Passaggio a Castiglion Fiorentino. Leonardo da Vinci soggiornò a Palazzo Vitelli - Foto

Sintesi di una ricerca in parte pubblicata sull'ultimo numero di Notizie di Storia, la rivista della Società Storica Aretina

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Leonardo a Castiglion Fiorentino (giugno – luglio 1502). Il soggiorno nel Palazzo Vitelli, il progetto per canalizzare i torrenti Cilone e Vingone. 

Studiando bene la mappa di Leonardo conservata alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano nel Codice Atlantico (c. 918r), assieme ad altri documenti come estimi e catasti dal Quattrocento all’Ottocento; le Piante dei Capitani di Parte Guelfa del XVI e XVII secolo; il “Carnet L” conservato a Parigi tra Les carnets de Léonard, (Ms. 2182); le mappe di Leonardo della Valdichiana conservate presso la Royal Library del Windsor Castle, (RLW 12278, RLW 12682); le carte di Giuseppe Ghizzi conservate nella Biblioteca di Castiglion Fiorentino e parecchi studi su Leonardo e sui Vitelli, appaiono evidenti due importanti fatti:

- tra metà giugno e fine luglio1502 Leonardo da Vinci soggiornò per un certo tempo a Castiglion Fiorentino, verosimilmente nel Palazzo dei Vitelli lungo l’attuale Corso Italia.

- Leonardo studiò e progettò dei lavori di canalizzazione della parte terminale dei rii Cilone e Vingone per diminuire l’impaludamento delle Chiane sotto Montecchio e per rifornire di acqua il Lago di Brolio nel periodo estivo

Ma cerchiamo di capire meglio. Leonardo nel 1502 era al servizio di Vitellozzo Vitelli – capitano di Cesare Borgia detto il Valentino - quando il condottiero fu inviato dal Borgia ad Arezzo che si era ribellata alla Repubblica di Firenze. Anche Leonardo, in qualità di ingegnere militare e idraulico di Vitellozzo venne ad Arezzo verso il 7 giugno. Il 15 giugno Castiglion Fiorentino si diede al Vitelli e così Vitellozzo tornò a Castiglioni con al seguito Leonardo.

Ho detto tornò perché Vitellozzo aveva abitato a Castiglioni dopo il 1474, quando suo padre Niccolò fu esiliato con la famiglia da Città di Castello. Niccolò Vitelli aveva acquistato a Castiglion Fiorentino parecchi beni, tra cui alcune case all’interno del centro fortificato, che trasformò nel cosiddetto “Palazzo Vitelli”, lungo l’attuale Corso Italia, dove oggi c’è al piano terra il Silla’s Bistrò e al primo piano uno studio notarile. Niccolò acquistò anche un podere con casa sulle sponde del lago di Brolio. Sappiamo che Vitellozzo aveva fatto amicizia con Sigismondo Tizio, che poi fu un celebre umanista, e che proprio dal Tizio fu “ammaestrato”, come scrisse Paolo Piccolomini. A Castiglioni continuarono ad abitare per circa un secolo alcuni esponenti della famiglia Vitelli, discendenti da Paolo, fratello di Vitellozzo. Il nipote di Paolo, il celebre capitano Gian Luigi detto Chiappino, a metà del Cinquecento ebbe anche incarichi pubblici nel Comune di Castiglioni.

Quindi quando Leonardo venne a Castiglioni fu sicuramente alloggiato nel Palazzo Vitelli, così come accadrà pochi anni dopo con il commissario fiorentino Gianfigliazzi. Non era ben visto dalle comunità locali questo ingegnere che girava, misurava, osservava e infatti nel successivo agosto il Valentino gli rilasciò la cosiddetta “Lettera patente”, una specie di lasciapassare per poter andare liberamente a fare le sue misurazioni nelle terre sottoposte al Borgia.

Leonardo a Castiglioni eseguì parecchi rilievi e varie misurazioni che poi gli servirono per disegnare tre mappe. La più celebre è la Mappa della Valdichiana conservata nel Castello di Windsor.

La più interessante invece è quella conservata nella carta 918r del Codice Atlantico della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. A parte la raffigurazione piuttosto realistica di Castiglioni – Aretino – con le mura settentrionali esterne al circuito, le porte Santa Maria e Sant’Angelo, la Torre del Cassero, quello che mi ha incuriosito è stata una sequenza di distanze espresse in braccia lungo il torrente Cilone, uno dei tre corsi d’acqua castiglionesi. Leonardo ha indicato sulla mappa dei punti di riferimento e la distanza in braccia tra di loro. Uno di questi punti è una TORRE localizzabile lungo la via della Nave, in località Cappella Brocchi, della quale ho scritto anni fa.

Studiando le mappe dei Capitani di Parte Guelfa, le mappe catastali, le tavolette IGM e il territorio sono arrivato alla conclusione che la mappa di Leonardo è un progetto di massima per la canalizzazione della parte terminale del Cilone e del Vingone. E dopo aver ricevuto dalla Biblioteca Ambrosiana una foto ad alta definizione del lavoro di Leonardo ne sono ancor di più convinto.

Leonardo ha studiato una nuova sistemazione del percorso del Cilone, tra il ponte della strada Romea (oggi area della Fornace) e le Tre Acque, dov’era la convergenza di Cilone, Vingone e Bigurro. Dalle Tre Acque il Cilone veniva deviato a dritto verso il lago di Brolio, un bacino artificiale acquistato dai privati confinanti nel XIII dal Comune di Arezzo per ricavarne pesce da portare in città specialmente nella quaresima. Per fare questa deviazione il percorso del Cilone avrebbe intersecato tramite una botte il rio Renello e poi avrebbe dovuto superare una “costa” che Leonardo annota essere alta 16 braccia. Questa deviazione avrebbe portato meno acqua alle Chiane di Montecchio e avrebbe evitato l’abbassamento di livello estivo del lago di Brolio.

Inoltre, dalla mappa si vede un’altra canalizzazione. Si tratta del tratto terminale del Vingone che da dopo le Tre Acque si sarebbe diretto a dritto verso le Chiane sotto Montecchio, aumentando la pendenza e quindi il defluire delle acque, con benefici al territorio.

I Vitelli castiglionesi parenti di Vitellozzo avranno avuto un ruolo nel suggerire a Leonardo questo studio? Lo reputo probabile, ma al momento non ne ho la certezza.

Questi lavori non furono eseguiti sia per la precoce morte di Vitellozzo (dicembre 1502) e sia per il tramonto rapido della stella del Valentino.

Ma negli Anni Trenta del passato secolo fu effettivamente eseguito un canale che dalle Tre Acque si dirigeva verso il Lago di Brolio, proprio per evitare le periodiche inondazioni dell’area.

Ho trattato l’argomento nell’ultimo numero di “Notizie di Storia” (n. 50), periodico della Società Storica Aretina.

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Santino Gallorini

Santino Gallorini

Appassionato di storia fin da ragazzino, ho continuato ad interessarmi all’argomento crescendo. Molto curioso e molto determinato, spesso fortunato, ho portato avanti parecchie indagini mettendo in luce fatti e personaggi dimenticati e suscitando l’interesse di molte persone.