Francesco Macrì tra ruoli pubblici e politica: "Con passione verso nuove sfide"

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"Da cittadino reclamo il diritto di fare politica, da politico rivendico il diritto di fare il manager". Su Estra: "Percorso ingiustamente interrotto". Su Leonardo: "Sarà una grande esperienza, Cingolani e Pontecorvo fuoriclasse". Sulla Multiutility: "Solo negli interessi dei cittadini toscani".

Pubblicata sulle pagine del Corriere Fiorentino una lunga intervista a Francesco Macrì. Incalzato dalle domande di Salvatore Mannino, il manager pubblico interviene a tutto campo dopo il proscioglimento nella vicenda del processo Coingas/Estra, l'ingresso in Leonardo e alla vigilia del rientro in Estra (domani, 8 giugno, verrà decisa la data di convocazione del cda, probabilmente per il 19). Con uno sguardo sulla multiutility toscana.

S.M. Macrì, consigliere di Leonardo e candidato alla presidenza di Estra, una bella rivincita dopo i giorni neri del processo Coingas e della decadenza da Estra dichiarata da Anac

Francesco MacrìNon la interpreto come una rivincita ma come la ripresa di un percorso che si era ingiustamente interrotto. E uso questo avverbio perché è stata proprio la giustizia a riconoscere la mia correttezza. Adesso riprenderò il mio impegno in Estra e mi misurerò con responsabilità con la nuova esperienza in Leonardo. Ritengo entrambi gli incarichi come il riconoscimento delle mie esperienze professionali e del mio impegno civile.

S.M. Sono due incarichi manageriali ma mediati dalla politica. Lei si sente un lottizzato?

Francesco MacrìMi sento un manager che fin da ragazzo si è impegnato in politica, ma che di politica non ha vissuto e non intende vivere. Ho sempre separato il lavoro dall’impegno politico, non rinunciando né all’uno né all’altro. È evidente che convergenze sono possibili e lo sono nelle aziende di matrice pubblica, dove un manager non risponde solamente alle semplici logiche di un legittimo profitto ma all’interesse generale che le imprese pubbliche devono perseguire coniugando risultati economici e sociali. È quindi evidente che un manager pubblico debba essere in sintonia con il mandato che riceve dalla proprietà, che in questi casi è rappresentata dal governo e dalle amministrazioni socie. Poi se vogliamo parlare di figure più tecniche o indipendenti è giusto e doveroso che ve ne siano nella governance, ma è ancor più giusto che siano presenti nella struttura operativa e gestionale e negli organi di controllo.

S.M. Lei si è sempre difeso dall'accusa di essere un nominato per meriti politici dicendo che ha anche un'esperienza manageriale: lei si sente più un politico o un manager?

Francesco Macrì: Mi sento l’uno e l’altro. Avere un lavoro, essere un manager o un imprenditore rende libero nell’impegno politico. Sono strade separate che in alcuni casi possono convergere. Da cittadino reclamo il diritto di fare politica, da politico rivendico il diritto di fare il manager. Mi permetta di ricordarle che oltre agli studi universitari, ho sempre lavorato dirigendo aziende e guidando consigli di amministrazione, nei settori automotive, tpl, farmaceutico, delle telecomunicazioni, fino ad arrivare alle esperienze in ambito energetico per le quali mi sono distinto a livello nazionale.

S.M. Come pensa di conciliare il suo ruolo politico di leader aretino di Fdi con i suoi impegni manageriali?

Francesco Macrì: Come ho sempre fatto: distinguendoli e facendo prevalere la passione sulla fatica.

S.M. In Leonardo che ruolo pensa di esercitare, inserito in un contesto di altissimo livello, in cui l’ex ministro Cingolani è AD e l’ambasciatore Pontecorvo Presidente?

Francesco Macrì: Cingolani e Pontecorvo sono due fuoriclasse con elevatissime competenze ed esperienze, così come gli altri componenti del consiglio con molto dei quali c’è già affinità. Per me sarà un’altra grande esperienza, nella quale sarò in grado di portare la mia visione e le mie competenze. Ovviamente il mio contributo sarà principalmente orientato sul versante civile della missione di Leonardo, che secondo me può rappresentare una grande opportunità espansiva dal punto di vista societario. Si pensi, ad esempio, alla sicurezza nazionale, ad impieghi civili di strumenti difensivi materiali e immateriali in ambito cyber da assicurare alle nostre infrastrutture strategiche centrali e periferiche, in ambito energetico, idrico e ambientale.

S.M. Che pensa di poter fare in Leonardo per la Toscana e per la sua provincia di origine? 

Francesco Macrì: Quello che farò con i colleghi per il resto d’Italia. Non sono il rappresentante di Arezzo o della Toscana. Questa è una logica provinciale che non può essere applicata in questo caso. Leonardo ha una presenza importante in questa regione, con divisioni, aziende e indotto. Mi preoccuperò che queste realtà abbiano pari attenzioni rispetto alle altre diffuse in Italia a patto che il tutto coincida con l’interesse generale dell’azienda.

S.M. Lei si appresta a ritornare in Estra, quali sono i suoi programmi?

Francesco Macrì: Estra è una grande azienda che a differenza di altre nel settore ha risentito della crisi, dell’emergenza energetica e della connessa speculazione. Una fase difficile che ha reso meno fluidi i suoi rapporti con i clienti che, per me, sono anche cittadini. Il mio primo obiettivo sarà quello di riprendere e consolidare l’identità di Estra quale azienda territoriale e di prossimità, vicina alle comunità delle regioni nelle quali opera, sempre dalla parte delle famiglie e delle imprese, strumento di sostegno alla ripresa economica e partner delle istituzioni locali. Questa è la chiave e l’elemento distintivo che ha fatto e farà il successo dell’azienda.

S.M. Si parla molto di Multiutility toscana e anzi ce ne è già un primo embrione che controlla anche il 39 per cento di Estra. Qual è la sua opinione? E pensa che sarebbe utile allargare ad altri territori e società pubbliche toscane?

Francesco Macrì: In questa fase è un tema nelle disponibilità dei rappresentanti istituzionali ma se vuole la mia opinione, la Toscana non può più accettare passivamente le politiche espansive ed aggressive di grandi gruppi stranieri o di altre regioni del centro-nord che vedono il nostro territorio solo come un mercato o un popolo di consumatori da conquistare. La multiutility toscana può rappresentare uno strumento fondamentale per riacquisire la sovranità amministrativa dei servizi pubblici e parapubblici locali, con la garanzia di adeguate ricadute in termini di investimenti e maggiori efficienze economiche capaci di interrompere il continuo aumento delle tariffe a carico di imprese e famiglie. La multiutility nascerà se non prevarranno mere logiche di potere territoriale a scapito di un atteggiamento generoso ed inclusivo capace di andare oltre i cicli politici amministrativi. La multiutility della Toscana deve nascere solo negli interessi dei cittadini toscani. Diversamente non nascerà!

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