Quel genio di Caravaggio raccontato per fumetti dal maestro dell'eros Milo Manara

. Inserito in La versione di Bianca

Con il fumetto, l’arte si può fare e raccontare allo stesso tempo. La mostra Manara, biografo di Caravaggio, visitabile alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo fino all’8 gennaio 2019, si regge su un dialogo fluido tra presente e passato

Si parla di Caravaggio, quel Michelangelo Merisi vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento, astro indiscusso dell’arte universale. Per conversatori, invece, l’esposizione sceglie i suoi biografi, contemporanei e non. La sorpresa arriva quando tra coloro che si sono cimentati nel racconto di Caravaggio, spunta fuori il nome di Milo Manara. Una presenza che stupisce i meno esperti, ma non i fan più informati del celebre fumettista italiano. Caravaggio - La tavolozza e la spada, il lavoro più recente di Manara pubblicato nel 2015, aspettava da anni il suo seguito. Le quasi 100 tavole in mostra compongono la seconda parte della biografia disegnata del Merisi, intitolata La grazia, ancora inedita e in uscita nel 2019.

In rappresentanza dello sguardo dei coetanei di Caravaggio, accanto al graphic novel, alcune opere d’arte di autori in qualche modo a lui collegati, prestate ad Arezzo da musei prestigiosi come la Galleria degli Uffizi di Firenze e la Galleria Borghese di Roma.

La mostra, ideata dalla Fondazione Guido d’Arezzo e realizzata in collaborazione con il Comune e altri partner, è frutto di una doppia curatela, affidata a Claudio Curcio e Claudio Strinati. Attraverso la voce del secondo, l’esposizione si arricchisce di riflessioni sul rapporto tra l’arte “da manuale” e quella del fumetto, in una convivenza che è non solo possibile ma anche interessante.

Bianca: Milo Manara è solo uno dei più recenti biografi di Caravaggio. Perché questo personaggio continua a stregare ancora oggi?

Claudio Strinati: È un artista che si distingue nettamente da tutti gli altri, sia per i suoi contemporanei sia nei secoli successivi. Intanto perché la sua vita è stata molto mitizzata da chi l’ha raccontata. E un po’ anche perché le sue opere sono sorprendentemente vicine alla sensibilità attuale: così drammatiche, contrastate, realistiche. Quel misto di aggressività e dolcezza, di bellezza eccelsa e violenza è un dato che piace sempre tantissimo nell’arte. Caravaggio non solo prescinde dal comune senso della morale ma, al contrario, spinge in direzioni inquietanti: c’è chi l’ha paragonato a una sorta di personaggio rock. Nella nostra percezione si conserva come una personalità sempre moderna.

Bianca: Questa mostra utilizza più linguaggi per parlare di Michelangelo Merisi, uomo e artista.

Claudio Strinati: Per ricordare come Caravaggio abbia anche creato un’importante scuola pittorica abbiamo esposto un quadro di Bartolomeo Manfredi, il suo discepolo per eccellenza che al tempo è stato un grande narratore in pittura. L’accostamento tra lo stile moderno di Manara e quello di un allievo del Caravaggio ci è sembrato una specie di omaggio ai visitatori della mostra e a Manara stesso.

Bianca: Manara è famoso soprattutto per la sensualità dei suoi lavori. Trova che ci sia un’analogia tra lui e Caravaggio?

Claudio Strinati: Come persona direi di no, nel senso che in Milo Manara non c’è un atteggiamento provocatorio, avanguardistico, violento…Tutt’altro. È una persona molto pacata, sia nel modo di esprimersi sia di disegnare, è molto classico. Tra l’altro, Caravaggio pare che non praticasse affatto il disegno. In questo sono all’opposto: uno è un sommo disegnatore, l’altro invece un pittore puro. Però, effettivamente, nello stile di Manara c’è questo elemento di fortissima personalità, un eros potentissimo. Un senso molto spiccato della fisicità che in effetti un po’ lo accomuna a Caravaggio.

Bianca: L’esposizione ha promosso il fumetto a forma d’arte. Una forzatura  o aria fresca per il profilo artistico di Arezzo?

Claudio Strinati: Il fumetto come forma d’arte nobile è un dato di fatto acquisito da decenni dalla critica d’arte. Arezzo offre una suggestione in più, perché a pochi metri dalla mostra di Manara c’è la Basilica di San Francesco: gli affreschi di Piero della Francesca sono un esempio meraviglioso di graphic novel del Rinascimento. È un po’ l’uovo di Colombo: le sue sono strisce, tra i primissimi esempi nella storia dell’arte italiana di una pittura in forma di racconto con le figure collegate, strutturate come avviene poi nel fumetto moderno. A volte nell’arte figurativa cose che sembrano modernissime sono semplicemente la forma attualizzata di un criterio artistico che dura da secoli.

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Bianca Sestini

Bianca Sestini

Sono laureata in giurisprudenza e ho concluso il praticantato presso la Scuola di Giornalismo "Massimo Baldini" della Luiss di Roma. Parlo Inglese e un po' di Francese. Sono appassionata di fotografia, documentari e podcast della Bbc. Società, viaggi, cultura e scienza sono le aree che sono più curiosa di esplorare.