Economia aretina, i dati Prometeia non sono incoraggianti. Guasconi: "La guerra ha cambiato il quadro"

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Le previsioni sull’andamento dell’economia provinciale sulla base dei dati di Prometeia elaborati dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena e la nati-mortalità delle imprese in provincia di Arezzo nel primo trimestre 2022.

Grazie al rapporto di collaborazione che Camera di Commercio ha instaurato da alcuni anni con Prometeia, una delle più importanti società europee di consulenza e ricerca economica, è possibile elaborare alcune stime sul consuntivo economico 2021 (i cui dati reali definitivi saranno disponibili non prima del 2023) e delle previsioni per il 2022 relativamente ai principali indicatori economici della provincia.

“Lo scenario che si era delineato ad inizio anno - sottolinea il Presidente Massimo Guasconi - prospettava, dopo il forte recupero del 2021, un proseguimento del percorso di crescita su livello inferiori, ma comunque più elevati di quelli pre-pandemia. Il quadro, purtroppo, è cambiato con lo scoppio della guerra in Ucraina che porta con sé forti ricadute sull’andamento dell’economia e del commercio mondiale. I dati Prometeia evidenziano quindi una significativa previsione al ribasso delle stime formulate lo scorso anno, soprattutto per quanto riguarda il 2022. Il valore aggiunto 2021 della provincia di Arezzo si dovrebbe essere attestato a fine anno a circa 8,997 miliardi di euro, in crescita del 9% in termini reali. Rispetto alle stime formulate ad ottobre dello scorso anno, sono migliorate quelle per il 2021 (che ipotizzavano una crescita al +7,3%), ma le conseguenze derivanti dalla crisi ucraina comportano modifiche per quanto riguarda gli anni successivi: le previsioni al momento formulate da Prometeia indicano infatti un +1,6% per il 2022, già ridotto ad un terzo rispetto al +3,8% indicato nelle stime dello scorso ottobre.”

“I settori sui quali nel 2020 si erano scaricati gli effetti più pesanti dell’emergenza pandemica – prosegue Massimo Guasconi -erano stati l’industria (-19%), l’agricoltura (-11,8%) ed il terziario (-7,2%). Gli stessi settori dovrebbero avere avuto un recupero quasi proporzionale nel 2021: agricoltura +17,3%, industria +12%, servizi +6,3%. Un caso a parte è quello delle costruzioni che dovrebbero crescere addirittura del 21,4% sulla spinta delle varie misure di incentivazione entrate a regime: anche in questo caso, però, le criticità che stanno emergendo sia per quanto riguarda i prezzi dei materiali da costruzione sia per quanto riguarda addirittura la disponibilità degli stessi mettono a serio rischio le positive prospettive del settore. Le stime per il 2022 mostrano alcune difficoltà per il settore industriale, per il quale si prevede una flessione del valore aggiunto dell’1,2%. Ancora positive le prospettive degli altri settori, anche se decisamente più contenute rispetto a quelle del 2021.  Ovviamente i dati Prometeia elaborati dal nostro Ufficio Studi sono fortemente condizionati  dall’evoluzione della guerra in Ucraina,  dall’andamento dei prezzi delle materie prime e soprattutto da quello  dell’energia che,  già elevati prima della guerra ed ulteriormente aumentati a causa del conflitto, ipotizziamo tenderanno a ridursi  restando però su livelli abbastanza alti dato che il processo di diversificazione dei mercati di approvvigionamento e il cambiamento del mix delle fonti energetiche richiederà sicuramento molto tempo.” 

 “L’elaborazione dei dati Prometeia - evidenzia il Segretario Generale dell’Ente camerale Marco Randellini - ci permette anche di prevedere un plausibile andamento del nostro export: a fronte di una flessione nel 2021 del 9,5% determinata soprattutto dall’andamento dei metalli preziosi (-28,3%) e della moda (-35,8%), le previsioni per i periodi successivi sono caratterizzate dal segno positivo: +6,6% per il 2022 e +6% per il 2023.  Per quanto concerne il reddito disponibile delle famiglie aretine, dopo la flessione del 4% subita nel corso del 2020, si stima un percorso di recupero negli anni successivi: +3,2% nel 2021, +2,8% nel 2022 e +3,3% nel 2023. Anche la spesa per consumi finali delle famiglie dovrebbe mostrare segnali di recupero, anche se potrà essere fortemente condizionata dalle rilevanti spinte inflazionistiche: si prevede una crescita del 7,9% nel 2021, che dovrebbe proseguire anche nel 2022 (+7,2%) e nel 2023 (+4,4%). Sul fronte dell’occupazione, le previsioni mostrano una sostanziale stabilità per quanto riguarda gli occupati, (0% nel 2022 e +0,4% nel 2023) mentre crescono le unità di lavoro (ULA), un’unità di misura del volume di lavoro prestato: +0,9% nel 2022 e +1,9% nel 2023. La dinamica occupazionale sarà improntata, quindi, più in un recupero dei livelli di attività persi nel corso della pandemia piuttosto che in aumento effettivo  della platea dei lavoratori .Peraltro la ripresa economica osservata nel 2021 ha contribuito a ridurre il fenomeno degli “scoraggiati”, cioè dei soggetti che, visto il blocco del mercato del lavoro, smettevano di cercare una occupazione: infatti si stima che il numero delle persone in cerca di occupazione, dopo essere diminuito del 6,4% nel 2021, crescerà del 21,2% nel 2022 e di un ulteriore 9,7% nel 2023. Come comunque già sottolineato dal Presidente Guasconi queste stime sono soggette a variazioni, anche consistenti, derivanti dalla continua evoluzione del contesto economico e soprattutto geopolitico internazionale”.

“Dati certi sono invece quelli relativi all’andamento demografico delle imprese iscritte al nostro Registro Imprese.  – prosegue Marco Randellini –  Nel periodo gennaio-marzo 2022 sono state registrate in provincia di Arezzo 563 iscrizioni di nuove attività economiche (in linea con il dato dello scorso anno, 556) e 640 cessazioni, anche in questo caso grosso modo sugli stessi livelli dello scorso anno (erano 630). Il numero complessivo delle imprese che hanno sede in provincia di Arezzo si attesta a fine marzo a 36.861 unità, in flessione dello 0,5% rispetto al corrispondente dato del 2021. Diminuiscono le aziende agricole ( -0,3%) così come le attività manifatturiere, che presentano un calo dell’1,8% (-97 imprese). All’interno del comparto manifatturiero le principali specializzazioni sono tutte caratterizzate dal segno negativo: rispetto al marzo del 2021 le imprese del comparto orafo diminuiscono in numero dell’1,9% (-26 in valore assoluto) ed anche il comparto della moda accusa nel complesso una flessione dell’1,7% in termini relativi e di 18 imprese in termini assoluti. Nel terziario i settori più colpiti sono i servizi di alloggio (-2,9%), il commercio all’ingrosso (-2,3%), i trasporti (-2,2%) ed i servizi di ristorazione (-1,9%), mentre sono in crescita   le imprese delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,3%,) e quelle delle attività finanziarie ed assicurative (+3,2%,). Migliora il dato sul fronte occupazionale: gli addetti operanti nelle imprese aretine si attestano, in questo primo trimestre 2022, a 117.660, in aumento di 987 unità in valore assoluto e dello 0,8% in termini relativi. Un segnale importantissimo che speriamo possa essere confermato, nonostante le molte difficoltà che sta affrontando il nostro sistema imprenditoriale, anche per i prossimi trimestri.”

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