Segnali di rallentamento dell'economia aretina Ar24Tv

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E' quanto emerge dalla giornata dell'Economia alla Borsa Merci. Gli indicatori economici: export in crescita, fase di debolezza dei metalli preziosi (-3,8%) e l’andamento positivo dell’oreficeria (+5,6%). Turismo, comandano le vallate: Valdichiana (+24,2%), Valtiberina (+14,2%), Valdarno (+14%), Casentino (+11%). Arezzo va sotto (-3,1%) rispetto al pre pandemia.

Il report 

Segnali di rallentamento in provincia di Arezzo

Anche in provincia di Arezzo si registrano gli stessi segnali di rallentamento evidenziati per l’economia mondiale. Il valore aggiunto nominale, ovvero il valore dei beni e servizi prodotti al netto del valore dei beni e servizi necessari per produrli, nel 2023 viene stimato da Prometeia a poco più di 10 miliardi di euro. Dopo la ripresa vigorosa degli anni 2021 e 2022, che aveva consentito alla provincia di recuperare i livelli del 2019, nel 2023 la crescita si dovrebbe attestare ad un più modesto 0,8% in termini reali.

Settori

Agricoltura: dopo il recupero d el 2022 nel 2023 continua a crescere più della media +3,9% e ritorna al di sopra dei livelli pre pandemia. Industria: oltre alle difficoltà nel recupero dei livelli pre pandemia, nel 2023 si dovrebbe registrare un ritorno a segno negativo -1,2%. Costruzioni: con la riduzione degli incentivi, nel 2023 si registra un brusco rallentamento. Servizi: è il comparto che ha fatto più fatica ad uscire dall’emergenza pandemica, ma è quello che, insieme all’agricoltura, riesce a crescere anche nel 2023 +1,8%.

Export

Arezzo, complice la particolare composizione delle sue esportazioni e la forte vocazione internazionale delle sue imprese, è la provincia che presenta il livello più elevato di incidenza dell’export sul valore aggiunto (valori correnti) nel 2022 tale valore si è attestato al 118,6% più del doppio della seconda provincia (Firenze 56,4%) e della media regionale (49,6%).

Il 2022 è stato un anno positivo per l’export della provincia di Arezzo è aumentato di oltre 900 milioni di euro +8,9% in termini percentuali) rispetto al 2021 attestandosi a oltre 11 miliardi di euro e riportandosi sui livelli raggiunti nel 2020. Rispetto al 2020 è però cambiata completamente la composizione se nell’anno della pandemia le esportazioni di metalli preziosi +65,6% avevano raggiunto valori record a spese soprattutto di gioielleria ed oreficeria -29,1% con l’uscita dalla fase più critica, nel 2022 c’è stata una decisa ricomposizione dei flussi con una crescita dell’oreficeria +109% rispetto al 2020 ed una flessione dei metalli preziosi -30,9% sul 2020.

Nel primo semestre del 2023 le esportazioni della provincia di Arezzo si attestano a 5,4 miliardi di euro, in crescita del 2,1% rispetto al 2022. Prosegue la fase di debolezza dei metalli preziosi -3,8% e l’andamento positivo dell’oreficeria +56% che, però, considerando la crescita del 4,1% del prezzo dell’oro, si colloca poco al di sopra della stazionarietà. Le recenti tensioni geo politiche (conflitto israelo palestinese) sicuramente aumenteranno il livello di incertezza e quindi potrebbero da un lato indebolire la domanda di prodotti di gioielleria al consumo e ad una ripresa della domanda di oro (come bene rifugio). Positivo il risultato complessivo del comparto Moda 12% che ha coinvolto tutte le specializzazioni produttive: abbigliamento 10,5% pelletteria 16,2% e calzature 14,7%.

Turismo

Nel 2022 il turismo aretino intensifica la ripresa iniziata nel 2021 sia in termini di arrivi +39,1% che di presenze +33,2%. I livelli pre pandemia sono stati recuperati solo in termini di presenze, mentre per gli arrivi si è restati più bassi del 5%. Gli stranieri in particolare sono ancora molto lontani dai valori del 2019. Sul fronte della tipologia di struttura l’extra alberghiero è riuscito a recuperare meglio le perdite subite, collocandosi ben al di sopra dei valori prepandemici. L’alberghiero, invece, pur crescendo sensibilmente nel 2022 non riesce a completare il recupero. La permanenza media si attesta a 2,83 giorni, al di sotto del dato medio toscano 3,28 e comunque ben posizionato nel contesto delle province non interessate dal turismo di mare (caratterizzato da soggiorni più lunghi). I dati provvisori dei primi nove mesi del 2023 che è bene premettere sono incompleti e quindi da considerare puramente indicativi, sembrano comunque far intravedere un rallentamento in particolare per i turisti italiani.

Dati provvisori gennaio agosto 2023 stimati da IRPET disponibili e sterilizzati dall’effetto delle cosiddette “mancate comunicazioni".
2022-2023: solo Valdichiana +5,3% e Casentino +1,1% presentano un incremento, mentre Arezzo -1,8%, Valdarno -1,2% e Valtiberina -0,2% accusano rallentamenti più o meno marcati
2019-2023 tutti gli ambiti hanno recuperato i livelli pre pandemia (in particolare la Valdichiana) con la sola eccezione di Arezzo che resta al di sotto di 3 punti percentuali.

L'occupazione

Sulla base dei dati relativi all’ indagine ISTAT sulle “Forze di lavoro” in provincia di Arezzo nel 2022 sono presenti circa 149 mila occupati, circa 3.500 in più rispetto al 2021 +2,4% e 6.000 in più rispetto al 2020 +4,2%. Si consolida la fase di ripresa occupazionale continuano a diminuire i disoccupati e gli inattivi, e contemporaneamente crescono gli occupati. Sul fronte dei livelli operativi delle aziende espresse per mezzo delle Unità di lavoro i dati del 2021 mostrano un pronto recupero dei livelli persi nel 2020 per industria e costruzioni, mentre persistevano le difficoltà nei servizi, in particolari turistici Nel 2022 si registra, invece, un abbassamento dei livelli di attività per industria e costruzioni, mentre aumentano decisamente quelli dei servizi, con il rientro a regime del turismo. I dati Excelsior provvisori e parziali del 2023 evidenzierebbero una ulteriore accelerazione delle assunzioni.

Previsioni Prometeia

Le previsioni formulate al momento da Prometeia per l’anno in corso e per il prossimo, sono di una moderata e costante crescita sul fronte del valore aggiunto e degli indicatori occupazionali mentre per quanto riguarda reddito e consumi delle famiglie dopo un 2023 decisamente dinamico, nel 2024 si ha un sensibile rallentamento pur restando ampiamente in territorio positivo. Per quanto riguarda i consumi, sul forte incremento stimato nel 2023 +7,3% avrà inciso sensibilmente l’aumento dell’inflazione, soprattutto nella parte iniziale dell’anno Quindi, probabilmente, siamo di fronte ad un aumento dei consumi che non ha origine in una elevata crescita della domanda.

Nel corso della Giornata dell’Economia presentati i principali indicatori economici della provincia di Arezzo ed il Report Arezzo 2030

Si è tenuta questa mattina alla Borsa merci di Arezzo la Giornata dell’Economia organizzata dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena, nel corso della quale sono stati presentati i principali indicatori economici del territorio.

Nell’occasione è stato anche presentato il report “Arezzo 2030” nato dalla collaborazione tra Camera di Commercio, Università degli Studi di Siena, ACLI e Movimento Cristiano dei Lavoratori

La Giornata è stata un’importante occasione di analisi e confronto sullo stato di salute dell’economia del territorio aretino attraverso i contributi del Presidente e del Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi e Marco Randellini.

Anche in provincia di Arezzo si registrano gli stessi segnali di rallentamento evidenziati sia a livello mondiale che nazionale. Dalle stime di Prometeia si evince che la crescita del valore aggiunto nominale, dopo la ripresa vigorosa degli anni 2021 e 2022 che aveva consentito alla provincia di recuperare i livelli 2019, precedenti alla pandemia, si dovrebbe attestare ad un più modesto 0,8 in termini reali.

Esaminando i singoli settori emerge che l’Agricoltura ha la crescita più elevata pari al +3,9% nel 2023. L’ Industria, nell’anno in corso, non solo ha difficoltà nel recupero dei livelli pre-pandemia ma dovrebbe registrare, sempre per quanto concerne il valore aggiunto, una contrazione del -1,2%. Le costruzioni, con la riduzione degli incentivi, fanno registrare un brusco rallentamento mentre i Servizi, il comparto che ha fatto più fatica ad uscire dall’emergenza pandemica, e quello che insieme all’agricoltura riesce a crescere anche nel 2023 con il +1,8%.

Sempre rilevante l’apporto dell’export nel sistema economico provinciale: Arezzo, complice anche la particolare composizione delle sue esportazioni, è la provincia che presenta in Toscana il livello più elevato di incidenza dell’export sul valore aggiunto: nel 2022 tale valore si è attestato al 118,6%, più del doppio della seconda provincia (Firenze 56,4%) e della media regionale (49,6%).

Sulla base dei dati relativi all’ indagine ISTAT sulle “Forze di lavoro” in provincia di Arezzo nel 2022 erano presenti circa 149 mila occupati con un aumento di circa 3.500 unità in più rispetto al 2021 (+2,4%) e circa 6.000 in più rispetto al 2020 (+4,2%). Si consolida quindi la fase di ripresa occupazionale che vede, con la crescita degli occupati, proseguire la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi.

Le previsioni formulate da Prometeia quindi per l’anno in corso e per il prossimo, segnalano una moderata e costante crescita sul fronte del valore aggiunto e degli indicatori occupazionali mentre per quanto riguarda reddito e consumi delle famiglie dopo un 2023 decisamente dinamico, nel 2024 si annuncia un sensibile rallentamento pur confermando i segni positivi.

Per quanto riguarda i consumi, sul forte incremento stimato nel 2023 pari al 7,3% ha inciso sensibilmente l’aumento dell’inflazione, soprattutto nella parte iniziale dell’anno Quindi, probabilmente, siamo di fronte ad un aumento dei consumi che non ha origine in una elevata crescita della domanda. Per il 2024 si avrà un ulteriore sensibile rallentamento.

La ricerca Arezzo 2030 è stata invece presentata dalla Prof.ssa Francesca Gagliardi che ha elaborato i dati demografici, economici e sociali riferiti alla provincia di Arezzo contestualizzandoli e riorganizzandoli nella più ampia cornice dei 17 obbiettivi Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030 sviluppata dalle Nazioni Unite e delle metriche di Benessere Equo e Sostenibile (BES) sviluppate da ISTAT.

La ricerca ha consentito di raccogliere più di 300 indicatori a livello locale e di avere una chiara descrizione, per la Provincia di Arezzo, del suo grado di sviluppo verso l’Agenda 2030.

Fra i 17 obbiettivi che hanno comunque tutti ricadute sul contesto economico,

quello numero 8, “Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti” è forse quello più strettamente connesso all’ analisi congiunturale.

 

 

 

 

 

 

Tra gli elementi di forza, presenti nel nostro territorio, troviamo, ad esempio, il saldo della bilancia commerciale provinciale che è in attivo con un elevato incremento nel 2022, il tasso di occupazione generale e giovanile in crescita a ritmi nettamente superiori a quelli regionale e nazionale ed il tasso di mancata partecipazione al lavoro e quello di inattività che in questo caso sono decisamente sono inferiori a quelli regionali e nazionali.

 

Allontanano invece Arezzo da una piena realizzazione dell’Obbiettivo 8, sempre a titolo d’esempio, il valore aggiunto nominale pro capite provinciale che è inferiore a quello toscano, la tipologia dei contratti, prevalentemente a tempo determinato, la retribuzione media annua che è inferiore a quella regionale e nazionale, la pensione media provinciale che è tra le più basse della regione così come il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente che è superiore a quello toscano e nazionale.

 

Al termine è intervenuto l’Assessore Regionale all’Economia ed al Turismo Leonardo Marras che ha evidenziato come l’economia regionale, dopo un andamento molto positivo nel corso del 2022, quest’anno registri alcune difficoltà dovute anche al rallentamento della domanda globale. Nel corso del 2024, la situazione potrà migliorare grazie soprattutto all’apporto dell’export che costituisce il motore di traino per i distretti toscani. Il sistema imprenditoriale toscano necessita in questa fase, rispetto ad altre realtà regionali, soprattutto di maggiori investimenti sul versante dell’’innovazione tecnologica e della \digitalizzazione delle piccole e medie imprese, interventi fondamentali per lo sviluppo economico regionale.

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