Economia Arezzo, "chiari segnali di rallentamento". Metalli preziosi giù, export ok, ripresa turismo Ar24Tv
Nel corso della Giornata dell’Economia presentati i principali indicatori economici della provincia di Arezzo ed il Report Arezzo 2030
Il 2023 si è chiuso con un valore aggiunto del + 0,3%, crescita inferiore al dato nazionale e regionale. Flessione dell’industria (-2%), rallentamento servizi (+1,8%), costruzioni in forte crescita (+10,8%), così come nell’agricoltura (+13%). Vola export gioielleria, frena la moda, cresce occupazione. Reddito disponibile delle famiglie aretine + 4,4%
Si è tenuta questa mattina alla Borsa merci di Arezzo la Giornata dell’Economia organizzata dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena, nel corso della quale sono stati presentati i principali indicatori economici del territorio.
La Giornata è stata un’importante occasione di analisi e confronto sullo stato di salute dell’economia del territorio aretino attraverso i contributi del Presidente e del Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi e Marco Randellini.
Sono anche intervenuti il Direttore IRPET Nicola Sciclone che ha tracciato il quadro congiunturale dell’economia toscana e l’Assessore all’Economia ed al Turismo Leonardo Marras che si è soffermato sulle performance del sistema produttivo e sulla dinamica del commercio estero regionale.
Per quanto concerne l’analisi provinciale, dopo il brillante risultato registrato nel 2022 (+6,3%), il dato del valore aggiunto 2023 evidenzia chiari segnali di rallentamento. Le elaborazioni della Camera di Commercio sulle stime di Prometeia lo collocano a 10,6 miliardi di euro a valori correnti, con una crescita in termini reali che scende a +0,5% rispetto al 2022 a causa della flessione dell’industria (-2%) e al rallentamento dei servizi (+1,8%), mentre per le costruzioni si è registrata ancora una forte crescita (+10,8%), così come nell’agricoltura (+13%).
Nel 2024, sempre secondo le elaborazioni Camera di Commercio/ Prometeia, il valore aggiunto provinciale dovrebbe presentare una moderata crescita (+0,8%) con un diverso andamento settoriale rispetto all’anno precedente: il terziario ha una tendenza analoga al 2023 (+1,4%), l’industria si stabilizza (-0,1%), l’Agricoltura è sempre positiva (+10,1%) mentre si registra la forte frenata del comparto delle costruzioni (-5,1%) a causa della riduzione degli ecobonus.
Sul fronte dell’occupazione, per quanto riguarda gli occupati si prevede una crescita del 3% nel 2023 che rallenterà poi a +1,7% nel 2024. Passando alle unità di lavoro (ULA), un’unità di misura del volume di lavoro prestato, si ha un andamento similare: per il 2023 si registra una crescita del 3,1% che passerà poi a +1,5% quest’anno.
Positivi i dati relativi all’andamento del reddito disponibile delle famiglie aretine: il 2023 evidenzia un incremento del 4,4% che dovrebbe trovare conferma anche nel corso del 2024 (+3,7%).
La spesa per consumi finali delle famiglie è l’indicatore più vivace del 2023: le stime indicano infatti un aumento del 6,9% rispetto al 2022. Sicuramente il dato risente della dinamica inflazionistica ma è rappresentativo di una effettiva ripresa dei consumi, soprattutto nel comparto dei servizi. Le stime per il 2024 restano positive, ma con un andamento meno brillante (+2,8%).
Sempre rilevante l’apporto dell’export nel sistema economico provinciale: Arezzo è si conferma nel 2023 la seconda provincia della Toscana per fatturato proveniente da attività di export con il 18,7% del totale regionale, preceduto solo da quelle della provincia di Firenze (35,5%) e se si considera il livello di incidenza dell’export sul valore aggiunto con 104,1% fa registrare quasi il doppio rispetto alla seconda provincia ( Siena, 54,3%) e della media regionale (45,2%).
I dati relativi all’export del primo trimestre 2024 evidenziano una crescita particolarmente sostenuta pari a 3 miliardi e 523 milioni di euro con un incremento sul periodo gennaio-marzo 2023 del +33,2%.
Un risultato ascrivibile soprattutto alla Gioielleria che toccando 1 miliardo e 845 milioni di euro registra un incremento di assoluto rilievo (+133,4%) rispetto allo stesso periodo del 2023.
Si tratta di una performance imputabile solo in minima parte all’aumento del prezzo dell’oro (+8,4%) e che vede una crescita di tutti i principali mercati di sbocco.
In flessione i Metalli preziosi che si attestano a 912 milioni ( -9,1% sul 2023) e la Moda che ha una contrazione del -2,2% con un controvalore di quasi 180 milioni di euro. La contrazione è determinata soprattutto dalla pelletteria, -20,2% con 42,3 milioni di euro e dalle calzature, -0,5%, 41, 3 milioni di euro, mentre l’abbigliamento e il tessile hanno segni positivi.
Positivi anche l’Elettronica, 66 milioni, +11,9% e i Macchinari: 55,3 milioni, +1,9% mentre presentano segni negativi i Prodotti chimici, 93,6 milioni, -31,8%, quelli Farmaceutici 24,1 milioni, -17,0%, ed il vino 15,8 milioni, -16,1%.
Sulla base dei dati relativi all’indagine ISTAT sulle “Forze di lavoro”, in provincia di Arezzo nel 2023 erano presenti oltre 153 mila occupati (15-89 anni), per il 78,4% dipendenti ed il restante 21,6% indipendenti. Rispetto al 2022 si sono guadagnate circa 4.400 posizioni lavorative con una crescita relativa del +3%, più elevata per gli occupati dipendenti (+3,6%) piuttosto che per quelli indipendenti (+0,8%). Con il 2023 si amplia il recupero dei livelli occupazionali del pre-pandemia già ottenuto dal 2021, superando il dato 2019 di oltre 8mila unità (+8,2%): ciò però è valido solo per gli occupati dipendenti (+10,5% sul 2019) mentre per gli indipendenti siamo ancora al di sotto di circa 2.400 unità in valore assoluto e del 2,4% in termini relativi.
Nel 2023 il turismo aretino prosegue il percorso di ripresa post pandemia sia in termini di arrivi (+13,4%) che di presenze (+9,2%) rispetto al 2022 e portando a compimento il recupero dei livelli pre-pandemia sia in termini di arrivi (+7,7%) che di presenze (+12,4%).
Diminuisce di poco la permanenza media (da 2,8 a 2,7 giorni) comunque in linea con il valore regionale (2,8 giorni). Il dettaglio per provenienza mostra una maggiore vivacità degli stranieri che, però, presentano l’unico dato ancora al di sotto dei livelli del 2019 in termini di arrivi (-1,1%). Gli italiani rallentano la crescita ma sono abbondantemente al di sopra dei livelli 2019. A livello di tipologie di struttura l’alberghiero presenta una crescita più marcata rispetto all’extra alberghiero, ma non riesce ancora a recuperare i livelli 2019 in termini di numero di turisti (-2,4%).
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