Emilio Quattrocchi ancora al vertice di Italia Comfidi: “Pensare nazionale e agire localmente”

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L’aretino Emilio Quattrocchi, colui che ha dato avvio all’ufficio credito Confesercenti di Arezzo e poi diretto a lungo, è stato confermato amministratore delegato di Italia Comfidi. Un motivo di orgoglio e soddisfazione

Premiato l’impegno, la professionalità e la dedizione al lavoro di Quattrocchi. La sua esperienza maturata in un contesto di territorio, quindi dal lato di chi opera e assiste le imprese per accedere al credito, risulterà preziosa in un momento non facile per le aziende anche a causa dell’emergenza Covid-19. Il futuro post Coronavirus per le piccole aziende del commercio, del turismo e dei servizi, quelle a cui si rivolge Italia Comfidi, non è certamente facile combinandosi il calo di fatturato che accompagna la loro scarsa patrimonializzazione con le conseguenti nuove difficoltà per accedere al credito. In questo contesto gioca un ruolo prezioso, forse insostituibile, il Consorzio: la sua solidità è stata e sarà preziosa per le aziende che hanno necessità di accedere al credito. L’assemblea di Italia Confidi, svoltasi infatti nei giorni scorsi ha visto approvare il bilancio oltre che rinnovare le cariche sociali, confermando Emilio Quattrocchi amministratore delegato e Nico Gronchi presidente.

Qual è lo stato di salute di Italia Comfidi?

“Abbiamo un patrimonio netto importante ed un coefficiente di solvibilità molto elevato. Siamo il punto di riferimento per il credito delle piccole medie imprese proprio perché la garanzia che offriamo al sistema bancario è solida e con esso possiamo interloquire con coerenza e serietà. Questo è indispensabile per far arrivare linee di credito alle imprese. L’assemblea ha appena approvato un bilancio che definisco solido e importante. E quel che più conta è che il Consorzio sta utilizzando la sua solidità per sostenere le piccole imprese. Chi, come me, viene dall’esperienza di territorio ed ha gestito per molti anni l’accesso delle nostre imprese al credito bancario sa quanto questo sia un dato significativo e fondamentale in un momento in cui alle aziende servono le garanzie per poter accedere al credito e affrontare la difficile fase storica legata al coronavirus. Oggi più che mai, dopo la crisi legata al Covid-19, l’attività del Consorzio è utile per poter dare ossigeno alle imprese che ne hanno bisogno e che diversamente non otterrebbero finanziamenti”.

Quali sono stati gli effetti della pandemia sul fabbisogno di liquidità delle imprese?

“Molte imprese risentono del blocco dell’attività produttiva, del calo della domanda estera e interna, delle difficoltà di approvvigionamento di beni e servizi. A fronte della contrazione delle entrate, non sempre corrisponde la contrazione delle uscite; per cui il fabbisogno di liquidità, se non soddisfatto in tempi brevi, potrebbe determinare una crisi di solvibilità di parte del sistema produttivo, rendendo più acuta e prolungata la recessione innescata dalla pandemia di Covid-19.
L’Istat dice che il 38,8% delle imprese è a rischio sopravvivenza. Un dato preoccupante e che evidenzia quanto sia importante la capacità di Italia Comfidi di poter stare accanto alle imprese per aiutarle ad analizzare il loro fabbisogno per poi presentare le loro richieste alle banche”.

Qual è il ruolo di Italia Comfidi?

“Fino a ieri abbiamo offerto garanzie alle imprese per supplire alle loro difficoltà di offrirne al sistema bancario in occasione della richiesta di provvidenze finanziarie, ed è ancora oggi la nostra attività principale, quella che caratterizza la ‘natura’ della società che è un consorzio di imprese volto a costruire un sistema di garanzie che accompagni le aziende all’accesso al credito. In questo periodo difficile, abbiamo costruito e presentato un nuovo servizio dettato dalla nostra esperienza; da quanto stavamo vedendo in questo periodo dove la garanzia era prestata per legge dal Fondo centrale, quindi dallo Stato, la garanzia è gratuita e tutto sembrava semplice e rapido. Aggiungo che c’è chi ha pure affermato che dei consorzi non c’era più necessità. Pur tuttavia abbiamo visto difficoltà, lentezze: una enorme distanza tra le impellenti necessità delle aziende e l’erogazione di linee di credito. In questo contesto abbiamo ritenuto che la nostra esperienza dovesse essere messa a disposizione sempre delle imprese in forma nuova."

E come?

“Abbiamo pensato che fosse utile istituire un servizio alle imprese che contribuisse a rendere ‘bancabile’ la propria posizione e la pratica fosse ‘ineccepibile’ pronta quindi ad ottenere il finanziamento richiesto. Un check-up quindi delle aziende che insieme alle difficoltà analizzasse i lor punti di forza; sappiamo, per esperienza, che spesso il sistema bancario tende a sottolineare le difficoltà delle imprese e di quelle piccole in particolare. Il nostro servizio aiuta a predisporre pratiche pronte per il bancario ma dove si evidenziano i punti di forza dell’impresa non solo la difficoltà dei numeri. In sostanza l’esperienza di Italia Comfidi la mettiamo a disposizione per aiutare gli imprenditori ad analizzare il fabbisogno complessivo dell’azienda per poi trovare la miglior scelta per l’equilibrio economico finanziario”.

Quale la sfida futura?

“Diventare un modello per la gestione di fondi pubblici nazionali, regionali e camerali destinato a favorire l’accesso al credito delle microimprese socie. Importante sarà poi la digitalizzazione dei servizi. Ci sarà bisogno di una maggiore informatizzazione. La sfida futura in sintesi sarà quella di pensare nazionale e agire locale. In pratica c’è bisogno di iniziative che possono interessare l’intero mondo delle imprese a livello nazionale pur mantenendo la vocazione di stare vicini alle imprese; vogliamo ascoltare le aziende sia per raccogliere i loro bisogni finanziari ma anche per dare un sostegno umano a chi ha bisogno di essere ascoltato per poi trovare soluzioni”.
Ed è proprio questo il ruolo di Italia Comfidi che ha trovato in Emilio Quattrocchi, un professionista che ha maturato una lunga esperienza sul territorio aretino conoscendo bene le esigenze delle imprese e le loro difficoltà."

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