Il calcio furioso e solitario di Sabatini: "Verso Arezzo ho riconoscenza". L'abbraccio con Don Alvaro Ar24Tv
Walter Sabatini, direttore sportivo di lungo corso e con un passato in amaranto, ospite della prima giornata dell'Arezzo Moonlight Festival. Ne "Il mio calcio furioso e solitario" edito da Piemme, Sabatini ha raccontato la sua vita, dentro e fuori dal calcio, con le sue storie, i personaggi, aneddoti e storture.
Un personaggio istrionico e carismatico, che non ha mai paura di dire ciò che pensa. Una delle personalità più note nel mondo del calcio italiano: è stato direttore sportivo di Triestina, Perugia, Lazio, Palermo, Roma, Inter, Sampdoria, Bologna, Salernitana. E, dal 1998 al 2000, dell'Arezzo, che Sabatini ricorda come "un capitolo importante durante il quale ho fatto tante cose e ne ho imparate molte altre. Ho un rapporto non solo di affetto, ma anche di riconoscenza verso Arezzo e l’Arezzo". Tra il folto pubblico tanti protagonisti del calcio aretino accorsi per un saluto a Walter: Mario Palazzi, Roberto Gallastroni, Daniele Farsetti di Orgoglio Amaranto, l'ad della S.S. Arezzo Sabatino Selvaggio, con cui il ds si è complimentato: "Bravi, non è mai facile vincere, in qualunque categoria". Sabatini ha rievocato i tempi di Serse Cosmi, che "avrebbe meritato molto di più" e Antonio Cabrini. Poi ha ricordato tutta la carriera vissuta ai più alti livelli, con le tappe di Lazio e Roma, il rapporto con Totti, che ha definito "il miglior numero 10 di sempre", Spalletti e Garcia, gli scontri con i presidenti dei club, in particolare con Zamparini, personaggio "imprevedibile, ci siamo molto stimati". Tanti ricordi personali, i sogni ("avrei voluto diventare "Gianni Rivera"), i successi e i naufragi, nel libro indirizzato "a mio figlio Santiago, un giorno lo leggerà". Alcune pagine sono riservate a Don Alvaro Bardelli, che nottetempo "portavo a benedire le maglie dei giocatori amaranto nello spogliatoio". A fine serata una grande sorpresa: è arrivato Don Alvaro Bardelli per un saluto e un abbraccio a Walter Sabatini che, ha rivelato, "non è mai riuscito a confessarmi".