Quando anche un comico diventa capo di un movimento politico: dalla serie tv alla realtà

. Inserito in La versione di Bianca

Ogni occasione è buona per fare filosofia. E a partire da qualcosa che moltissimi conoscono e amano di certo non si sbaglia. L’idea di Filosofia in Serie potrebbe essere sbocciata così nelle menti dell’Urban Creativity Lab

Questo spazio all’interno della Casa dell’Energia di Arezzo, fa parte di uno dei progetti dell’associazione Verso Arezzo, attiva da 2 anni per formare e dare spunti di ispirazione agli adolescenti che le si avvicinano. Tra le varie attività, il pacchetto di incontri dedicati alle serie tv, pomeridiani e gratuiti, in partenza giovedì 8 novembre non è una novità. Nelle precedenti edizioni infatti l’iniziativa ha già spinto i giovani partecipanti a sondare i meandri filosofici di grandi successi come Black Mirror, Westworld e The End of the F***ing World.

Cambiano i calendari e le stagioni, ma le grandi domande filosofiche sono un evergreen che non invecchia. E le serie tv, oltre all’intrattenimento puro e semplice, possono fornire una chiave stimolante per esplorare noi stessi e il nostro tempo.

Stavolta si parte da The Handmaid’s Tale, tratta dall’omonimo libro della scrittrice canadese Margaret Atwood (in italiano Il racconto dell’ancella). Marco Montanari, coordinatore dell’Urban Creativity Lab insieme a Francesca Barbagli, sarà al timone di questo percorso di pratica filosofica in salsa Netflix e affini. 

Bianca: Come mai le serie tv piacciono così tanto?

Marco Montanari: La mia convinzione è che stiano occupando lo spazio che un secolo fa era dei romanzi. Tant’è vero che subiscono anche le stesse critiche. Nell’Ottocento Madame Bovary e tutti i grandi romanzi venivano accusati di deviare i giovani, di portare via la loro attenzione, di parlare di temi sconci. In realtà stavano mettendo uno specchio di fronte al mondo. Le serie tv oggi funzionano perché sono il racconto più efficace che parla di noi e del nostro tempo. E soprattutto lo fanno con un ritmo e un linguaggio narrativo che sono esattamente quelli a cui ci stiamo abituando come estetica collettiva. Parlano di noi nel modo in cui siamo abituati a vederci.

Bianca: Questa iniziativa porta in superficie la filosofia che c’è già nelle serie tv oppure la trascina al loro interno? Che obiettivo hanno questi incontri?

Marco Montanari: Noi in questo caso intendiamo due cose per “filosofia”. Innanzitutto, cerchiamo di analizzare che tipo di visione del mondo c’è nelle serie tv. Tutti noi ne abbiamo una, anche la persona con cui si parla al bar ha una sua etica, una sua idea di bellezza o di giustizia e noi possiamo trasformarla in qualcosa che può essere capito e condiviso. In più, dentro le migliori serie tv si fa filosofia, cioè si pongono domande a cui si cerca di dare risposta. Per esempio, su quale futuro ci aspetta, sui rapporti tra uomini e donne, su che cos’è l’intelligenza artificiale o la coscienza, e molte altre. Noi cerchiamo di allenare l’attitudine a farsi delle domande perché quello che ci cambia la vita non sono le risposte che diamo ma il fatto di ripeterci spesso gli interrogativi giusti.

Bianca: Secondo lei quali sono le serie tv più interessanti come specchio della nostra società e del nostro tempo?

Marco Montanari: Black Mirror è quella che secondo me ha raccontato in modo più profetico il tempo in cui viviamo. Alcune delle distopie di cui questa serie parlava anni fa nella prima stagione oggi sono diventate esperienze reali. Per esempio, quando raccontava di un comico diventato capo di un movimento politico in Inghilterra, oppure di una sorta di controllo esercitato attraverso i social network e le visualizzazioni reciproche. Poi The Handmaid’s Tale e Maniac, che è uscita di recente, ma anche serie più inaspettate. Sono convinto che Game of Thrones, che paradossalmente parla di un mondo fantasy, descriva in maniera straordinaria un certo tipo di meccanismi di potere a cui stiamo assistendo anche oggi.

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Bianca Sestini

Bianca Sestini

Sono laureata in giurisprudenza e ho concluso il praticantato presso la Scuola di Giornalismo "Massimo Baldini" della Luiss di Roma. Parlo Inglese e un po' di Francese. Sono appassionata di fotografia, documentari e podcast della Bbc. Società, viaggi, cultura e scienza sono le aree che sono più curiosa di esplorare.