presta bene a queste manifestazioni, perché invoglia chi viene per partecipare a rimanere due giorni facendo anche il turista.

Bianca: Dal punto di vista di un ardito, perché pedalare sulle bici dei padri è meglio che pedalare sulle proprie?

Massimiliano Refi: Secondo me molti di quelli che pedalano con noi lo fanno anche con le biciclette moderne. Però semplicemente preferiscono venire a una manifestazione come la nostra dove il ritmo è rilassato, ci si può godere il paesaggio, ci sono ristori molto ricchi e curati piuttosto che andare a un’iniziativa agonistica dove si corre e basta. Penso che i partecipanti dell’Ardita siano ciclisti a tutto tondo, però domenica verranno per prendersela con calma. Non sono formule confliggenti. Le ciclostoriche sono anche occasioni ludiche, non a caso si può partecipare con mezzi strani. Oltre a essere un’occasione di riscoperta del passato sono diventate un modo di stare insieme che attira un sacco di giovani. Si va dal vecchio corridore all’hipster che si diverte a vestirsi in un certo modo.

Bianca: Nel programma c’è un momento di incontro tra campioni del ciclismo, giornalisti sportivi, tecnici e il pubblico.

Massimiliano Refi: Abbiamo inserito due appuntamenti nuovi. Sabato dopo pranzo facciamo una pedalata con le campionesse, perché quest’anno l’Ardita ha una madrina, Mara Mosoli. Lei e Michela Gorini accompagneranno i ciclisti alla scoperta del percorso Gourmet. Poi, sempre sabato pomeriggio, il dibattito con i professionisti. In parte per ricordare, in parte per parlare di ciclismo moderno. Vogliamo presentarlo a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature. La ciclostorica fa la parte del leone, però, ogni anno di più, soprattutto chi viene da fuori arriva sabato per partecipare a tutti gli eventi e fare turismo ad Arezzo.

Bianca: Che consiglio dà ai più coraggiosi che hanno scelto il percorso più duro da 80 km?

Massimiliano Refi: Non esagerare ai ristori, chiaramente, e affrontare la salita dell’Alpe di Poti con calma, perché nel primo tratto è impegnativa. C’è da dire che il bivio tra il percorso medio e quello lungo dell’Ardita è a 3 chilometri dalla città, perciò si può decidere fino all’ultimo momento quale intraprendere, anche a seconda di quello che è successo. Ovviamente se si ha bucato o ci sono stati problemi meccanici è consigliabile rientrare.

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Bianca Sestini

Bianca Sestini

Sono laureata in giurisprudenza e ho concluso il praticantato presso la Scuola di Giornalismo "Massimo Baldini" della Luiss di Roma. Parlo Inglese e un po' di Francese. Sono appassionata di fotografia, documentari e podcast della Bbc. Società, viaggi, cultura e scienza sono le aree che sono più curiosa di esplorare.